Gomorra: Gelsomina Verde e la vera storia della ragazza uccisa dalla camorra

L'episodio 9 della prima stagione di Gomorra - la serie è dedicato a Gelsomina Verde, vittima innocente della faida di Scampia: ecco la sua storia vera.

Molti personaggi di Gomorra - La serie sono ispirati a figure realmente esistiti, i nomi sono stai cambiati sempre, tranne in un caso: l'episodio 9 della prima stagione della serie è tratto da una storia vera e si intitola Gelsomina Verde, come la vittima innocente della faida di Scampia e dello Stato che non ha riconosciuto l'indennizzo alla famiglia.

Gomorra - la serie, un'immagine dell'episodio Gelsomina Verde
Gomorra - la serie, un'immagine dell'episodio Gelsomina Verde

Nella nona puntata di Gomorra - La Serie è presente il personaggio Manu, ispirato a Gelsomina Verde. Manu è fidanzata con Daniele, un giovane meccanico che Ciro aveva coinvolto nel "sistema" facendolo diventare un corriere della droga. Quando Ciro decide di tradire Genny, ordina a Daniele di uccidere Tonino Russo. Il giorno prima dell'omicidio, Daniele decide di comprare un anello a Manu con i soldi avuti da Ciro per l'incarico. Purtroppo, una volta compiuta la missione, Daniele si rende conto di essere in guai seri e chiede aiuto a un suo amico fidato che lo spedisce lontano da casa per tenerlo al sicuro. Per scoprire che fine ha fatto Daniele, Ciro rapisce e tortura fino ad ucciderla la povera Manu.

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Una foto di Gelsomina Verde, uccisa dalla camorra nel 2004

Gelsomina Verde è stata uccisa il 21 novembre del 2004. All'epoca lavorava come operaia in una pelletteria e faceva volontariato nelle carceri. Pochi anni prima aveva avuto una relazione con Gennaro Notturno, e quando quest'ultimo passa al clan degli scissionisti lui e Gelsomina si sono lasciati da tempo. La ragazza ha conosciuto Pietro Esposito durante le ore di volontariato, è lui a chiamarla ed attirarla nella trappola organizzata da Ugo De Lucia, il killer del clan Di Lauro. All'incontro le chiedono dove si nasconde il suo ex fidanzato, ma lei non lo sa, ormai non lo vede da tempo. Gelsomina viene picchiata brutalmente, uccisa con tre colpi di pistola, il corpo viene bruciato, forse per nascondere i segni della tortura, solo una parte della gamba si salvò dal fuoco. Un'ennesima vittima innocente della faida che insanguinò la periferia napoletana in quegli anni.

Gelsomina Verde Auto Carbonizzata
Gelsomina Verde: l'auto nella quale fu bruciato il corpo della ragazza

Il processo per il suo omicidio - nel quale la famiglia Verde si è costituita parte civile - si è concluso con la condanna all'ergastolo per Ugo De Lucia e la condanna a sette anni e quattro mesi per Pietro Esposito. La cassazione nel dicembre del 2010, ha assolto Cosimo Di Lauro dall'accusa di essere il mandante dell'omicidio.

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Una foto di Cosimo Di Lauro

L'11 marzo 2010 Cosimo Di Lauro, che ha sempre negato di essere il mandante dell'omicidio, a titolo personale ha dato alla famiglia di Gelsomina Verde trecentomila euro come risarcimento. Soldi puliti, non provenienti da attività illecite, ma dal rimborso assicurativo incassato da Di Lauro per un incidente avuto da adolescente.

Lo stato invece non ha voluto riconoscere nessun rimborso alla famiglia di Gelsomina Verde, per due ragioni - come spiega stylo24 - la prima: un cugino di secondo grado del padre di Mina aveva avuto precedenti di tipo associativo. Un parente che né Gelsomina né nessuno del suo nucleo familiare aveva mai frequentato. La seconda: la famiglia aveva accettato il risarcimento di Cosimo Di Lauro, soldi leciti come abbiamo detto in precedenza.