Beppe Bergomi, 60 anni da 'Zio d'Italia': alle origini della leggenda

INTER-NAZIONALE

Alfredo Corallo

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La favola dell'ex capitano interista, ancora oggi il più giovane calciatore italiano ad aver vinto un Mondiale, comincia da Settala il 22 dicembre del 1963: la storia di un campione con i 'baffi'

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Non fu, apparentemente, una gran giornata per gli interisti. Salvo scoprire, dopo 16 anni, un mese e 8 giorni - l'età, va da sé, di Beppe Bergomi all'esordio assoluto in nerazzurro - che quello del 22 dicembre 1963 non fu un pomeriggio da maledire, bensì da santificare: perché sì, quella domenica lo squadrone di Helenio Herrera e della filastrocca (Sarti-Burgnich-Facchetti...) rientrò con le ossa rotte da Torino, sconfitti 4-1 e agganciati in classifica dalla Juve di Omar Sivori e Luis Del Sol mentre la capolista Milan batteva a San Siro la Roma allungando a +3 sui cugini; ma nel frattempo... a Settala - a una ventina di chilometri da Milano - la signora Franca stava 'lavorando' per loro, impegnata a partorire un regalo di Natale con i baffi per i tifosi nerazzurri di Ieri, oggi, domani (uscito davvero da un paio di giorni al cinema). Con il risultato che al suo debutto, il 30 gennaio del 1980 proprio in casa dei bianconeri, il bunker del sergente Bersellini ne uscirà magicamente indenne (0-0!), fuori ai quarti di Coppa Italia solo perché all'andata non c'era... quel fenomenale 'fiulet' originariamente destinato al Milan, la squadra di famiglia (e di tre quarti del paese, feudo casciavìt). Già: la cicogna - o Santa Claus, se preferite - l'aveva indirizzato ai rossoneri, che scartarono il pacco... 

Beppe Bergomi
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Cotolette miracolose

Nel senso che lo rispedirono al mittente, 'riformato' alle visite mediche per "remautismi nel sangue". Per mesi, come racconta nel suo romanzo di formazione Bella Zio affidato alla penna di Andrea Vitali, la sciura Pina lo rincorrerà con l'ago d'acciaio delle punture di pennicillina e la madre lo imbottisce di panini con la cotoletta, buoni ma buoni da gridare al miracolo: el Pepp l'è guarii! Tornerà come un diavolo alla Settalese, con i serpenti nello stomaco e il gol nelle vene: difende e spinge, sabato in campo con i Giovanissimi e la domenica con gli Allievi, 24 reti nella prima stagione, 30 in quella seguente. Terzino, libero, bomber: un piccolo (si fa per dire) Beckenbauer della Bassa che non sfugge allo sguardo di Pino Bussi, la lince di Treviglio, storico osservatore dell'FC Internazionale. Così, il 1° settembre del 1977 prende il pullman per Rogoredo e... chi ci trova? Riccardo Ferri, futuro compagno di bandiera, salito a Crema, diretto anche lui al campetto delle acciaierie Redaelli per il provino della vita

Il ragazzo si farà

Peppìn si presenta con quella leggera peluria sotto al naso tipica di un adolescente, ma "cammina che sembra un uomo, con le scarpette di gomma dura", come nella canzone del Principe: 13 anni e il cuore pieno di paura. 'Spacca' e diventa ufficialmente un Bauscia, acquistato per la cifra complessiva di 13 milioni delle vecchie lire (tre sull'unghia e i restanti dieci non appena l'Inter attesterà di averci visto giusto: praticamente il giorno dopo). Marcato stretto da mister Arcadio Venturi, che ne fa un perfetto difensore all'italiana. "La cosa sconvolgente di quel ragazzino è che non era un ragazzino - spiegherà lo stesso allenatore - tanto che ogni santa partita di campionato passavo mezz'ora a convincere i dirigenti della squadra avversaria che il nostro numero 6 era effettivamente un Allievo, ma puntualmente nessuno si fidava, nemmeno di fronte alla sua carta d'identità". Come a Leffe, quando vince la sua primissima finale con il settore giovanile, contro il Milan, e riceve la coppa per il più giovane, quella - ha sempre dichiarato - a cui tiene di più. "Portavo già i baffetti - ricorda - e hanno voluto controllarmi il documento due volte perché non ci credevano...". 

Articolo su Bergomi del 1982 sul 'Guerin Sportivo'

Giovane leone

I tempi dell'oratorio, di quando don Narciso non l'apriva "e noi scavalcavamo", le temutissime interrogazioni su Annibale di Suor Ada, i gomitoli 'rubati' con il fratello Carlo a mamma Franca che in cucina diventavano elefantiaci palloni di lana in cristalleria, le cabine dell'Enel trasformate in porte, i 'pieni' di benzina nel distributore dell'amatissimo papà Giovanni, volato in cielo troppo presto, non erano che un dolce ricordo: ora Beppe aveva in testa solo l'Inter. E la maglia azzurra, entrato ormai in pianta stabile nelle giovanili della Nazionale. Anche perché, come confesserà qualche anno più tardi alla rubrica "Giovani leoni" del Guerin Sportivo: "Non è che a Settala si faccia granché. Si vive bene, la gente è schietta, generosa, gli amici veri, esiste ancora il sapore delle cose antiche, ma la discoteca è solo un sogno così come il cinema (che a dire il vero ci sarebbe anche, ma il parroco non lo fa funzionare...). Ah, dimenticavo: a Settala è stato anche girato un film, Qua la mano, con Celentano e Montesano. Un momento storico per il paese, che rammenta ancora quei giorni per le case della piazza, rimaste come le volle il regista Pasquale Festa Campanile, dipinte con murales. In fondo non sono brutte, danno un senso di allegria".

Figurine Panini 1981-82 di Beppe Bergomi

Andiamo a Madrid!

La tenerezza di Beppe, l'immagine di quel ragazzone baffuto, introverso, baciato dalla Provvidenza ma obbligato da una legge ineluttabile a volare sempre a mezz'aria si sposa magnificamente con l'umanità della sua prima Inter, che lo accoglie nello spogliatoio con un abbraccio collettivo e una boutade da Derby Club, firmata da Giampiero 'Pinna' Marini, che sarà il suo marchio: "E tu avresti solo diciassette anni? Ma se sembri mio zio...". Il 22 febbraio del 1981 debutta in Serie A nel 2-1 dell'armata Bersellini a Como; il 6 settembre completa la sua 'conversione' segnando all'ultimo respiro con una girata al volo di sinistro il gol del 2-2 contro il neopromosso Milan che vale la qualificazione ai quarti della Coppa Italia, poi vinta dai nerazzurri. Il 14 aprile del 1982 il battesimo azzurro, con la Germania Est. "A Lipsia, di nuovo. Ero lì con la nazionale giovanile quando mi avvertirono della morte di mio padre. E proprio nella città di Wagner inizia, mi auguro, la mia meravigliosa avventura con Bearzot". Il destino si compie: andrà al Mundial, ma niente voli pindarici, nel suo stile: "Io sono già contento così. E aspetto la fine di giugno quando, Spagna o non Spagna, partirò per il servizio militare. La aspetto a Settala, dove forse la discoteca resterà sempre un miraggio, ma dove i sogni - e io l'ho provato - molto spesso diventano realtà". È il 5 luglio e siamo più vivi che mai, scaldati ragazzo che la naja può attendere: Samba!

Italia-Brasile '82: Bergomi, Serginho e Zoff
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Il palmarès di Beppe Bergomi

  • 1 Mondiale (1982), 1 scudetto (1988-89), 3 Coppe Uefa ('91, '94 e '98), una coppa Italia ('82) e una Supercoppa Italiana ('89)

I numeri della sua carriera

  • Presenze e reti con l'Inter: 519 in campionato (23 gol), 121 in Coppa Italia (5) e 117 nelle coppe europee
  • Presenze e reti in Nazionale: 81 (33 volte da capitano) con 6 gol 

I record

  • Più giovane calciatore dell'Inter ad aver debuttato in prima squadra (16 anni, 1 mese e 8 giorni)
  • Più giovane calciatore dell'Inter ad aver debuttato in Coppa Campioni/Champions League (17 anni e 72 giorni).
  • Più giovane calciatore italiano ad aver vinto un campionato del mondo (18 anni, 6 mesi e 19 giorni, secondo solo a Pelé)
  • Primo difensore ad aver realizzato una doppietta con la maglia della nazionale italiana (Italia-Grecia 2-0, Bologna - 8 ottobre 1986)

Riconoscimenti individuali

  • Inserito nella FIFA 100 
  • Inserito nella Hall of Fame del calcio italiano
  • Inserito nella Hall of Fame dell'Inter 

Onorificenze

  • Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana
  • Collare d'oro al Merito Sportivo
L'Inter dei record '88-'89
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Inter, Coppa Uefa 1998: capitan Bergomi alza il trofeo
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