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CAMPO MAGNETICO E PALEOMAGNETISMO

IL CAMPO MAGNETICO TERRESTRE

La terra possiede un campo magnetico dipolare generato dal moto del nucleo esterno, simile a quello prodotto da una barra magnetica  posta al centro della terra con inclinazione di 11.5 gradi. La regione dello spazio in cui si sente l’azione di questo campo magnetico è detta magnetosfera. La sua direzione si può determinare con la bussola, mentre la sua intensità con il magnetometro.

Alcune rocce contengono dei minerali ferromagnetici (come magnetite ed ematite) che possiedono una propria magnetizzazione permanente. Il minerale perde la magnetizzazione solo se viene scaldato fino a raggiungere una data temperatura, il punto di Curie, il cui valore cambia in base alla sostanza.

Lo studio della magnetizzazione permanente delle rocce che si sono formate in epoche passate, consente di ricostruire la storia del campo magnetico terrestre e di stabilire quando sono avvenute le inversioni di polarità.

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IL PALEOMAGNETISMO

magnetismo

Le inversioni di polarità del campo magnetico del nostro pianeta, documentate dallo stato di magnetizzazione assunto dalle rocce ignee (basalti) dei fondali oceanici (bande a magnetizzazione normale/inversa speculari rispetto alle dorsali oceaniche), ha fornito in questo modo una delle prime prove a sostegno della teoria della espansione dei fondali oceanici e della tettonica a placche.

Molte rocce conservano una magnetizzazione propria, indotta dal campo magnetico terrestre esistente al momento della loro formazione. Questo fenomeno si verifica quando la lava è in via di raffreddamento: al suo interno, infatti, si formano numerosi cristalli di minerali, alcuni dei quali sono sensibili alla presenza del campo magnetico; tali minerali vengono magnetizzati dal campo geomagnetico e diventano calamite permanenti, con il campo orientato come quello della Terra in quel dato momento; e la lava rimane inalterata per milioni di anni (a meno che non si fonda nuovamente). Si è scoperto, dunque, che il campo magnetico esiste da circa 3.5 miliardi di anni.

Nel corso degli anni ‘50 alcuni studiosi inglesi osservarono che il verso della magnetizzazione di rocce molto antiche non corrispondeva con quello attuale. Ma, dal momento che rocce diverse, aventi la stessa età, presentavano diverse magnetizzazioni, si capì che non erano stati i poli magnetici a spostarsi, bensì i continenti, scivolando sulla superficie terrestre (mentre i poli erano rimasti all’incirca nella posizione attuale); di conseguenza le rocce, spostandosi, hanno cambiato anche il loro campo magnetico fossile. Poiché il campo magnetico fossile di rocce anche recenti mostra verso opposto rispetto a quello del campo magnetico attuale, si è ipotizzato che, in un tempo non troppo lontano, il Polo nord magnetico fosse situato al posto dell’attuale Polo sud magnetico. Si è riscontrata dunque una inversione di polarità: il campo magnetico terrestre è passato alternativamente da  normale (come oggi) a inverso.


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