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Autore: ChiaraLuna21    17/10/2011    3 recensioni
Cosa succederebbe se una vecchio criminale arrestato da Tom e Semir tornasse anni dopo la morte di Tom? E se se la prendesse con Ben, per arrivare a Semir? E se non si volesse accontentare solo di Semir? Chi gli verrebbe in aiuto?
Forse un vecchio amico chè già l'aveva abbandonato troppe volte...
La mia prima storia su Squadra Speciale Cobra 11 con le due coppie di partner che più amo: Semir-Ben e Semir-Tom (per me è una no-slash, ma alla fine è ad interpretazione!). Fatemi sapere cosa ne pensate!! =]
Ps: Inserita copertina della storia nel primo capitolo! ^^
Genere: Azione, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Non c'è due senza tre!'
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Il ritorno di un amico

Camminava lento lungo il corridoio del commissariato… mettendo cautamente un piede davanti all’altro…
Un tempo conosceva ogni singola mattonella di qual pavimento a memoria, ma ora non più…
Era passato tanto tempo… troppo tempo…
Quando successe tutto, non avrebbe mai creduto che sarebbe finita in quella maniera, e allo stesso modo in quel momento non avrebbe mai creduto che sarebbe ricominciata così… che avrebbe percorso ancora quel corridoio… che sarebbe entrato ancora in quel posto di polizia…
Si fermò un attimo davanti alla porta… la fissò… prese un profondo respiro…
Poggiò una mano sulla mania e spinse verso il basso…
Iniziò a percorrere la strada che lo portava alla scrivania della segretaria.
Sentiva gli sguardi addosso…  intravedeva la gente voltarsi verso di lui e ammutolire…
Davanti a sé c’era il suo ex-partner… il suo vecchio amico…
Semir Gerkhan stava leggendo alcuni fogli che aveva in mano quando notò il silenzio che era calato nella stanza e seguì con lo sguardo quello dei colleghi.
Impallidì e i documenti gli caddero di mano.
Era stupito… non era possibile… non poteva essere tornato… non di nuovo…
La figura che tutti fissavano si fermò proprio davanti a lui, ma Semir non riusciva a muoversi…
Gerkhan aveva la faccia di uno che ha appena visto un fantasma… e non gli si poteva dare torto!
Fu capace di pronunciare solo quel nome che aveva cercato di rimuovere con ogni metodo conosciuto ma che era rimasto impresso a fuoco nella sua anima e che troppe volte lo aveva abbandonato…
…  «Tom!»…
 
Sentì la porta della stanza d’ospedale aprirsi e si girò a guardarla.
Quando, dal letto dove era disteso, vide la Engelhardt entrare le sorrise.
«Salve, capo!» la salutò sorridendo e mettendosi a sedere. «Come è andata?»
Lei accennò ad un sorriso evitando il suo sguardo. «L’hanno presa male, ma ci hanno creduto…»
Improvvisamente si fece serio. «Come sta Semir?»
Il capo scosse la testa. «Non bene! Vuole vendicarla a tutti i costi!»
Abbassò la testa sconsolato.
«È normale!» cercò di risollevarlo. «Lei è il suo migliore amico, Tom!»
 L’ispettore capo spostò lo sguardo è iniziò a fissare la finestra. «Non voglio mentirgli! Non se lo merita…»
«Lo so, Tom! Ma così è più sicuro! Avete visto in faccia l’uomo che vi ha sparato… potrebbe cercare di uccidervi di nuovo… e questa volta potrebbe farcela!»
Tom annuì: il suo capo aveva ragione, come sempre…
Si voltò verso di lei. «Quando tutto sarà finito, come volete dirgli la verità?»
La Engelhardt sospirò e distolse lo sguardo.
Non ci fu bisogno di parole…
Scosse la testa. «No! Non può farlo, capo! Sarebbe come… come se…» iniziò a far vagare lo sguardo per la stanza, quasi stesse cercando le parole giuste.
«… come se lei fosse realmente morto!»
 Tom piantò i suoi occhi in quelli della Engelhardt.
Era proprio così! Per tutto il mondo lui sarebbe stato semplicemente morto…
… morto… era così strano! Non gli sembrava possibile…
«Mi dispiace, Tom, ma è più sicuro per tutti! C’è troppa gente che vuole eliminarla!»
Era scioccato. «C’è sempre stata gente che voleva farmi fuori! È il mio lavoro! Non posso rintanarmi come un topo e…»
«Lei deve, Signor Kranich!» rispose seria. «Qui non si tratta solo della sua sicurezza, ma di quella di tutti coloro che la circondano!»
 Tom abbassò lo sguardo. Purtroppo aveva ancora ragione…
«Cosa… dove andrò?»
«Lontano abbastanza da non farsi scoprire, in una casa sicura! Farò di tutto per non farla spostare troppo da Colonia: mi rendo conto che questa è casa sua…»
«Nessuno saprà mai niente?»
«Nessuno saprà mai niente!»
Tom ci pensò ancora qualche attimo fissando ogni punto della stanza.
Poi annuì. «Va… va bene! Lo farò!»
La Engelhardt fece un cenno con la testa, sorrise e si avviò verso la porta.
Poggiò la mano sulla maniglia e stava per andarsene, quando si voltò un’altra volta.
«So che ora non se ne rende conto, ma ha fatto la scelta giusta, Tom!»
L’ispettore capo fece un cenno con la testa e vide la Engelhardt lasciare la stanza.
… non trovò mai motivazioni sufficienti per giustificare il suo comportamento…
 
Semir continuava a guardarlo… immobile… come se credesse che ad ogni suo minimo movimento quella figura potesse sparire di nuovo, come sembrava fare sempre…
«Tom…» mormorò di nuovo.
In quel momento, dalla stessa porta da cui era appena entrato l’amico,fece il suo ingresso la Engelhardt.
Guardò i volti dei suoi uomini uno ad uno e sospirò: era proprio la reazione che temeva.
«Kranich e Gerkhan, nel mio ufficio! Adesso!» suonava terribilmente strano dirlo di nuovo…
Tom si avviò nello studio del capo e Semir lo seguì a ruota continuando a fissarlo allibito.
La Engelhardt entrò per ultima e si chiuse la porta alle spalle. Si avviò dietro la propria scrivania e aprì il cassetto dello scrittoio, estraendone una pistola e un tesserino di riconoscimento un po’ impolverati.
«Aspettavano solo il suo ritorno, signor Kranich!» disse poggiandoli sul banco e spingendoli verso di lui.
Tom si avvicinò, prese l’arma e il documento e accennò ad un sorriso… quel sorriso che solo Tom Kranich sapeva fare…
Semir, intanto era rimasto in disparte, aspettando che qualcuno gli spiegasse perché nell’ufficio del suo capo c’era il suo migliore amico morto ormai da anni.
Ma visto che nessuno sembrava considerarlo, decise di aprire lui il discorso…
«Insomma… qualcuno vuole dirmi cosa significa… questo!» e fece un cenno con la mano indicando Tom.
«Grazie, Semir! Anch’io sono felice di rivederti!» rispose l’altro, sarcastico.
Semir lo guardò. «Sai che non intendo questo…»
«L’ispettore Kranich era stato inserito nel programma protezione testimoni, e, per salvaguardarne la copertura, avevamo diffuso la notizia della sua morte.» intervenne la Engelhardt.
Semir guardò ancora l’amico. «Perché non ne sapevo niente?»
«Era una questione di sicurezza!»
«Sicurezza?! Per anni ho creduto che il mio migliore amico fosse morto! E voi mi dite che era per sicurezza?!»
«Semir, ascoltami! Tu eri la persona più a rischio, la prima da cui sarebbero andati per rintracciarmi!»
«Per questo avreste dovuto dirmelo! Avrei saputo cosa fare in quella situazione!»
Semir era fuori di sé. Non solo un pazzo per vendicarsi di lui aveva preso Ben, ma ora scopriva che il suo più grande amico gli aveva mentito… che non si era fidato… che lo aveva abbandonato!
Già… perché il punto era questo: Tom già lo aveva lasciato solo una volta, e gli aveva promesso che sarebbe stata l’ultima…
… e invece l’aveva piantato in asso di nuovo… ma questa volta lo aveva fatto sentire terribilmente in colpa, perché non era riuscito a mantenere quella promessa… la loro ultima promessa…
… perché si sentiva come se fosse stato lui ad abbandonarlo!
Qualcuno aprì la porta alle sue spalle. «Semir…» disse Susanne. «Ben non…»
Senza voler sentire altro, l’ispettore si precipitò fuori. E si chinò sul telefonino.
«Ben! Ben, sono qui! Che succede?»
«Non… non riesco a… a respirare…»
Semir lo sentiva ansimare e annaspare dall’altra parte della cornetta.
La segretaria iniziò a sfogliare le pagine dove aveva stampato l’e-mail di Koch. «Deve essere il sintomo segnato come ‘problemi respiratori’…»
Semir fece un cenno con la testa. «Ben, stai calmo! Okay? Tra poco sarà finito...»
Ma Ben non riusciva a stare calmo. Continuava a provare ad assimilare aria, ma aveva l’impressione di stare respirando cemento armato, invece di ossigeno.
Aprì la bocca per parlare, ma non ne uscì niente.
«Ben, stai calmo! Se ti agiti sarà peggio!»
“Peggio di cosi!?”pensò l’altro, incredulo.
«Come… come faccio a non agitarmi?»
Semir ci pensò un attimo. In effetti non aveva ancora trovato un modo per tranquillizzare se stesso, che stava comodo nel suo ufficio, figurarsi Ben!
Poi, improvvisamente, ebbe un’idea…
«Pensa a Aida!»
Ben non capiva cosa stesse blaterando l’amico.
Gli sembrava che il petto stesse per esplodergli… che il suo sistema respiratorio non funzionasse a dovere…
Per un attimo, credette di morire…
… per un attimo sperò di morire…
«Pensa a Aida!» ripetette Semir. «Pensa a quando giocate nel parco! A quando sorride! Pensa a tutto il bene che ti vuole!»
Ben ci pensò, e improvvisamente, si calmò…
Sarebbe potuto succedere a Aida, o ad Andrea di essere prese da un pazzo… e invece loro stavano bene… e lui preferiva fosse così…
Sentì il cemento uscire dal suo petto proprio come era entrato… i polmoni tornare a fare il loro lavoro… il sistema respiro ridiventare normale…
«Dove… dove hai imparato questo trucco? Funziona benissimo!» disse accennando ad un sorriso.
Anche se non l’aveva visto, anche Semir sorrise.
In quel momento intervenne Tom. «Quanto tempo abbiamo ancora?»
«Venti… ventidue ore!» rispose Ben. «Ma con chi parlo?» aggiunse, poi, non riconoscendo la voce.
«Con Tom Kranich, ma ti spiegherò dopo.» disse Semir.
«Tom Kranich? Credevo… credevo fosse morto…»
«Già…» Semir sospirò e lanciò un’occhiataccia all’amico dietro di sé. «Lo credevo anch’io…» aggiunse con voce sconsolata.
«Gerkhan, avete capito cosa vuol dire l’indovinello?» intervenne la Engelhardt, forse per evitare un possibile conflitto a fuoco nel suo ufficio.
«Ancora niente, capo! Per ora ci sembra solo un insieme di frasi senza senso…»
«Posso vedere?» chiese Tom allungando la mano verso il collega.
«Sì… eccolo!» aggiunse Semir tirando fuori da una pila di fogli sul tavolo la stampa dell’e-mail.
«Grazie…» Tom diede una rapida scorsa al rompicapo. «Per caso sapete dove è stato rapito?!»
«Crediamo davanti casa sua: ieri Semir l’ha accompagnato lì e poi non sappiamo più niente…»
Semir abbassò lo sguardo. Se solo avesse aspettato qualche altro minuto… qualche altro maledettissimo minuto… non sarebbe successo… l’avrebbe protetto…
… e, invece, lui era ripartito… l’aveva abbandonato…
Tom sgranò gli occhi. «Ce l’ho!»
Semir si risvegliò dai suoi pensieri e lo guardò senza capire di cosa stesse parlando. «Cosa… cosa hai? Che è successo?»
«L’indovinello! L’ho capito! La soluzione è “la casa”!»
«La casa?!» chiese dubbioso.
«Sì! La casa di… Ben, giusto?!»
«Che cosa?? Ma… come… cosa…?»
«Guarda! Una squadra che gioca nella propria città, e quindi non viaggia, gioca in casa! Ben è stato preso davanti casa, che è il posto dove ci sentiamo sicuri! Ma è proprio questa sicurezza che lo ha tradito…»
Semir si avvicinò a Tom e lesse il resto. «Ma certo! Tutti hanno una casa differente, ma per tutti ha lo stesso significato! In oltre noi viviamo e dormiamo in casa, quindi “è tana di sogni e di realtà”! Ma certo!»
Semir afferrò la documentazione che poteva essergli utile, compresa la stampa dell’e-mail e il cellulare, si avviò rapidamente verso la porta dell’ufficio e urlò: «Capo, vado a casa di  Ben! Mi terrò io in contatto con lui, e vi aggiornerò su tutto! Kranich, con me!»
Tom ebbe un sussulto! Kranich… Semir non lo aveva mai chiamato Kranich… nemmeno il loro primo giorno di lavoro…
L’aveva combinata davvero grossa… l’amico non l’aveva presa affatto bene…
Sospirò e si avviò verso l’uscita, sperando che Semir avesse deciso di aspettarlo, e di non partire come una furia verso la casa del collega.
 

 
Ciao, gente!
Grazie ancora a tutti quelli che continuano a leggere la storia, e ancora un grazie particolare a 1rebeccam e sophie97!
Non vedevo l’ora di scrivere questo capitolo, che per me è molto importante!
Ora che ho chiarito la faccenda di Tom, voi, cari lettori, vedrete apparire magicamente tra le note “AU”!(scusate, ma ho appena visto l’ultima puntata di Merlin, perciò sto ancora un po’ fusa io e la magia… xD)
Come sempre, cercherò di aggiornare il prima possibile, anche se non sono sicura del tempo che ci vorrà!
Ancora grazie per l’attenzione!
Chiara =) 

   
 
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