La presenza nell'isola di Lipari di
uno dei più importanti giacimenti di ossidiana, materia prima
largamente utilizzata nella preistoria per la fabbricazione di
utensili di vario tipo e che ha inciso sul popolamento
dell'isola, ha suggerito l'idea di realizzare, all'interno del
museo "Bernabò Brea". E' la mostra "Ossidiana del Mediterraneo"
che sarà inaugurata dopodomani per concludersi il 31 ottobre.
L'esposizione rientra nelle attività di promozione del Parco
Archeologico delle Isole Eolie, diretto da Rosario Vilardo, ed è
curata dall'archeologa Maria Clara Martinelli che si è avvalsa
del contributo di esperti studiosi a livello internazionale.
L'iniziativa ha l'obiettivo di fornire al visitatore un
quadro generale sulla presenza di giacimenti di ossidiana
nell'area del Mediterraneo e oltre, che sono stati frequentati
dalle popolazioni in età preistorica, dal Neolitico all'età del
metalli. Si sviluppa su un percorso geologico che comprende
campioni di roccia ossidiana dei giacimenti di Lipari,
Palmarola, Pantelleria, Sardegna; Milos e Gialì (Grecia),
Armenia e Georgia e Turchia, Etiopia (Africa).
Il percorso archeologico attraversa il Neolitico e l'età
del Bronzo
ricostruendo la catena operativa della scheggiatura e offrendo
una selezione di manufatti di Lipari e di Pantelleria.
Introducono e chiudono la mostra quattro opere dell'artista
Luigi Radici sul tema dei vulcani mentre una scultura di
ossidiana dell'artista Salvatore De Pasquale invita alla visita.
Pannelli, un monitor touch screen e due filmati raccontano
questa importante materia prima.
Già nel 2016 il museo "Bernabò Brea" di Lipari è stato la sede
della "International Obsidian Conference" alla quale hanno
partecipato studiosi da tutto il mondo.
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