Capri Forever, Una favola blu...

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icon12  view post Posted on 9/12/2007, 18:02
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Libraia, Scrittrice e Promoter Culturale

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Gabriella Pession, Kaspar Capparoni, Sergio Assisi, Isa Danieli e Bianca Guaccero sono i protagonisti della serie Tv ambientata a Capri, prodotta da Angelo Rizzoli e diretta da Enrico Oldoini con la collaborazione di Francesca Marra.
La serie ha impegnato la Produzione per quasi due anni tra preparazione, riprese e post-produzione. Le riprese, effettuate con due unità parallele, hanno avuto luogo da fine giugno 2005 a fine dicembre 2005, per complessive 33 settimane di lavorazione. I ruoli del film, tra personaggi principali e secondari, sono stati 130; le figurazioni circa 1500.
Il fascino irresistibile di Capri è dato dalla fusione tra una bellezza naturale mozzafiato e la sensazione di una vita fuori del comune. A Capri le abitudini quotidiane restano sospese, la morale corrente messa momentaneamente da parte.
In quest'incantevole scenario, lungo l'intero arco della serie, le grandi storie si alterneranno alle piccole, i sogni inseguiti e realizzati a quelli contrastati e perduti.
La fiction, costellata da 24 episodi divisi in dodici prime-time, prende il via su Rai Uno il 15 Ottobre 2006 e si conclude il 27 novembre, conquistando l'affezione del pubblico e vincendo serie già collaudate come Distretto di Polizia e i Cesaroni. I dati d'ascolto qui riportati dimostrano come la storia abbia catturato il cuore dei telespettatori in un susseguirsi di commedie e di piccoli drammi quotidiani.

Prima puntata: 5.940.000 (share 28,90%)
Seconda puntata: 6.652.000 (share 25,55%)
Terza puntata: 5.902.000 (share 23,75%)
Quarta puntata: 6.073.000 (share 26,05%)
Quinta puntata: 5.771.000 (share 23,85%)
Sesta puntata: 6.091.000 (share 24,44%)
Settima puntata: 5.922.000 (share 23,37%)
Ottava puntata: 6.827.000 (share 26,96%)
Nona puntata: 6.658.000 spettatori (share 30,47%)
Decima puntata: 6.586.000 spettatori (share 25,14%)
Undicesima puntata:7.366.000 spettatori ( share 30,28%).
Dodicesima puntata: 7.889.000 spettatori (share 29,36%).


Ecco alcune curiosità legate al set di Capri:
1) La serie, nei primi tempi, doveva essere girata ad Ischia.
2) Villa Isabella in realtà non è a Capri ma è sita nella località di Raito di Vietri sul Mare (in provincia di Salerno) e il nome reale della proprietà è Villa Guariglia.
3) L' 80% della serie è stato girato nell'isola di Capri, il 10% a Napoli, e gli interni di Villa Isabella sono girati a Raito.
4) Alcune delle riprese della Grotta Azzurra non sono state girate a Capri ma nella Grotta dello Smeraldo nel comune di Conca dei Marini.

LA TRAMA IN BREVE


Vittoria Mari una giovane psicologa milanese di ventisei anni, in procinto di sposarsi con Andrea, un avvocato civilista, scopre di essere stata nominata erede di una signora caprese, Donna Isabella . La ragazza, presa dalla curiosità e convinta che si tratti di un equivoco si precipita a Capr,i andando contro il volore del fidanzato, per scoprire chi era questa signora e perché è stata convocata d'urgenza all'isola.
Dal notaio Nascimbeni, Vittoria scopre di essere coerede di Villa Isabella, una bellissima dimora e del contenuto di una cassetta di sicurezza.

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Gli altri eredi sono Massimo Galiano e Umberto Galiano , fratelli e nipoti di quella donna Isabella che Vittoria non ha mai conosciuto. Umberto, allegro e vivace come l'isola in cui abita, viene subito affascinato dalla psicologa e tenta di conquistarla con le sue infallibili doti da viveur. Massimo, invece, si dimostra più ostile, domandandosi chi sia e da dove venga la bella psicologa, dal momento che la sua presenza rappresenta l'ostacolo principale per la vendita di Villa Isabella, che i due fratelli, colpiti da problemi finanziari, hanno promesso agli Scapece, una delle famiglie più influenti dell'isola.

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La ragazza, visto che non ha la minima idea di chi sia la sua benefattrice, decide di visitare la proprietà. Qui conosce Gennarino, il portiere di famiglia, il piccolo Alan e la cuoca Reginella che presta servizio in quella casa da più di quarant’anni. Mentre Umberto è sempre più incantato da Vittoria, il fratello Massimo cerca di metterle i bastoni fra le ruote perchè pensa che la ragazza abbia solo delle mire venali nei confronti della famiglia e che quell'aria da innocentina sia solo un modo di mascherare le sue vere intenzioni.
Vittoria a Capri si sente come un pesce fuor d’acqua. Fa amicizia con Nancy, un’americana che manda a monte il proprio matrimonio per tornare fra le braccia di Cosimo, il suo unico amore, e con Rossella, una donna vivace, che gestisce una agenzia di viaggi. Quando viene aperta la cassetta di sicurezza Vittoria scopre un segreto che cambierà per sempre la sua esistenza. In essa è custodita una cornice e quando Vittoria torna alla villa scopre nel retro una lettera scritta da una giovane di nome Angela e indirizzata a donna Isabella. Leggendo il testo, Vittoria scopre di essere stata adottata e che Angela, figlia di Reginella, è la donna che le ha dato la vita.
Reginella, sua nonna naturale, al principio fredda e scostante, si affeziona alla nipote e decide di trasformare la Villa in un ristorante rinomato, dove la gente altolocata può assaporare meglio l'atmosfera caprese grazie alle succulente prelibatezze della signora.
Vittoria, cede alle avances libertine di Umberto ma più tardi, fra gl'intrighi di Carolina Scapece, rivelazioni scioccanti e fantasmi sepolti in mare, troverà in Massimo l'amore vero.

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VITTORIA MARI: Nata a Brambate nel 1980, è una psicologa in procinto di sposarsi con Andrea, avvocato pedante con annessa madre invadente, quando viene convocata a Capri per una misteriosa eredità e ne resta affascinata. A Capri, Vittoria si sente a casa: sarà una questione di sangue, saranno i due fratelli Galiano, sarà l'esuberante Reginella o le nuove amiche, Rossella e Nancy, ma sembra proprio che Capri sia per Vittoria l'isola del destino.
E'interpretata da Gabriella Pession.

UMBERTO GALIANO : Playboy impenitente, Umberto, al contrario del fratello maggiore, non sembra prendere la vita sul serio. Il suo savoir-faire è famoso, tanto da valergli la nomina di "Re di Capri". Tutti nell'isola dubitano che possa innamorarsi sul serio, ma l'arrivo di Vittoria, oltre a creare scompiglio sulla scacchiera delle sue conquieste femminili, metterà in in risalto le luci e le ombre del suo carattere.
E'interpretato da Sergio Assisi.

MASSIMO GALIANO: Caprese doc, proviene da una delle famiglie più in vista dell'isola, ma ormai ridotta sul lastrico. I fratelli Galiano, infatti, hanno al loro attivo una piccola flottiglia di barche e la bellissima Villa Isabella, sulla quale gravano però ingenti debiti. Massimo è un tipo serio, dedito al lavoro, speso preoccupato della situazione finanziaria della famiglia. In apparenza freddo e distante, Massimo in realtà nasconde un grande dolore, il lutto per la morte della moglie, avvenuta in tragiche circostanze.
E'interpretato da Kaspar Kapparoni.

REGINELLA: È l'indiscussa regina della cucina di Villa Isabella, il luogo nel quale ha trascorso gli ultimi quarant'anni dedicandosi alla padrona di casa, Donna Isabella. Le sue doti culinarie sono diventate leggenda a Capri, da quando preparò una sontuosa cena per il Re di Spagna. Reginella è la custode delle ricette più antiche e straordinarie dell'isola, ma è anche una donna tenace, cocciuta, a volte spinosa. Niente e nessuno potranno strapparla alla villa. Forse dietro tanta apparente determinazione, c'è il desiderio di mantenere celato un terribile segreto che appartiene a un lontano passato.
E'interpretata da Isa Danieli.

GLI SCAPECE: Non si sa se siano nati prima loro o l'Hotel Scapece, perché a Capri Domenico e Carolina Scapece sono da sempre associati al prestigioso albergo. Padre e figlia, infatti, sono dediti anima e corpo agli affari, che non sempre, o quasi mai, conducono in modo limpido e alla luce del sole. La loro più grande aspirazione è mettere le mani su Villa Isabella, la magione più nobile e prestigiosa, magari sperando che un po' di quella antica eleganza venga così trasmessa anche a loro.
Interpretati da Nello Mascia e Bianca Guaccero.

TOTONNO: Pescatore, un vero monumento dell'isola, è il fornitore della migliore materia prima per la cucina di Reginella: pesce freschissimo. Gli ultimi quarant'anni sono trascorsi per lui nell'attesa che Reginella si accorgesse del suo amore, sempre vissuto all'ombra, con discreta partecipazione alle vicende della cuoca. Chissà se tutti questi anni sono trascorsi invano per lui…
E'interpretato da Carlo Croccolo.

ROSSELLA: Ecco un'altra che la vita pare non prenderla seriamente. Rossella ha quell'età nella quale le donne non dichiarano più i loro anni. Ha trascorso una giovinezza spensierata, esplorando l'universo maschile senza farsi troppi problemi, ma in realtà alla ricerca vana dell'uomo ideale. Anche se non vuole darlo a vedere, Rossella vorrebbe tanto una vita di coppia stabile, solo che i suoi gusti, in fatto di uomini, lasciano un po' a desiderare.
E'interpretata da Antonella Stefanucci.

NANCY: Una giovane americana, letteralmente innamorata dell'isola, tanto da averla scelta come teatro del suo imminente matrimonio. Capri le ricorda dei momenti intensi, che non ha più rivissuto, ma che in cuor suo vorrebbe poter assaporare ancora.
E'interpretata da Marina Kazankova.

GENNARINO: È il fedele custode di Villa Isabella, nella cui dépendance vive insieme alla sua famiglia: la moglie Amalia, un valido aiuto per le cene organizzate da Reginella, Daiana, la figlia adolescente e sognatrice e Alan, il piccolo di casa, un arruffato scugnizzo sempre pronto a mettersi nei guai.
E'interpretato da Lucio Caizzi.

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Gabriella Pession .... Vittoria Mari
Sergio Assisi.... Umberto
Kaspar Capparoni .... Massimo
Isa Danieli .... Reginella
Antonella Stefanucci .... Rossella
Leandro Amato .... Ninì
Giuliano Amatucci .... Maresciallo Iannone
Carlo Croccolo .... Totonno
Bianca Guaccero .... Carolina Scapece
Nello Mascia .... Domenico Scapece
Daniela Poggi .... Clara Mari
Carmine Recano .... Carmelo
Lucio Caizzi .... Gennarino
Garmy Sall .... Astu
Gianluca Salvo .... Alan
Gino Curcione .... Armellino
Robert Dawson .... Mr. Taylor
Aldo De Martino.... Marco Ronaldi
Katia Astarita .... Negoziante
Anita Auer .... Astrid
Maria Chiara Augenti .... Teresa
Rosanna Banfi .... Amalia
Thierno Thiam .... Saide Samba Nando
Enzo Marino Bellanich .... Gianni Castaldi
Niccolò Diana .... Nicola
Alessio Di Clemente .... Walter Paggi
Niccolò Enriquez .... Mathias
Eugenio Esposito .... Franco Loverso
Abraam Fontana .... Marcello Secoli
Pietro Fornaciari .... Damiano
Emiliana Franzone .... Anna, nonna Nicola
Antonio Friello .... Capitano Landi
Ivo Garrani .... Edoardo
Toni Garrani .... Antonio Mari
Dorothea Heß.... Dora (Dorothea Hess)
Dietrich Hollinderbäumer .... Helmut
Valentina Bordin .... Ragazza Incidente Barca
Barbara Bouchet .... Avv. Maggioni
Tony Brennero .... Peppe
Antonio Casagrande .... Don Alfonso
Maria Comegna .... Daiana
Ugo Conti .... Manlio Zerri
Max Florian Hoppe .... Stig
Marina Kazankova .... Nancy
Maura Leone .... Marta
Patrizia Leonet .... Rachele Carminati
Andrea Lolli .... Giuseppe
Andrea Lupo .... Andrea Cariminati
Robert Madison .... Robert
Roger Mazzeo .... Rhett
Carlo Monni .... Galbusi
Lola Pagnani .... Maria Rosaria
Anny Papa .... Andreina (as Annie Papa)
Valentina Paradiso .... Giulia
Massimiliano Pazzaglia .... Marco Sacchetti
Luca Seta .... Giulio Marra
Susanna Smit .... Olga Capozzi
Corrado Taranto .... Max Fontana
Antonella Maria Troise .... Gloria
Sharon Twomey .... Jane
Sasa Vulicevic.... Jodorowsky
Daniela Ziegler .... Adriana Olmi
Riccardo Zinna .... Notaio



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Soggetti e Sceneggiature....Dino e Filippo Gentili, Aida Mangia, Anna Mittone, Miranda Pisione
Regia...Enrico Oldoini, Francesca Marra, Giovanni Vaccarelli
Story Editor .... Angelo Rizzoli Jr.
Casting....Francesca Galiani
Fotografia....Franco Alberto Cucchini, Face On
Scenografia....Sandro Grossi
Costumi....Maurizia Narducci
Fonico....Patrizia Baiocchi
Delegato all'Organizzazione....Umberto Montesanti
Produttore RAI....Olivia Sleiter
Prodotto da....Paola Masini
Organizzatore Generale....Angelo Rizzoli per Rizzoli Audiovisivi S.p.A.
Direttore di produzione....Antonio De Simone Golluscio
Aiuto Regia....Nicola Innocenti
Second Unit Director or Assistant Director....Federico Marsicano, Luca Padrini, Alessio Spinelli
Production coordinator ....Mara Cereda, Livia Pastorelli, Giorgio Perluigi, Umberto Montesanti


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PROFESSIONE CASTING DIRECTOR: F.A. CUCCHINI
Di
Marco Raduini


27 novembre 2006
"La prima cosa che mi piace percepire sono le emozioni, osservo e mi aspetto di vedere la gamma di emozionalità che una persona possiede. A un giovane attore chiedo di essere se stesso, mai essere finto, contraffatto".
Una delle figure professionali che si delinea essere tra i motori segreti del successo della produzione ‘filmica' televisiva è quella del ‘casting director'. Dal canto suo è F.A. Cucchini a far notare come "cinque o sei anni fa una fiction poteva rendere pure 8 milioni di spettatori, ma oggi è un successo totale avere vette da 5 milioni". I grandi big dello share televisivo di questo autunno sono gli interpreti delle tre fiction Capri, Il padre delle spose e La Freccia Nera, impostesi senza rivali in prima serata, incalzando e addirittura battendo gli ascolti di "Striscia" o del programma condotto da Gianni Morandi, sfondando letteralmente quel muro da 5 milioni.

Vediamo allora che Gabriella Pession, Kaspar Capparoni e Sergio Assisi, diretti da Enrico Oldoini nelle 12 puntate, in corso, di quel successo assoluto che è stato "Capri" sono stati scelti e amalgamati proprio da Cucchini: "Adoperarsi come direttore casting è una responsabilità che devi sentirti dentro, vai ad esercitare delle abilità personali che entrano in gioco stando direttamente a contatto con gli attori, ne valuti la personalità, provi a far emergere in loro quello che ti serve per la parte" ... "Un progetto personale sarebbe quello di migliorare la qualità dei prodotti per il piccolo schermo, sarebbe bello poter avere maggiore tempo e cura di quel che facciamo, per il mio mestiere e per quanto mi concerne, sarebbe notevole esercitare in modo pieno e indipendente le mie abilità personali di fare casting, conoscendo ‘davvero' gli attori e mettendoli insieme prima come persone, poi come artisti. Ma spesso non esiste il modo, se pensiamo ai tempi di produzione. Nonostante questo, anche "La Freccia Nera" penso sia un buon prodotto, è stato una bella soddisfazione, mi ha richiesto molto, ma mi ha anche ripagato".

Tornando ai grandi numeri, difatti, se "Capri" è stato un successo assoluto, tenendo banco su RaiUno da fine estate e facendo svalvolare il contatore delle percentuali d'ascolto domenica 26 novembre raggiungendo il 30,28% di share con 7.366.000 spettatori (quasi il doppio rispetto al film di Verdone ''Ma che colpa abbiamo noi'', trasmesso intanto da Canale 5), anche "La Freccia Nera" (6 puntate dirette da Fabrizio Costa per una produzione Mediaset da 13 milioni di euro) con i ‘divi' Martina Stella e Riccardo Scamarcio, e gli altri del cast come Ennio Fantastichini e Luca Calvani ha esordito con quasi 6 milioni di spettatori, ovvero un 24,50% di share, assestandosi poi su uno zoccolo comunque superiore ai 4 milioni di telespettatori.
Ma come si porta avanti un cast di attori per un film destinato alle sale e come gestire invece il personale per una superproduzione in costume pianificata per il piccolo schermo? Interviene così Cucchini: "Sul piano della individuazione dei ruoli, mentre al cinema si cerca sempre una maggiore profondità, si cesella, si lavora sulla interpretazione... si può veder un attore soffrire... diciamo che il mercato delle fiction predilige, indicativamente, quegli attori che possiamo definire ‘recitanti', la televisione fa della esteriorità la sua efficacia. Entrambe le caratteristiche sono fondamento del mestiere di attore".

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RECENSIONE
di
Francesco Durante


Probabilmente, il primo film realizzato a Capri è una breve sequenza girata da Alfred C. Abadie, operatore della società Edison, nel 1903. Ha anche un titolo: Tourists Landing at Island of Capri (Turisti che sbarcano sull'isola di Capri), di quelli che, più di trasmettere emozioni, richiamano l'attenzione sulla natura pionieristica «lumieresca» dell'impresa. E invece di tutt'altra grana il secondo film della lista, anno 1907: La dea del mare , regista sconosciuto, protagonista una giovanissima futura superdiva del muto: Francesca Bestini. Di questo film non si sa quasi nulla, se non che alcune scene furono girate sull'isola, e che il regista si avvalse della consulenza di Salvatore Di Giacomo.
Nei cent'anni successivi, a Capri il cinema è stato di casa, con decine di film famosi e non, e soprattutto con un andirivieni di divi, dive & divine che hanno grandemente contribuito a consolidare il già notevole prestigio turistico del luogo, dandogli una decisiva spinta in senso mondano. La storia di questa bella avventura di celluloide è ora vivacemente raccontata da Sergio Lambiase in un libro riccamente illustrato: CapriMovies .
Altro testo cult: Sophia, Totò, Brigitte Bardot e gli altri , corredato da una filmografia a cura di Germana Ayala talmente aggiornata da comprendere anche pellicole non ancora uscite nelle sale, come The Last Legion (L'ultima legione), il kolossal storico-fantastico tratto dal romanzo di Valerio Massimo Manfredi che, prodotto da Dino De Laurentiis e interpretato tra gli altri da Colin Firth e Ben Kingsley, racconta le peripezie «britanniche» dell'ultimo imperatore d'Occidente, Romolo Augustolo, immaginando una continuità tra la storia di Roma e il ciclo arturiano della Spada nella Roccia.
Prima, però, c'è stato molto altro ancora.
Ad esempio, le metamorfosi delle dive, come Brigitte Helm, che nel 1930 diventa protagonista di Die singende Stadt (La città canora) di Carmine Gallone, al fianco di un altro attore assai popolare in ambito tedesco, Jan Kiepura, nei panni, «al limite dell'improbabilità», di una guida turistica tra Napoli e le isole del Golfo. Ne verrà fuori «quello che è forse il primo musical della storia del cinema», e vale la pena di sottolineare la curiosa qualità «globale» di questo film, insieme germanico e mediterraneo. Esplorando il cinema tedesco a Capri viene fuori in maniera chiara questa dimestichezza germanica con l'isola e con la gioia agognata e solare che essa ispira, da cui sono nate tra l'altro numerose e popolari canzoni, non poche delle quali trasferite sul grande schermo.
In realtà, la presa hollywoodiana su Capri non è mai venuta meno. Da The Pulse of Life (Il battito della vita, 1917), in cui il regista Rex Ingrani racconta una storia, capresissima e con molti riscontri nella realtà, di artisti e di modelle, ai tanti successivi blockbuster dagli altisonanti cast: The White Sister (con Lillian Gish, 1923), The Dangerous Age (con Myrna Loy, 1949), Accadde in settembre (con Joseph Cotten e Joan Fontaine, 1950), It Started in Naples (il celebre La baia di Napoli, con Sophia Loren e Clark Gable, 1960) e via di seguito.
L'ultimo che abbiamo citato è certo un caposaldo di quella stagione felice e ahimè lontana che fece assaporare al mondo intero «the magic of Italy», e che era incominciata praticamente subito dopo la guerra. In quel periodo il cinema italiano produsse molte commedie in cui Capri è il palcoscenico ideale della leggerezza e della gioia di vivere. Il campione del gruppo è sicuramente L'imperatore di Capri, di Comencini (1949), con il meraviglioso Bey di Agapur Totò e i vari Galeazzo Benti, Mario Castellani, Aldo Giuffrè, Marisa Merlini, Yvonne Sanson, che ha il suo quasi sequel in Totò a colori di Steno (1952), dove il memorabile Bey si muterà nel Cigno di Caianello Antonio Scannagatti, altrettanto degno di memoria. E questa Capri leggera avrà posto anche nei famosi «musicarelli» anni Sessanta, e tornerà ancora, coi suoi paesaggi i Faraglioni soprattutto in pellicole di grande successo come Il secondo tragico Fantozzi (1969), dove proprio sui Faraglioni Paolo Villaggio si spetascia durante le sue evoluzioni di sci nautico, e ancora oltre. Fino ad ora, 2006, come in Natale a New York, nella cui trama Manhattan non è l'unica isola.
L'elenco potrebbe allungarsi, e di molto, e qui non è il caso. Ma certo, tra le molte cose su cui tocca di sorvolare, non si può in alcun modo mettere almeno un'altra, assai più impegnativa, geniale e fatidica prova, si dice de Le mépris (Il disprezzo, 1963) di JeanLuc Godard. Dove, come giustamente nota Lambiase, si riprendono in parte i temi del Viaggio in Italia , di Rossellini che, in fondo , è uno degli omaggi più radicali non solo alla bellezza naturale di Capri, ma anche a quella di una sfolgorante Brigitte Bardot. Lei sì vera sirena che nuota nuda nelle acque di Punta Massullo, proprio sotto Villa Malaparte...

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Edited by LadyAlexandra - 12/12/2007, 12:44
 
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view post Posted on 11/12/2007, 17:49
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Arrivare a Capri è come approdare in un sogno. La tranquillità e la struggente bellezza dell'isola di Capri è immediatamente visibile. Un sogno, un fascino tutto da scoprire: forse è davvero l'isola che non c'è. Capri viene spesso definita in vari modi: L'isola blu, la bella dormiente o ancora l'isola dell'amore. Ma forse la definizione più idonea per l'isola di Capri, è quella che ogni uno di noi da bambino ha attribuito al luogo dei propri sogni.
L' isola è divisa in due comuni: Capri ed Anacapri. E' bagnata dal Mar Tirreno e dista 35 Km dalle coste napoletane, è legata alla penisola sorrentina da un prolungamento roccioso sottomarino lungo 5 Km. Con la sua roccia calcarea copre un territorio di 10,36 Kmq., ha delle coste molto alte e frastagliate; l'altezza massima e' raggiunta dal monte Solaro che arriva a 586 mt. Il clima e' temperato e umido, dunque la flora è rigogliosa e tipica mediterranea, la fauna invece, è piuttosto scarsa. Tra le maggiori bellezze naturali vi sono: La Grotta Azzurra e I Faraglioni. L'isola di Capri è agevolmente raggiungibile imbarcandosi su traghetti di linea sia dal porto di Napoli, che da quello di Sorrento. In ogni caso lo sbarco avviene a Marina Grande, a Nord dell'isola che è anche il punto di approdo per le barche dirette nel porto turistico di capri. Non è concesso l'imbarco di auto private ai non residenti se non nel periodo invernale.
Lo storico e geografo greco Strabone, riteneva che capri fosse stata un tempo unita alla terraferma. Questa sua ipotesi è stata poi confermata, recentemente, sia dall'analogia geologica che lega l'isola alla penisola sorrentina sia da alcune scoperte archeologiche.
Coesistono sull'isola due realtà urbane, diverse tanto per la naturale separazione geografica quanto per tradizioni e origine etnica: Capri e Anacapri. Tale differenziazione si spiega con la naturale vicinanza di Capri al mare: la presenza del porto ha infatti agevolato gli scambi commerciali e culturali con il Regno di Napoli e determinato, di conseguenza, un suo maggiore benessere economico.
Le due comunità erano in eterno conflitto, impegnate a difendere ognuna i propri diritti, esasperate dalla mancanza di vera autonomia che le costrinse ad accettare, nel corso dei secoli, le pressanti pretese degli amministratori inviati dal continente come controllori dell'economia locale.

LA PIAZZETTA

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Piazza Umberto I è la famosa Piazzetta, aperta sul panorama di Monte Solaro dalla terrazza con le bianche colonne della Funicolare. La Piazzetta è il centro dell'isola di Capri sia per i turisti che per gli abitanti del posto. Chiunque arriva a Capri deve passare tra gli stretti spazi lasciati liberi dai tavolini dei bar, dove ci si incontra per fare colazione o semplicemente due chiacchiere, coperti dalla discrezione degli ombrelloni utilizzati per riparare dal sole. In Piazzetta si trova il giornalaio del paese, il piccolo ufficio informazioni dell'Azienda del Turismo e, sulla Torre dell'Orologio, il telefono pubblico con connessione ad internet. Su un lato della Piazzetta, di fronte alla scalinata, c'è il Municipio. Nel cortile del Municipio c'è il fusto di una colonna scanalata e il frammento di una base circolare in marmo, ritrovati negli anni Venti durante la costruzione del porto, probabilmente appartenenti alla villa augustea di Palazzo a Mare. La Piazzetta era il centro della vita locale, sede del mercato della verdura e del pesce, raramente della carne, merce un tempo molto rara. Solo nel 1938, dall'idea del giovane caprese Raffaele Vuotto di sistemare alcuni tavolini, la Piazzetta assunse un carattere più mondano. Da quel momento la Piazzetta divenne punto focale della vita sociale che prima si svolgeva negli alberghi e nelle abitazioni private.

LA GROTTA AZZURRA

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La Grotta Azzurra di Capri è nota in tutto il mondo per la sua vastità, la colorazione intensamente azzurra del suo interno e lo splendore bianco argenteo che assumono gli oggetti immersi nelle sue acque. Ci sono due modi per arrivare alla Grotta Azzurra, via terra arrivando da Anacapri con l'autobus o il taxi; o via mare partendo da Marina Grande con i motoscafi che, facendo il giro dell'isola di Capri, fermano all'ingresso della grotta. Per entrare nella Grotta Azzurra bisogna salire su piccole barche a remi, in due o tre persone al massimo e, stesi sul fondo, si attraversa lo stretto e basso varco naturale aperto nella roccia. L'operazione è impossibile nei giorni in cui tira il vento di libeccio o di maestrale. L'ingresso della Grotta Azzurra è un piccolo varco nella parete rocciosa, largo circa 2 metri e alto altrettanto, che si trova sopraelevato sul livello del mare di circa 1 metro, per questo motivo per entrare bisogna distendersi sulla barca. Il rematore abbandona i remi e spinge la barca dentro afferrando una catena murata sulla volta dell'ingresso. L'ambiente interno appare tutto di colore azzurro, la volta, definita Duomo Azzurro, ha un'altezza media di 7 metri arrivando a 14 nella parte più interna; la cavità d'erosione è lunga circa 60 metri e larga al massimo 25. La grotta continua con la Galleria dei Pilastri, tre rami comunicanti tra loro che confluiscono nella Sala dei Nomi, chiamata così per le numerose firme dei visitatori apposte sulle pareti, e il Passaggio della Corrosione, fino all'estremo punto accessibile, la Sala della Corrosione. La colorazione azzurra della Grotta Azzurra è dovuta al fatto che la luce del giorno entra attraverso una finestra sottomarina che si apre esattamente sotto il varco d'ingresso, subendo in tal modo una filtrazione da parte dell'acqua, che assorbe il rosso e lascia passare l'azzurro. Un secondo fenomeno determina lo splendore argenteo degli oggetti immersi: le bolle d'aria che aderiscono alla superficie esterna degli oggetti, avendo indice di rifrazione diverso da quello dell'acqua, permettono alla luce di uscire. Si pensa che l'interno della Grotta Azzurra in epoca romana, al tempo di Tiberio, fosse utilizzato come ninfeo marino, c'è stato chi lo ha immaginato come un luogo di Nereidi o di Sirene e chi riteneva fosse il regno di diavoli che intimorivano chiunque osasse entrarvi.

I FARAGLIONI

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I Faraglioni sono tre picchi scampati al franamento della costa, all'erosione del mare e degli agenti atmosferici. Sono distinti con nomi diversi: il primo unito alla terra, si chiama Stella, il secondo, separato dal primo per un tratto di mare, Faraglione di Mezzo ed il terzo, Faraglione di Fuori o Scopolo, ossia capo o promontorio sul mare. Sul Faraglione di Fuori vive la famosa Lucertola Azzurra dei Faraglioni, Podarcis sicula coerulea, ed è l'unico luogo dove è possibile trovarla. Si vuole pensare che dopo il distacco dalla terraferma una sorta di mimetismo protettivo abbia fatto acquistare alle sue squame i colori azzurri del mare e del cielo. I Faraglioni hanno un'altezza media di 100 metri e nel Faraglione di Mezzo si apre una cavità, il sottopassaggio conosciuto in tutto il mondo. I Romani prediligevano questa zona dell'isola di Capri: anticamente disseminata di splendide ville e ombrosi ninfei, poi raffinato rifugio di artisti nel Novecento, è oggi sede di ville e alberghi esclusivi.

MARINA GRANDE

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Appena scesi dal traghetto o dall'aliscafo, si arriva a Marina Grande. All'estremità iniziale della banchina ci sono gli uffici dell'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, dove chiedere qualsiasi tipo d'informazione, e la Capitaneria di Porto. Alle spalle di questo palazzo ci sono le biglietterie di tutte le compagnie di navigazione, degli autobus, della Funicolare; inoltre ci sono la spiaggia pubblica di Marina Grande, la più grande dell'isola di Capri e, d'estate, l'imbarco per il motoscafo che porta alla zona di Palazzo a Mare. Andando a sinistra c'è Piazza Vittoria e la stazione della Funicolare, il posteggio dei taxi, il giornalaio, la farmacia, vari bar, ristoranti e negozi di prodotti tipici. Procedendo per via Cristoforo Colombo si raggiunge il porto turistico e il parcheggio per le auto e ciclomotori sul Molo Pennello.

MARINA PICCOLA

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A 15 minuti dalla Piazzetta sul versante sud dell'isola di Capri c'è la baia di Marina Piccola. A Marina Piccola si può arrivare in autobus, taxi o a piedi, percorrendo via Mulo. Arrivati in un piccolo piazzale, dove c'è il capolinea degli autobus e il posteggio dei taxi, si scendono alcuni gradini per veder la piccola Chiesa di S. Andrea, costruita nel 1900. Continuando a scendere si arriva al famosissimo "Scoglio delle Sirene" che divide l'insenatura in due baie: a sinistra Marina di Pennauro e a destra Marina di Mulo. Il toponimo sirene è stato utilizzato per la prima volta ad inizio secolo quando alcuni studiosi vollero individuare nello scoglio delle sirene il 'prato fiorito sul mare' di Omero, ipotizzando che l'uomo primitivo di Capri si sarebbe servito del canto delle sue donne per indurre i naviganti a sbarcare. La spiaggia di Marina Piccola è molto alla moda, ricca di stabilimenti; al piccolo molo dello Scoglio delle Sirene arrivano le barche che d'estate fanno la spola tra Marina Piccola e i Faraglioni.

IL SALTO DI TIBERIO. LA LEGGENDA

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Non a tutti i potenti della terra, sia pure grandissimi, è dato d'entrare nella leggenda popolare, anzi, è cosa riservata a pochi. Augusto, che pure ha dato il nome ad un mese, non è tra questi, mentre lo è il suo successore Tiberio, imperatore dal 14 al 37 d.C.
Grande amministratore e consolidatore del suo dominio, nato per il potere, che ottenne più per volontà del destino che sua, quando lo ebbe, fece sul serio e lo esercitò inimicandosi senatori e patrizi, i quali gli organizzarono contro congiure da lui represse nel sangue.
Fuggì da Roma arroccandosi a Capri, da dove governò lo Stato, con la flotta pronta a salpare in caso di insurrezione. Di là prese avvio la sua leggenda, creata in parte da storici e potenti che lo odiavano.
Fu dipinto come un mostro sanguinario, delirante nella vecchiaia. Nell'isola di Capri, dove aveva fatto costruire la Villa Jovis, si trova il salto di Tiberio, rupe a picco sul mare dalla quale faceva volare gli indovini che sbagliavano le previsioni.
La sua specialità erano le grotte che scavava in luoghi dirupati e attrezzava lussuosamente. Ne aveva una collezione, un po' dappertutto. La più famosa è la Grotta di Sperlonga (Latina), spelonca costiera che, secondo la tradizione, Tiberio incluse in una sua villa fastosa, dandole una sistemazione monumentale.
Un'altra Grotta di Tiberio si trova nel sistema di grotte marine che si aprono nella costa di Capri.
Ad Arco (Trento) la torre della rocca è detta di Tiberio, perché si dice che vi avesse fatto costruire una fortezza, munita di un immenso sotterraneo per sua sicurezza. Così a Rivola (Ravenna), in una fenditura nella roccia in cui scorre il fiume Serio si apre un grande antro nel quale si vuole nascosto il tesoro che vi fece seppellire questo imperatore-talpa.
Cosa cercasse il sovrano sotto terra si può capire però da una leggenda su un'altra non molto nota Buca di Tiberio. Questa si trova in Toscana e si apre nelle pendici della montagna, nei pressi di Cornacchiaia, non lontano da Firenzuola. Lì sarebbe morto e non a Capri, come vuole la storia.
Capitato da quelle parti un indovino gli aveva predetto che sarebbe stato fulminato da una saetta. Terrorizzato dal vaticinio, il Principe andò a ripararsi in quella tana, da dove non ebbe più il coraggio d'uscire e ordinò alle sue truppe di scavare finché la caverna fosse tanto profonda da non sentire più il rombo dei tuoni.
I soldati scavarono tanto che gli asini impiegavano un giorno intero per portare la terra dal fondo della caverna fin'all'entrata. Alla fine, stufi di quella pazzia, gli misero nella buca provviste per vivere un secolo e lo lasciarono al buio nell'antro. Tiberio ci rimase per anni beato. Però, col passare del tempo, ricominciò a far capolino alla luce, nei giorni in cui il sole spaccava le pietre, pronto al primo refolo di vento o alla prima nuvoletta a rintanarsi di furia. Una volta però s'appisolò al sole, il cielo si rannuvolò e una saetta lo incenerì. Il vento soffiò via la sua cenere, ma resta ancora sul macigno un'impronta nera che ancora, dopo tanti secoli, non è scomparsa.
Molti ebbero simili ossessioni. Sant'Agostino si dice che vivesse gli ultimi anni in cantina, terrorizzato dai fulmini; Eschilo viveva in una grotta per il timore del crollo della casa.
Questo aspetto della leggenda di Tiberio nasce forse da un fatto che riferisce Svetonio (Tiberii vita LXIX): "Quanto a cose di religione era molto incurante, dedito qual' era all'astrologia e convinto che tutto fosse mosso dal fato. Aveva però un'eccessiva paura dei tuoni e, quando il cielo era scuro, non rinunciò mai a portare la corona d'alloro, poiché si dice che questa pianta non sia mai colpita dalla folgore."
Un tipo che se l'avesse potuto avere in analisi, Freud sarebbe andato a nozze.

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NB: Le Fonti Bibliografiche, comprese le immagini, sono state estrapolate dal sito Capri.it mentre l'articolo riguardante il salto di Tiberio e la sua leggenda è di Carlo Lapucci, tratto da "Il Sole 24ore" del 9 luglio 2001.
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Edited by LadyAlexandra - 11/12/2007, 18:25
 
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Libraia, Scrittrice e Promoter Culturale

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Raito è famosa nel mondo per le caratteristische "scale", che sono l'unico mezzo con il quale si può girare in paese. Infatti esso ha solo 2 strade, una in cima ed una in basso al paese, le quali sono ben collegate con le linee di autobus vietresi.
Insieme a tutta la costiera amalfitana è considerato patrimonio mondiale dell'Unesco.
Infine, grazie alla sua collocazione, gode di un panorama magnifico su tutta la costiera amalfitana, ed è considerato un paradiso naturale di salute tra montagna e mare.
Villa Guariglia è uno dei monumenti più importanti di Raito; prende il suo nome dall'antico nobile proprietario Raffael Guariglia che lo donò all’Amministrazione Provinciale di Salerno per farne un Centro di Studi su se stesso. Durante la seconda guerra mondiale fu residenza di Vittorio Emanuele III di Savoia. Dal 1970, anno della morte dell’ambasciatore, il Centro Studi “Raffaele Guariglia” ha richiamato prestigiosi studiosi come Raffaele Cantarella e Giovanni Pugliese Carratelli,ed altri ancora. Oggi Villa Guariglia ospita il Museo della Ceramica Vietrese. Il percorso espositivo, che occupa la Torretta e il piano terra della stessa residenza, mostra i pezzi in ceramica più rappresentativi della produzione del territorio. Defenito da molti come: "Un vero e proprio viaggio tra le opere ceramiche più belle".Si ricordino tra i pezzi in esposizione i lavori di Richard Dölker, Elle Schwarz (moglie di Dölker), Irene Kowaliska, Margarete Thewalt Hannash (detta anche Bab),Giovannino Carrano, Vincenzo Pinto, Giosuè e Salvatore Procida, Guido Gambonee dei vietresi che riuscirono a portare avanti l’importante eredità dei loro predecessori.Dall’8 marzo del 1999, al pianoterra della Villa, sono state esposte le collezioni private acquisite dal Settore Beni Culturali della Provincia di Salerno,il 6 luglio del 2001 è stato inaugurato un terzo settore dedicato alle “riggiole”, (mattonelle utilizzate per il rivestimento pavimentale e parietale).

IL MUSEO DELLA CERAMICA


Oggi Villa Guariglia è sede del Museo della Ceramica Vietrese. Il percorso espositivo, che occupa la Torretta e il piano terra della stessa residenza, mostra i pezzi in ceramica più rappresentativi della produzione del territorio. Si parte dal XVII secolo con oggetti di carattere religioso e devozionale, come targhe votive ed acquasantiere domestiche, fino ad arrivare alla seconda metà del ‘900. Un vero e proprio viaggio tra le opere ceramiche più belle. Spiccano tra i pezzi in esposizione i lavori di Richard Dölker, Elle Schwarz (moglie di Dölker), Irene Kowaliska, Margarete Thewalt Hannash (detta anche Bab), personaggi rappresentativi di quel florido periodo meglio conosciuto come “tedesco”. E poi, ancora i lavori di Giovannino Carrano, Vincenzo Pinto, Giosuè e Salvatore Procida, Guido Gambone, i vietresi che riuscirono a portare avanti l’importante eredità dei loro predecessori, scrivendo un’importante pagina della storia della ceramica locale. Dalla riapertura del Museo (3 luglio 1992), diverse acquisizioni hanno arricchito il patrimonio espositivo: dall’8 marzo del 1999, al pianoterra della Villa, sono state esposte le collezioni private acquisite dal Settore Beni Culturali della Provincia di Salerno.
Il 6 luglio del 2001 è stato inaugurato un terzo settore dedicato alle “riggiole”, parola con la quale si indicano le mattonelle utilizzate per il rivestimento pavimentale e parietale. La collezione parte dalla fine del Settecento per arrivare agli esemplari d’inizio Novecento. Ma è un continuo working progress: negli ultimi anni il Museo ha ricevuto numerosissime donazioni che hanno ampliato le raccolte in esposizione.

LA VILLA

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La villa è circondata da un parco con tipica vegetazione mediterranea. Caratteristica è la sua conformazione a terrazzamenti, come del resto è peculiare di tutta la costiera. A far da sfondo il mare, i paesini arroccati sulle pareti dei Monti Lattari. Dalle terrazze si gode un suggestivo panorama: lo sguardo, partendo da Raito e Albori, può correre lungo la linea dell’orizzonte e arrivare fino a Salerno. E quando la giornata è limpida si vede fin giù, verso la costa più meridionale del braccio del golfo salernitano.
In villa tutto è conservato come lo stesso ambasciatore Raffaele Guariglia ha lasciato dal giorno della sua morte. Tra gli oggetti che arredano i salotti c’è una serie di quadretti, conosciuti come “le cere di Masaniello”, quattro piccole riproduzioni in cera, dipinte e accompagnate dalle relative iscrizioni. E, poi, ancora la collezione di ventagli in madreperla, decorati e dipinti (oltre 100); le argenterie, le porcellane, i cimeli, le armi ed una immensa biblioteca. In quello che era il “rifugio intellettuale” di Guariglia sono custoditi più di 4000 volumi. In gran parte si tratta di testi storico-diplomatico, di economia, scienze politiche e mondo antico, in particolare sulla Magna Grecia. Non mancano anche scritti dello stesso ambasciatore.
Annessa alla villa c’è una cappella, dedicata a San Vito, e riaperta al culto nel 1931 per volontà di Raffaele Guariglia.
Sull’ingresso è posta una lastra alabastrina di origine egiziana: un dono all’ambasciatore da parte di Re Faud.

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Tutto il materiale fotografico e biografico presente in queste pagine appartiene di diritto ad ogni singolo proprietario. E'stato operato un lungo lavoro di ricerca, per cui se desiderato postarlo altrove chiedete permesso a me e ricordatevi d'inserire i credits. Buona lettura.
Lady Alexandra


Edited by LadyAlexandra - 10/1/2008, 12:57
 
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