Criminal Minds: storia e successo di un pilastro del genere crime

Quindici anni di successi e controversie: ripercorriamo le tappe che hanno reso Criminal Minds lo show crime che ha cambiato i canoni del genere.

Criminal Minds: storia e successo di un pilastro del genere crime
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Il 13 marzo 2020 andava in onda in Italia l'ultimo episodio della serie TV Criminal Minds. Dopo quindici anni di onorato servizio, l'Unità di Analisi Comportamentale (o BAU) dell'FBI ha potuto godersi una meritata pensione. La sua uscita di scena è avvenuta dopo un'ultima passerella che ha dimostrato come lo show televisivo ideato da Jeff Davis non abbia mai risentito di particolari flessioni dovute alle numerose stagioni, chiudendo le proprie vicende con un numero di spettatori affezionati sempre costante.

Quali sono le ragioni dietro al successo di una serie che ha avuto persino due spin-off - Criminal Minds: Suspect Behavior e Criminal Minds: Beyond Borders - e che non ha mai smesso di appassionare il proprio pubblico? Criminal Minds ha fatto breccia nel cuore dei propri fan per essere stata la prima serie ad umanizzare ciò che veniva de-umanizzato dagli altri prodotti a essa contemporanei, ovvero la figura del criminale: siamo tutti esseri umani, e da questo punto di vista siamo uguali; persino i più efferati serial killer. Criminal Minds è riuscita ad educare il proprio pubblico alla scoperta della psicologia criminale, e non resta che capire come sia stata in grado di farlo.

Nella mente del serial killer

Il primo psico-criminologo che viene presentato agli spettatori è l'agente speciale Jason Gideon, interpretato dal brillante Mandy Patinkin. Gideon è il protagonista assoluto della serie fino alla sua dipartita all'inizio della terza stagione, ed è il membro più esperto e sfaccettato di tutto il gruppo. Empatizzare con un personaggio come Gideon non è difficile: da sempre convinto che per riuscire a fermare una mente criminale sia necessario per prima cosa comprenderla, Jason vive un'esistenza tormentata dai traumi del proprio passato. Sin dalla prima stagione, il lavoro del profiler viene presentato come un mestiere complesso e impegnativo.

Inevitabilmente, infatti, si ripercuote sulla psiche di chi è costretto a comprendere il perché del desiderio di infliggere dolore agli altri esseri umani. Gideon non è esente dalle problematiche psicologiche implicite in questo lavoro. L'inizio del suo percorso all'interno dello show televisivo lo vede alle prese con il rimorso causato da una missione che ha portato alla morte di svariati agenti di polizia.

Il momento del riscatto arriva durante la prima puntata della stagione di apertura di Criminal Minds: il più anziano tra i membri della BAU viene riabilitato sul campo dopo un lungo congedo ed è chiamato a risolvere un caso relativo a un rapimento. In questo frangente emerge l'unicità della serie televisiva coprodotta da Erica Messer: Gideon riesce a capire che la polizia ha catturato l'uomo sbagliato, perché il sospettato non possiede il profilo giusto per commettere un atto simile, e riesce a salvare in extremis la donna rapita.

Profili, attitudini, comprensione, anticipo. Sono queste le quattro fasi principali che caratterizzano il lavoro della squadra dell'unità comportamentale, e sono gli elementi che permettono alla BAU di riuscire ad entrare nelle menti dei criminali per scongiurare i possibili delitti. Identificare quale tipo di S.I. (ovvero, soggetto ignoto) può rendersi colpevole di un determinato tipo di azioni, permette di saper anticipare ogni sua mossa. Affrontare gli S.I. significa porre la scienza all'interno della materia più affascinante e misteriosa del mondo, ovvero la psiche umana.

Comprensione vuole dire anche immedesimazione, ed è questo il vero rischio che può correre un profiler. Guardare troppo da vicino il lato peggiore dell'essere umano, quello più primitivo e affascinante, ma anche feroce e orribile, può portare chi non è in grado di gestire il carico emotivo a vivere fenomeni di dissociazione della propria personalità, senza più riuscire a distinguere il piano della moralità e quello della giustizia. Per questo motivo, durante il secondo arco narrativo di Criminal Minds si assiste anche al primo abbandono della squadra: l'agente Elle Greenaway, interpretata da Lola Glaudini, stanca di sentirsi identica ai mostri ai quali dà la caccia (e colpevole di aver ucciso un S.I.), rassegna le sue dimissioni al caposquadra Aaron Hotchner (Thomas Gibson).

Squadra che vince si cambia

Spesso dietro a un abbandono narrativo si nascondono delle motivazioni professionali ed è questo il caso dell'addio di Elle a Criminal Minds, che sarà solo il primo di una lunga serie di avvicendamenti. Al suo posto fa ingresso nella squadra uno dei nomi più importanti di tutto lo show, ovvero Emily Prentiss (interpretata da Paget Brewster). A differenza dell'agente Greenaway, Prentiss dimostra una tempra d'acciaio anche nelle situazioni più complicate, e diventa sin da subito un elemento di primaria importanza per l'unità di Quantico.

Anche un altro agente inizia a far parte della BAU in pianta stabile: Jennifer Jareau (A. J. Cook), dopo aver passato tutto il primo ciclo di episodi a occuparsi delle relazioni del team con la stampa, ha finalmente l'occasione di mostrare il suo valore, e non delude affatto quando viene chiamata ad aiutare i colleghi profiler, guadagnandosi così il suo posto di diritto.

La squadra, quindi, ottiene un'impronta sempre più "rosa": oltre a Prentiss e J.J., anche Penelope Garcia (Kirsten Vangsness), l'esperta informatico del gruppo, diventa una pedina fondamentale di tutto lo show, specialmente per le sue divertenti interazioni con l'agente Derek Morgan, per il quale prova attrazione. Nel corso delle stagioni un gran numero di profiler donne popolerà il team di psico-criminologi: da presenze lunghe e durature come quella di Tara Lewis (Aisha Tyler), ad apparizioni più brevi, come quella della famosa attrice Jennifer Love Hewitt, che nella decima stagione di Criminal Minds interpreta l'agente Kate Callahan.

Purtroppo, anche gli addii sono molti e difficili da sopportare: oltre a quello di Elle, poco dopo anche Gideon si vede costretto al ritiro, afflitto dal dolore per aver permesso a una sua vecchia amica (della quale era, con ogni probabilità, innamorato) di essere uccisa durante il suo ultimo caso. Il posto vacante viene preso dall'amico di sempre David Rossi (Joe Mantegna), agente in pensione che decide di raccogliere l'eredità di Gideon in nome del legame tra i due.

Nel corso della serie se ne andranno anche Morgan (Shemar Moore) e Hotchner, sostituiti da Luke Alvez (Adam Rodriguez) e Matt Simmons (Daniel Henney). Permettere al lavoro di invadere la vita personale è quanto di più deleterio possa succedere a chi si occupa di trattare con i peggiori criminali, soprattutto quando si hanno dei cari a cui pensare. È inevitabile dover decidere tra l'incolumità delle persone amate e il desiderio di migliorare il mondo una cattura alla volta.

Non si possono biasimare, quindi, quei personaggi che scelgono di proteggere i loro legami. Poco importa a questo punto che in realtà si debba parlare di licenziamento di Thomas Gibson da Criminal Minds, o del fatto che Shemar Moore abbia preferito andare avanti con la propria carriera e prendere parte allo show S.W.A.T.. I loro personaggi hanno avuto un arco narrativo comunque perfetto.

Un vero genio

Tra tutti i protagonisti, il personaggio più amato dal pubblico è il dottor Spencer Reid, interpretato da Matthew Gray Gubler, vero genio di tutta la squadra (nonostante sembri il meno adatto all'azione). L'importanza del personaggio all'interno dell'economia della serie ha portato a numerosi episodi di Criminal Minds dedicati a Spencer Reid, e il motivo è ovvio: l'interesse per il personaggio nasce dal fatto che Reid possieda un QI di 187 e una memoria eidetica, ma con esse si accompagnano anche diverse problematiche di socializzazione. Il primo legame che riesce a formare è quello con Gideon, che per il ragazzo rappresenta la figura paterna mai avuta.

Dopo le difficoltà iniziali, Reid, con il tempo, impara anche a relazionarsi con gli altri membri della squadra, specialmente con J.J., per la quale inizia a sviluppare un sentimento a volte più forte della semplice amicizia. Alla fine, però, fortunatamente non si trasforma mai in qualcosa di più: sebbene Spencer e Jennifer siano due persone straordinariamente identiche, in molti temevano che il loro splendido rapporto potesse essere rovinato da una deriva romantica forzata.

Reid rappresenta l'anima di Criminal Minds perché dimostra che avere a che fare con le menti criminali può essere un modo più che efficace per affrontare sé stessi e mettere a nudo le proprie emozioni. Spencer intraprende un percorso, durante le quindici iterazioni della serie - è l'unico personaggio presente in tutte le stagioni -, che lo porta a non temere più i propri lati oscuri, ma, anzi, imparando a usarli a proprio vantaggio. Reid insegna a tutti gli appassionati di Criminal Minds l'importanza di scavare dentro i meandri più intimi della propria personalità per diventare degli esseri umani migliori.

L'eredità di Criminal Minds

Tra tutti i prodotti televisivi del genere poliziesco, Criminal Minds ha saputo imporsi perché ha riconosciuto il bisogno del pubblico di trovarsi di fronte a tematiche più profonde del classico canovaccio "buoni contro cattivi", "noi contro loro", che nell'audiovisivo di stampo americano ha sempre rappresentato la prima fonte narrativa. Criminal Minds ha "riadattato" molti casi accaduti per de-costruirli e analizzarli sotto un'ottica diversa. Il vero dilemma non è cosa un S.I. abbia fatto o come, ma perché un soggetto ignoto si comporti in un certo modo, e cosa si può fare per evitare che accada di nuovo.

Si tratta di una serie che invita alla riflessione e a porsi importanti quesiti: quanto è sottile la differenza tra un normale cittadino e un potenziale assassino? Il discrimine fondamentale si trova in un argomento sociale mai particolarmente evidenziato da altri prodotti.

Molti dei peggiori killer che sono apparsi nella serie, infatti, sono persone accomunate da uno stesso destino. Uomini soli, individui fragili (e spesso caratterizzati da un tipo diverso di "grado zero della sfera empatica"), e che non hanno mai avuto qualcuno che li ascoltasse o che credesse in loro. La solitudine, unita a una debolezza mentale e a un desiderio di vendetta, può portare alla potenziale nascita di un criminale che, inesorabilmente, deve essere fermato.

Criminal Minds non è solo una caccia al crimine. È anche la storia di uomini e donne che, tra un'indagine e l'altra, cercano di vivere al meglio la propria vita. Questo è stato sicuramente un punto di forza dello show. É impossibile non ricordare i momenti più belli vissuti tra i vari membri della BAU, trasformatasi in una vera e propria seconda famiglia. Certo, a volte (come in ogni famiglia che si rispetti) i vari personaggi si sono scontrati a causa di visioni divergenti, per tornare alla fine sempre più uniti di prima. Non si può parlare di Criminal Minds senza pensare alle risate, ai momenti dolci, alle feste, ai matrimoni, e a qualsiasi momento fondamentale nell'esistenza dei suoi protagonisti, rigorosamente vissuto insieme ai compagni di sempre.

Questo è il motivo per cui Criminal Minds ha fatto la storia e non ha ancora trovato un suo degno erede. La natura (quasi sempre) autoconclusiva delle trame non ha comunque abbassato il livello di affetto nei confronti dei membri della squadra di Quantico che, anzi, è diventato sempre più forte a ogni nuova sfida superata. Se il successo di una serie si basa su quanto i suoi personaggi abbiano saputo farsi amare dal pubblico, Criminal Minds è di certo uno dei prodotti più riusciti degli ultimi decenni. La speranza è quella di poter a trovare, prima o poi, uno show che sappia eguagliarne tematiche e profondità, qualità piuttosto rare in prodotti simili.

Criminal Minds: stagione15 Quello che Criminal Minds ha significato nella storia del serial televisivo è ben comprensibile dal numero di fan che lo show ha raccolto nel corso delle sue quindici stagioni: milioni di spettatori sono rimasti incollati agli schermi per scoprire quale sarebbe stato il prossimo spaventoso criminale che la squadra di Rossi, Prentiss e di tutti gli altri avrebbe dovuto affrontare per sventare un crimine. Al netto di alti e bassi (fisiologici in così tanti anni di messa in onda), Criminal Minds è tuttora uno degli show polizieschi più riusciti negli ultimi decenni, ancora impareggiabile per popolarità a livello globale.