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Shakespeare in danza. Sulle notti di Verona.

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Misty Copeland e Roberto Bolle in Romeo e Giulietta . Teatro alla Scala- Foto: Brescia- Amisano

Finora ha mai amato il mio cuore? Negalo, vista!
Fino a questa notte, la bellezza vera
io non l’ho mai veduta.

(Romeo e Giulietta di William Shakespeare)

Romeo e Giulietta: il balletto d’azione più famoso del Novecento.

La tragedia di Shakespeare più ballata al mondo è senza dubbio Romeo e Giulietta. Il balletto, capolavoro sovietico del Novecento, è una straordinaria ed emozionante traduzione in danza e mimica dei versi di William Shakespeare che tanto ha ispirato il mondo del balletto. Tutte le componenti tipiche del balletto d’azione vi sono raccolte in modo esemplare, basti pensare ai duelli, alle scene di piazza ai ritrovi di corte. Con esso sembra che Shakespeare, genio nell’evocare immagini con le parole, abbia ideato il dramma pensando alla danza!
 


 Tormentato, omaggio danzato

Galina Ulanova e Konstantin Sergeev
nella versione di Lavrovsky.

Romeo e Giulietta scritta tra il 1595 e il 1596 è, dopo il senechiano Tito Andronico, la prima vera tragedia di William Shakespeare. In essa l’amore, il conflitto generazionale, la faida, la morte, sono le principali linee drammaturgiche che si intrecciano durante tutto il racconto componendone un fitto disegno. In particolare la morte, quella vera, che assale non i vecchi ma i giovani, è presente fin dall’inizio del dramma entrando violentemente in scena con il duello tra Mercuzio e Tebaldo. Tebaldo uccide Mercuzio, Romeo uccide Tebaldo e questo lo porterà all’esilio e il suo amore, miracolosamente appena nato, sarà subito insidiato e minacciato finché la morte, pian piano, aggredirà anche loro. E’ cosi che, come scrive A. Lombardo: _ la “bella” Verona celebrata all’inizio, si trasforma in una tomba. Saranno i giovani a morire a causa della faida e l’egoismo dei vecchi (Capuleti e Montecchi). Ma se è vero che nel dramma c’è la morte è pur vero che c’è anche la vita. Non mancano infatti, banchetti, danze, maschere, scene comiche che la inneggiano. Una vita che renderà ancora più struggente e dolorosa la morte. E’ durante una festa che i due giovani si innamorano. Romeo Montecchi e i suoi amici Mercuzio e Benvoglio si intrufolano mascherati nella festa dei Capuleti per inseguire Rosalina. Ma nella sala da ballo tutti ammirano Giulietta che danza leggiadramente con Paride. Basterà solo un attimo a farli innamorare, le mani di lei sfioreranno quelle di lui e…ecco l’amore! In Romeo e Giulietta anche i personaggi minori che attraversano solo per un attimo la scena, come i servi o i cuochi, hanno un’identità e un corpo. Memorabile è la figura della balia, tra le più corpose di Shakespeare, che sarà interprete di alcune delle scene comiche che attraverseranno la tragedia. Il balletto Romeo e Giulietta è un vero e proprio omaggio a Shakespeare. E’ il più bel balletto d’azione del Novecento e il più geniale dal punto di vista di musicale. La drammaturgia di Shakespeare è ben rispettata grazie anche al letterato e regista Sergej Radlov che collaborò con Prokofiev nella stesura del libretto e alla vigile complicità della Società shakespeariana. Eppure la sua nascita non esule da incomprensioni sin dall’inizio, fu tormentata e difficile. Erano gli anni Trenta quando Prokofiev tornava in Unione Sovietica dopo una lunga permanenza in Europa e in America, mosso da un antico patriottismo, convinto di voler servire la patria con la sua arte. Con il suo ritorno presto la musica sovietica si sarebbe riaccesa di nuovi stimoli, gli ultimi prima della guerra. A monte c’era il suo desiderio di riprendere il discorso dei grandi balletti čajkovskijani in un clima in cui l’avanguardia ormai cercava più un’arte sicura, tradizionale ed educativa che rivoluzionaria. Il Kirov di Leningrado propose al compositore di scrivere la musica per Romeo e Giulietta ed egli subito accettò ma presto sorsero difficoltà cosicché Prokofiev si accordò con il Teatro Bolscioi di Mosca per continuare il lavoro. Insieme a Radlov lavorò al libretto del balletto componendo al tempo stesso la musica. Purtroppo quest’ultima non fu ben apprezzata, troppo difficile e incomprensibile per i danzatori e il contratto saltò! Prokofiev si fece nuovamente avanti al Kirov mentre pensava a diffondere due suites e dieci pezzi per pianoforte della sua bellissima partitura ottenendo notevole successo. Passarono gli anni e pur circolando musiche e idee il balletto non riusciva a nascere per la scena. Il balletto vide la luce solo nel 1938 a Brno, in Cecoslovacchia, coreografato e interpretato da Vania Psota con una Giulietta interpretata da Zora Semberonova, purtroppo pochi sono i documenti attendibili su questa prima edizione. La prima al Kirov avverrà solo l’11 gennaio del 1940 con le coreografie di Leonid Lavrovsky dopo un contrastato e difficile allestimento. In quest’occasione Giulietta fu la grande Galina Ulanova e Romeo il non meno Konstantin Sergeiev. Lavrovsky intervenne anche sul libretto scontrandosi spesso con Prokofiev. Le scene e i costumi furono affidate a Piotr Williams. Questa prima fu un successo, tutte le critiche e le insicurezze lasciarono il posto alle glorie e così iniziava la storia del balletto ispirato a Shakespeare più famoso al mondo. Romeo e Giulietta del Kirov, diviso in un prologo, tre atti, tredici scene e un epilogo, riuscì ad andare in scena anche al Bolscioi nel 1946 e su quel palcoscenico divenne un film nel 1954 con la toccante interpretazione dell’Ulanova. E’ curioso segnalare che all’inizio del lavoro Prokofiev ma anche lo stesso regista Radlov pensarono di concludere felicemente la vicenda con un “happy and” non facendo morire naturalmente i due giovani amanti di Verona. Fortunatamente le proteste sdegnate della Società shakespeariana russa che ritenne quest’ idea un tradimento alla letteratura oltre che vero e proprio atto di barbarie, fecero concludere il balletto come Shakespeare aveva voluto. La trama fu quindi rispettata e seppur semplificata, ben sottolineava l’odio della faida, l’amore fra i giovani, insomma la vita e la morte che il genio di Shakespeare voleva pervadesse tutto il dramma.

Galina-Ulanova in Romeo e Giulietta
Margot Fonteyn e Rudolf Nureyev in Romeo e Giulietta-1965

Sulle note di Prokofiev due memorabili versioni: Cranko e MacMillan

Dopo Sergeiev e Ulanova nuovi Romei e nuove Giuliette divennero famosi grazie alle innumerevoli versioni successive a quella di Lavrovsky.

La nostra Carla Fracci interpreta Giulietta ancora giovanissima e Mario Pistoni è Romeo nella versione di John Cranko. Questa versione, tra le più apprezzate e famose al mondo, nasce a Venezia nel 1958 con il balletto della Scala, rivista poi nel 1962 a Stoccarda con lo Stuttgard Ballet del quale il coreografo aveva assunto la direzione nel ’61. Cranko alleggerisce i toni della tragedia per evocare la festosa Verona con una vera attenzione alla Commedia dell’arte italiana ben intrecciando gli aspetti comici e tragici del dramma nello scontro dei sentimenti. Con numerosi riferimenti alla versione di Lavrovsky, è soprattutto per ballerini-interpreti capaci di andare oltre i confini della danza accademica. Predilige il dinamismo delle variazioni maschili caratterizzando molto i personaggi di Tebaldo e Mercuzio. Tuttavia rimane storico il passo a due (scena del balcone) entrato nel repertorio di tutti i teatri anche isolato dal resto dell’opera. La grande dama del balletto inglese Margot Fonteyn ne fa una memorabile interpretazione a fianco di Rudolf Nureyev nella versione di Kennet MacMillan per il Covent Garden di Londra nel 1965. Diversamente da Granko, MacMillan si concentra soprattutto sul personaggio di Giulietta evidenziando il suo divenir donna rendendo memorabile il pas de deux del II atto quando i due giovani sono appena diventati sposi in cui è molto abile a far presagire la triste sorte dei due amanti.

Carla Fracci e Gheorghe Iancu in “Romeo e Giulietta”

Romei e Giuliette nel mondo

La versione di Cranko e MacMillan rimangono le più accreditate e conosciute al mondo ma numerosissime sono le altre versioni che le seguirono anche che precedettero la prima di Prokofiev/ Lavrovsky. Rudolf Nureyev già Romeo a fianco della Fonteyn con MacMillan è autore di un suo Romeo e Giulietta nel 1978 (divenne un film nel 1980) con la Fonteyn nei panni di Madonna Capuleti. Le versioni sovietiche più conosciute sono quelle di Oleg Vinogradov (1972) e Jurij Grigorovič (1978) primo ad utilizzare la partitura originale senza tagli. In Occidente, oltre le sopra già citate, sono da ricordare le versioni di coreografi che, lontani dagli accademismi del balletto classico, hanno ben saputo ritrarre il dramma di Shakespeare. Ne sono esempi Romeo and Juliet (1969) di Birgit Cullberg e la versione di John Neumier (1971) ma anche e le più “stravolte” versioni di Fabrizio Monteverde (1989) e Angelin Preljocaj (1990). Altri balletti ispirati alla tragedia di Shakespeare ma danzati su partiture diverse da quella di Prokofiev arricchiscono il repertorio ballettistico mondiale come il Romeo e Giulietta di Constant Lambert (1926) coreografato da Bronislava Nijinska, balletto in tuta e casco d’aviatore su musiche di Hector Berlioz. La partitura di Berlioz fu usata successivamente da Maurice Béjart nel 1966 e poi da Amedeo Amodio nel 1987.  In America Romeo e Giulietta di Shakespeare diventa con Leonard Bernstein uno dei musical più famosi della storia dello spettacolo: West Side Story (1958) con le coreografie di Jerome Robbins. Altre versioni qui non menzionate arricchiscono la storia del balletto mondiale prima e dopo il 1944.

Alessandra Ferri in Romeo e Giulietta

Approfondimenti:

► Il Romeo e Giulietta di Jurij Grigorovič (1979) sopra citato come versione russa più importante dopo la prima dell’11 gennaio del 1944, in realtà non fu creata per il Bolscioi, ma per l’Opéra di Parigi dove fu rappresentato in prima assoluta il 22 febbraio 1978 con Michael Denard, Dominique Khalfouni, George Piletta e Jean Guizerix. A Mosca giunse solo l’anno successivo, il 22 giugno del 1979 con Aleksandr Bogatyriov, Natalja Bessmertnova, Aleksandr Godunov e Vladimir Derevianko. Durante la première francese lo stesso Grigorovič spiegò la genesi del balletto evidenziano la sua passione per la partitura di Prokofiev sin dall’infanzia quando era ballerino al Kirov. Egli si era confrontato spesso con la versione di Lavrovsky sia come danzatore a Leningrado che come direttore artistico a Mosca. Suo desiderio era però realizzarne una versione tutta sua.

Sylvie-Guillem-e-Massimo-Murru-nella-versione-di-MacMillan.

►La prima del Romeo e Giulietta di MacMillan al Covent Garden di Londra nel 1965 con Margot Fonteyn e Rudolf Nureyev venne accolta con quaranta minuti di applausi e fu anche una rivoluzione, paragonabile al Giulio Cesare con Marlon Brando, trasposizioni cinematografica dell’omonima tragedie di Shakespeare. Entrambi portarono in scena i sentimenti dell’odio e dell’amore senza le discrezioni e le prudenze tanto care al teatro inglese. Rudy coinvolse tutto il pubblico face scandalo tra i ben pensanti con la sua immagine di un Romeo spettinato, con capelli lunghi e scomposti, la camicia aperta e atteggiamenti tracotanti. Margot stupì con una forza drammatica inaudita.

Elisabetta Terabust nella versione di Amodio

Maurice Béjart con il suo Ballet du XX Siécle usa la musica di Berlioz per raccontare la storia dei due giovani amanti in una messinscena tutta circolare al Cirque Royal di Bruxelles nel 1966, filmato successivamente dalla Rai. L’opera è una vera e propria proposta ideologica contro la guerra nel Vietnam evidenziano le contraddizioni della società americana. “Fate l’amore, non fate l’amore” è il motto che ripetutamente viene gridato dalla scena. Il prologo è ambientato in uno spazio vuoto adibito a delle prove per danzatori tra i quali scoppia una rissa subito placata dal maître, interpretato nella prima dallo stesso Bejart, che racconta la storia dei due giovani innamorati di Verona. I primi due atti raccontano interludi del dramma shakespeariano mentre nell’epilogo i Romei e le Giuliette cadono sotto i colpi di mitragliatrici rialzandosi subito dopo mostrando di aver risolto le loro divergenze.

►La grande coreografa svedese Birgit Cullberg riduce a soli cinquanta minuti il balletto impostandolo su una continua battaglia fra le due famiglie, situazione stritolante per i due giovani. I due clan rivali sono due piccoli eserciti banditeschi muniti di armi e stendardi. Nel Romeo della Cullberg c’è davvero poca poesia: è un giovane un po’ ragazzaccio che sogna facili amori, si innamora però di Giulietta che subito sposa. Egli non esita a far fuori Tebaldo che gli uccide il miglior amico, progetta rapimenti e inganni con il complice Frate Lorenzo, e fa accordi con Giulietta e la ruffiana nutrice. Giulietta di suo conto seppur di buona famiglia non esita a prendersi tutta la libertà di amare concedendosi subito a Romeo. Infrange ogni regola e non esita a fuggire con il suo amato. Insomma due ragazzacci moderni in una Verona dove non mancano provocazioni e beffe di donnine allegre, servi e soldati in festa durante il Carnevale. Una Verona dove però scorre troppo sangue e in cui la morte porta via tutti i giovani compreso Romeo e Giulietta.

Balletto d’azione: o balletto con trama, è un balletto con una struttura drammatica creato in modo da sostenere uno sviluppo narrativo e in cui dovrebbe essere presente una perfetta integrazione tra libretto, musica, coreografia e scenografia. Il balletto d’azione rappresenta l’opposto del divertissement che ha più il carattere della suite. Nonostante Noverre possa essere considerato il fautore del balletto d’azione, si può affermare che anche altri coreografi come Weaver, Hilverding e Angiolini hanno preparato il terreno per la nascita di una tale forma innovatrice.

                                                                                  Fabiola Pasqualitto

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Giornalista e critica di danza, danzatrice, coreografa, docente di materie pratiche e teoriche della danza, docente di Lettere e Discipline Audiovisive. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo e specializzata in Saperi e Tecniche dello Spettacolo all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Dal 1990 è direttore artistico e insegnante del Centro Studi Danza Ceccano e curatrice del ”Premio Ceccano Danza". E’ inoltre direttrice e coreografa della CREATIVE Contemporary Dance Company.