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Il Trono di Spade - Tutte le puntate riassunte per voi

Episodio 10: I Figli della Foresta (The Children)

OLTRE LA BARRIERA
Jon raggiunge l’accampamento di Mance Rayder e il re dei bruti nota che indossa di nuovo il mantello nero: è venuto per negoziare, dice il ragazzo, che viene accolto con poco entusiasmo nella tenda di Mance. Il re oltre la barriera è dispiaciuto per essersi fidato di lui, era convinto che fosse davvero disposto a unirsi alla causa, ma Jon rivela che Qhorin si è fatto uccidere da lui apposta in modo che potesse guadagnarsi la fiducia dei bruti. È sempre stato fedele al giuramento prestato ai Guardiani, ma Mance gli fa notare che non è stato fedele proprio a tutto: evidentemente Ygritte non era abbastanza per lui, o forse è stato lui a convincerla a passare dall’altra parte? No, la ragazza l’ha trafitto con tre frecce quando è scappato, risponde Jon, e ora è morta... non per mano sua. Mance vuole brindare alla sua salute, ma Jon è sospettoso. Mance comprende e gli dice che di tutti i modi in cui vorrebbe ucciderlo, il veleno sarebbe l’ultimo.

 

Mance si complimenta per la resistenza dei Guardiani: sono riusciti a respingerli, a uccidere alcuni dei loro uomini migliori. Un gigante è entrato nel tunnel ma non ne è uscito: era il sovrano dei giganti, una razza che è ancora più antica dei primi uomini. Jon ribatte che Grenn, il guardiano che l’ha ucciso, veniva da una semplice fattoria. Finiti i convenevoli, Mance chiede che tipo di accordo sia venuto a proporgli. Torna a nord, risponde Jon, ma Mance gli risponde che sa che i guardiani sono deboli, stanno finendo le frecce, l’olio incendiario, le provviste. Jon, come già fatto con Tormund, mente dicendo che hanno 1.000 uomini pronti a combattere, ma Mance lo sbugiarda: saranno forse cinquanta e hanno già usato tutto quello che avevano per respingere il primo attacco. Inoltre gli rivela che quando ha capito che erano così pochi, ha mandato 400 uomini a scalare la barriera in un punto poco distante e non controllato dai guardiani. Entro la fine della giornata la gran parte riuscirà a passare oltre: Mance è onesto e trasparente con Jon, mentre lui non lo è mai stato.

 

Il re è preoccupato per la sua gente, ha sofferto abbastanza: non è qui per conquistare niente, è qui per nascondersi dietro la barriera, esattamente come fanno i guardiani e i popoli meridionali. Hanno bisogno del tunnel per passare, l’inverno sta arrivando e se la sua gente non sarà a sud della barriera quando succederà, tutti quanti - compresi i guardiani - finiranno peggio che morti. Se vuole un accordo, ecco i suoi termini: torni al castello, apra le porte e li lasci passare, così nessun altro morirà, ma se rifiuta, uccideranno ogni Guardiano al Castello Nero.

Jon butta un’occhiata a un coltello lì vicino, e i bruti capiscono subito le sue intenzioni, compreso Mance. È venuto per ucciderlo, quindi, sacrificandosi visto che sa che non riuscirebbe mai a uscire vivo dalla tenda. Il re oltre la barriera gli domanda se questo è il modo dei guardiani di fare le cose, uccidere nella sua tenda un uomo che ha appena esteso un’offerta di pace. Gli chiede se lui, Jon Snow, sia capace di un’azione simile. Prima che Jon possa fare qualsiasi cosa, suona un allarme: stanno arrivando dei cavalieri.

 

Mance minaccia Jon chiedendogli se li stanno attaccando dal Castello, ma Jon risponde che non sono i Guardiani: come ha detto lui, non hanno abbastanza uomini per una sortita simile. I bruti escono allo scoperto e si trovano di fronte a un grande esercito: è quello di Stannis Baratheon, arrivato al nord per aiutare i Guardiani. Le forze di Stannis sono a cavallo e riescono facilmente a uccidere molti bruti, così Mance ordina a tutti di smettere di combattere: troppi uomini sono già morti. Si arrende e viene preso prigioniero, ma rifiuta di inginocchiarsi di fronte a Stannis, nonostante quest’ultimo lo minacci di ripercussioni nei confronti dei suoi uomini.

 

Davos domanda a Jon chi sia e cosa ci faccia un guardiano della notte nel campo nemico. Jon si presenta: è il figlio di Eddard Stark, ed è venuto a trattare una tregua. Stannis dice che Ned Stark era un uomo d’onore, e chiede a Jon cosa avrebbe fatto suo padre con i prigionieri. Jon risponde che è stato prigioniero di Mance Rayde in passato, e l’uomo gli ha risparmiato la vita. Pensa che suo padre avrebbe preso Mance e avrebbe ascoltato quello che aveva da dire. Ma non è tutto: se suo padre avesse visto quello che Jon ha visto, suggerirebbe anche di bruciare tutti i morti prima di sera.

 

CASTELLO NERO
Il Maestro Aemon presiede la cerimonia funeraria per i fratelli guardiani caduti nel corso della battaglia. I corpi vengono bruciati all’interno del castello, sotto lo sguardo di Stannis, Davos e dei guardiani. Attraverso le fiamme, Jon vede per la prima volta Melisandre: la donna è colpita da lui.

Più tardi, va a trovare Tormund: è stato curato dal Maestro Aemon e si domanda quale sia il suo destino. Jon vorrebbe onorare i caduti della fazione avversa, ma Tormund spiega che i bruti non sono soliti organizzare grandi cerimonie per i morti, ormai non possono più sentirli. Chiede a Jon, però, di bruciare Ygritte nel nord, la sua terra. Così il ragazzo porta il corpo della ragazza amata oltre la barriera e costruisce una pira per lei.

 

APPRODO DEL RE
Cersei, Pycelle e Qyburn sono al capezzale di Gregor Clegane, ferito a morte da Oberyn Martell e, a quanto pare, avvelenato. Secondo il vecchio non c’è niente da fare, ma Qyburn non è d’accordo: può salvare la Montagna, ma Pycelle esorta la regina a non credere a un uomo che non è nemmeno un maestro, essendo stato espulso dall'ordine. Proprio perché non è un maestro sa come salvarlo, risponde Qyburn e Cersei allontana il vecchio Gran Maestro dal suo stesso laboratorio. Cersei chiede a Qyburn se può davvero salvare Clegane: c’è una possibilità, ma avvisa la regina che il processo potrebbe cambiare Gregor, in qualche modo. Cersei gli domanda se sarà più debole, e Qyburn con un sorriso risponde di no.

 

Cersei, ottenuta la condanna di Tyrion, ha un altro obiettivo. Affronta il padre e gli dice apertamente che non intende sposare Loras Tyrell. Con Tyrion condannato a morte e Jamie che rifiuta di abbandonare la Guardia Reale, il ruolo di Cersei nella famiglia è più strategico che mai, risponde Tywin seccato, ma alla donna questo non interessa più. Intende restare ad Approdo del Re con suo figlio, il re. Tywin le risponde che non sarebbe la prima a sposarsi contro la sua volontà, ma Cersei non sente ragioni. Ricorda al padre che, dopo la battaglia delle Acque Nere, stava per avvelenare se stessa e Tommen, può spingersi anche ad atti gravissimi pur di evitare sofferenze a suo figlio. Ora Joffrey è morto, Myrcella è stata venduta in sposa e lui vorrebbe mandarla ad Altogiardino lontana da suo figlio, il suo ultimo figlio? Lasciandolo, peraltro, tra tra le grinfie di Margaery e costantemente tirato da una parte e dall'altra da suo nonno e sua moglie? Non lascerà che accada, piuttosto distruggerà la sua casata.

 

Tywin si domanda come intenderebbe farlo, e Cersei gli risponde che dirà a tutti la verità. Tommen non è figlio di Robert Baratheon, come non lo era Joffrey, come non lo è Myrcella. Sono tutti figli di Jamie, la discendenza dei Lannister è una bugia. La donna lo lascia, attonito, e va a cercare Jamie, che si congratula per essere riuscita ad avere… un fratello di meno. Cersei non è lì per ascoltare il suo sarcasmo, però: dice al fratello di aver confessato tutto al padre, non sposerà Loras, starà nella capitale, vicina a suo figlio, vicina al suo amante. Non le importa delle chiacchiere della gente, ha fatto la sua scelta e non intende più rinunciare a quello che ama.

 

Durante la notte, la cella di Tyrion viene aperta all'improvviso: è Jamie, venuto a liberarlo e a farlo fuggire, con l’aiuto di Varys. Evidentemente il folletto ha più amici di quanto non pensi. Jamie lo conduce a una scala, a termine della quale si trova una porta: bussi due volte e verranno a prenderlo. Tyrion ringrazia il fratello, e i due si abbracciano dicendosi addio. Tyrion sta per salire la scala, ma si ferma improvvisamente dirigendosi invece nella direzione opposta. Attraverso un passaggio segreto raggiunge gli alloggi del Primo Cavaliere, entra nella stanza di suo padre e scopre una cosa che lo fa inorridire: Shae è diventata l’amante di Tywin. Pazzo di rabbia, il folletto la strozza usando la stessa collana che un tempo lui le aveva regalato.

 

Tyrion prende la balestra che fu costruita per Joffrey e trova finalmente suo padre Tywin, in bagno: l’uomo chiede di discutere della situazione in un luogo più consono, basta che metta giù la balestra. Richiesta rifiutata. Per tutta la vita ha voluto vederlo morto, dice Tyrion, e Tywin non lo nega, ma lui si è sempre rifiutato di morire, una cosa che il vecchio ha imparato a rispettare. Comunque, non avrebbe mai permesso che Ilyn Payne gli staccasse la testa, è sempre suo figlio, un Lannister.

 

Tyrion gli dice che amava Shae, ma l’ha appena uccisa con le sue mani, dopo averla trovata nel letto del padre. Tywin ribatte che la donna non conta niente, era una prostituta: l’uomo non pensa che suo figlio lo ucciderebbe in bagno per colpa di una prostituta. Però il vecchio sapeva della sua innocenza, sapeva che non aveva ucciso Joffrey, ma ha condannato il figlio a morte lo stesso. Tyrion domanda al padre perché. Tywin ne ha abbastanza, non vuole discutere in quella situazione, e invita Tyrion ad andare nella sua stanza, non avrà certo paura di una prostituta morta?

 

Tyrion lo aveva avvisato di non chiamarla più così, e scaglia una prima freccia, che colpisce Tywin al petto. Tyrion, freddamente, carica di nuovo la balestra e la punta verso il padre, furioso. Tywin, in collera e dolorante, gli dice che lui non è suo figlio. Tyrion risponde di esserlo sempre stato, e con un secondo dardo mette fine alla vinta del potentissimo Tywin Lannister.

Alla porta, Varys attende e quando vede arrivare Tyrion capisce subito che è successo qualcosa di grave. Porta velocemente il folletto fuori dalla fortezza e lo rinchiude in una cassa, che fa poi portare poi su una nave in partenza per Essos. Tutto è organizzato, ma qualcosa cambia: Varys capisce, sentendo suonare le campane alla fortezza, che Tyrion deve aver commesso un delitto orrendo, e considerando che l’ha aiutato a scappare, non vuole correre alcun rischio: si imbarca anche lui sulla nave, e lascia la capitale insieme al folletto.

 

MEREEN
Daenerys riceve un questuante particolare: è un anziano ex-schiavo che serviva in una famiglia come tutore e insegnante per i bambini. Quando Dany è arrivata a Mereen e ha liberato gli schiavi, i bambini lo hanno implorato di rimanere, ma l’uomo e il suo padrone, date le circostanze, hanno concordato che non fosse una scelta saggia. Così l’uomo ha perso la sua casa.

 

Ora vive per strada, non può avvantaggiarsi delle mense e dei ricoveri che Daenerys ha ordinato di organizzare, perché là i giovani si approfittano degli anziani, prendono tutto quello che hanno e picchiano quelli che resistono. Ma anche se gli Immacolati mantenessero l’ordine, si domanda l’uomo, quale sarebbe il suo compito in quei luoghi? Lui era un maestro con il suo padrone, aveva il rispetto e l’amore dei suoi figli, quindi chiede a Daenerys di potersi vendere nuovamente al suo precedente padrone.

La regina gli domanda se voglia veramente tornare alla condizione precedente, posseduto come una capra o una sedia, e l’uomo la implora di concedergli questa scelta. I giovani potranno godere del nuovo mondo che ha creato, ma alcuni di loro sono troppo vecchi per cambiare. Molti sono in coda fuori dalla sala del trono per chiedere la stessa cosa, ma Daenerys non intende avvallare le ingiustizie che ha combattuto per sconfiggere. Ha fatto di tutto per dare la libertà, e la libertà significa che ognuno può fare le sue scelte. Consentirà all’uomo di fare un contratto con il suo precedente padrone, non dovrà durare più di un anno. Barristan sottolinea che i padroni si avvantaggeranno di questa situazione, alla fine gli uomini che decideranno di tornare nelle loro vecchie mansioni saranno schiavi, solamente con un nome diverso.

 

Un altro uomo, in lacrime, si presenta alla regina. Le ha portato i poveri resti di sua figlia, bruciata da Drogon. Era Zala, una bambina di tre anni. Drogon è a caccia, nessuno lo vede più da tre giorni, e Daenerys deve prendere una grave decisione. Fa aprire le catacombe e porta dentro i due draghi che le sono rimasti. Li incatena al buio e, piangendo, li lascia lì: sono diventati troppo pericolosi per lasciarli liberi.

 

L’ALBERO DEL CUORE
Sotto una bufera di neve, Hodor, Bran e i loro compagni si sono spinti fino al nord più estremo e raggiungono finalmente il grande albero che Jojen e Brandon hanno visto nelle loro visioni. Jojen sta male, ma ormai sono vicini: l’albero è al di là di una specie di radura, ma mentre il gruppo la attraversa alcuni spettri li attaccano. Brandon partecipa alla battaglia controllando Hodor e anche Estate dà una mano, ma le cose si mettono male: Jojen viene ferito a morte da uno spettro e due altri stanno per attaccare Brandon quando due palle di fuoco li distruggono. È stata Foglia, una Figlia della Foresta, uscita dalla caverna che si apre sotto al grande albero per aiutarli.

 

Jojen, morente, esorta la sorella a raggiungere Foglia e gli altri, lasciandolo indietro: i superstiti trovano riparo nella caverna, che è protetta da un sortilegio che distrugge ogni spettro che provi ad entrare. Ora sono al sicuro e il Corvo con tre occhi li sta aspettando. Brandon viene condotto tra le radici del grande albero fino a un groviglio più grande, all’interno dei quali si scorge un uomo… o quello che resta di un uomo. Il Corvo con tre occhi si rivolge a Bran e Meera: Jojen sapeva quale sarebbe stato il suo destino, lui li ha guardati per tutta la loro vita, li ha seguiti con mille occhi e ora, finalmente, Brandon l’ha raggiunto. Ora il giovane Stark potrà trovare quello che aveva perso.

 

LA STRADA ALTA
Brienne si sveglia e scopre che i loro cavalli sono fuggiti, evidentemente Podrick non li aveva legati bene e, visto che mancano 30 miglia alla Valle e sono a piedi, sarà lui a portare le bisacce, per punizione. Mentre procedono, Brienne sente un rumore e, investigando, scopre Arya che si allena con Ago. La donna si avvicina e Arya avvisa Sandor... in quel momento impegnato. Brienne saluta la ragazza e si complimenta per la sua spada, chiedendole quanto manchi alla Porta Sanguinante. Altre 10 miglia, risponde Arya che poi chiede alla donna se sappia usare davvero la spada che porta. Brienne risponde di sì, è stato il padre a insegnarle: come ad Arya, le era stato detto che combattere era una cosa da maschi, ma visto che combatteva comunque, perdendo, il padre le disse che se voleva continuare, tanto valeva farlo come si deve.

 

Sopraggiunge il Mastino, che Podrick riconosce immediatamente. Brienne ha una rivelazione: riconosce Arya. Le dice di aver giurato a sua madre di riportargliela, ma la madre è morta, ribatte Arya. Perché non l’ha protetta, se aveva giurato di farlo? Era stata allontanata, risponde Brienne, con il compito di riportare Jamie Lannister ad Approdo del Re. Sandor mette mano alla spada: evidentemente Brienne è al solto dei Lannister, e l'uomo teme che lei sia lì per la taglia. Brienne nega, ma Sandor le chiede dove abbia preso una spada così preziosa: conosce bene l’oro dei Lannister, e quello è oro dei Lannister senza alcun dubbio. La donna confessa, è un regalo di Jamie, così Arya le dice di proseguire verso la Valle, non le interessa quali giuramenti la donna abbia fatto alla madre.

 

Sandor dice a Brienne che la ragazza è stata chiara, non la seguirà da nessuna parte. I due estraggono la spada e cominciano un combattimento senza esclusione di colpi. Dopo molti dolorosi scambi, è Brienne ad avere la meglio: Sandor scivola oltre a una sporgenza e cade rovinosamente, ferito a morte. Arya è scomparsa, Brienne e Podrick non riescono più a trovarla, e allora decidono di proseguire lungo la loro strada.

 

Dopo che i due se ne sono andati, Arya raggiunge Sandor, ancora vivo e sofferente. L’uomo la implora in ogni modo di ucciderlo, togliendolo così dalla sua lunga lista, ma la ragazza rifiuta. Lo lascia lì, a morire da solo, e si reca a un porto dove incontra il capitano di una nave. Chiede un passaggio verso nord, verso la Barriera, in cambio di lavoro, ma il comandante rifiuta. Non vuole andare a nord, deve tornare a casa, a Braavos. Arya allora mostra la moneta datale da Joqen e pronuncia le parole che lui le aveva detto: Valar Morghulis. Il capitano le assegna una cabina, e Arya lascia Westeros.

 


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