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Ugly Betty: Ciao arrivederci

Chiude dopo una quarta stagione splendida, la comedy più umana e appagante della ABC. Un finale che sembra un inizio, e una storia che rimane fedele a se stessa fino agli ultimi istanti.

Ugly Betty: Ciao arrivederci

Esistono momenti nella vita di un telespettatore che si ricordano per sempre. Non occorre conservare gelosamente una vecchia guida tv per commemorare tutti quegli stupendi attimi - di allegria, di commozione, di rabbia - trascorsi insieme ai propri beniamini. Momenti che, per la loro irriducibile drammaticità, intesa non come fonte di dolore ma come punto di svolta, ti lasciano senza parole per un istante. Secondi in cui le tue orecchie sembrano aver appena udito un boato fortissimo, e ora tutto quello che riesci a sentire è solo un fischio di disorientamento. Un barlume di solitudine che ti fa capire quanto la tua vita sarà diversa quando il giorno dopo aprirai gli occhi e ti renderai conto che è finita.

Quella che ci stiamo lasciando alle spalle è una stagione televisiva particolarmente difficile da digerire. Molte, troppe, sono le serie tv che negli ultimi giorni ci hanno abbandonato. Sarebbe facile incolpare la crisi economica, ma non sempre le cose vanno in un certo modo. Nel caso di Ugly Betty, infatti, la ABC sarebbe stata disposta a sborsare quanti più quattrini possibili per rendere giustizia a questo show se solo ne fosse valsa la pena. Esatto, perché nel caso di Ugly Betty a non esserci non erano i soldi (com’è stato ad esempio per 24) ma l’interesse del pubblico. Realtà piuttosto strana dal momento che la serie aveva debuttato appena quattro anni fa come uno degli show più seguiti della ABC, capace di radunare più di 14 milioni di telespettatori a settimana in una serata difficile e competitiva come quella del giovedì. Poi le cose sono andate come sappiamo, un po’ per colpa di movimenti in palinsesto assolutamente discutibili, e scelte creative che verso la terza stagione hanno lasciato più di qualche fan con un’espressione perplessa. Soprattutto, per colpa di quel famoso sciopero degli sceneggiatori che troncò la scalata della serie nel fior fiore dei suoi anni.

La fortuna però, almeno una volta, ha girato dalla parte dei fan, che quando si appassionano a una serie tv, sanno di aver appena firmato un patto col diavolo, o un mutuo a tasso variabile. La decisione di cancellare lo show, infatti, arrivò abbastanza in tempo da permettere agli autori di scrivere un finale. Un lusso concesso a pochi al mondo d’oggi e i recenti Upfronts l’hanno confermato. Probabilmente, però, il sentore che sarebbe finita c’era da parecchio prima, perché sin dai primissimi istanti questa ci era sembrata la stagione degli addii. Quando Betty (America Ferrera) ci mostrò per la prima volta il suo orribile profilo generale, la domanda che ognuno di noi si fece, era: resterà per sempre un brutto anatroccolo o presto assisteremo a un cambiamento? E “cambiamento” è stata la parola d’ordine di questa quarta e ultima stagione. Dei nuovi vestiti; tutti quegli anni a Mode hanno permesso a Betty di costruirsi un look che non facesse più pensare che scegliesse i suoi abiti e abbinamenti semplicemente gettandosi nell’armadio. Un nuovo sorriso; via quel diabolico marchingegno meccanico dalla sua bocca. Una ritrovata indipendenza sentimentale; basta Henry, Joe, Matt, Walter e chi più ne ha più ne metta.

L’intera quarta stagione fa da apripista alla series finale. Un racconto mai così congeniale e godibile. Accade che nessuna delle grandi svolte proposte dal finale, sembri buttata lì a caso, frettolosamente, per dare una conclusione scontata alle vicende. Betty sta per lasciare New York e il suo intero mondo: gli amici, i colleghi di lavoro e la famiglia. Una decisione difficilissima da prendere. Da una parte c’è tutto quello che ha sempre sognato e per cui ha faticato duramente: un posto come direttore di una rivista, a Londra. Dall’altra, l’amore di una famiglia nel pieno di tanti incredibili sviluppi che in un modo o nell’altro si perderà. La scelta è abbastanza scontata: non c’è nulla di più appagante al mondo del completare se stessi, anche se questo significa dire addio a venticinque anni di vita. La parola “addio” ricorre frequentemente nell’ultimo episodio, ma in realtà quello cui abbiamo assistito è un inizio.

La faccenda non è stata mai affrontata concretamente, ma che tra Betty e Daniel (Eric Mabius) ci fosse qualcosa di più di un comune e banale rapporto di lavoro era scontato; dopotutto quel 75% di telespettatori che hanno scelto Betty & Daniel come finale ideale della serie sul sito di TV Guide, non hanno votato per qualcosa priva di un senso. Nessuno dichiara il proprio amore a nessuno. Non ci sono anelli e cenette a lume di candela. Figli o foto di un futuro prossimo sul tavolino in soggiorno. Gli autori anche in questo sono stati molto delicati e onesti con la storia. Daniel, in parte grazie all’intercessione della madre, si rende conto che Betty per lui c’è sempre stata, l’ha sempre aiutato incondizionatamente, l’ha consigliato e confortato nei momenti difficili, e ha condiviso la sua gioia durante quelli più belli. E questo non è forse quello che ognuno di noi chiama amore? Sicuramente vale la pena scoprirlo, e raggiunge Betty a Londra proprio quando tutto sta per terminare, il lungo libro volta la pagina rivelando un foglio bianco, e quel titolo, Ugly Betty, diventa unicamente Betty.

Il loro, però, non è il solo nuovo inizio. Dopo anni di terrore, Wilhelmina (Vanessa Williams) scopre che l’umanità è l’arma più potente al mondo e, riabbracciato Connor, ottiene senza alcun complotto il controllo di Mode. Hilda (Ana Ortiz) si è appena sposata è ha davanti a sé una nuova strada da percorrere insieme all’amore della sua vita. Ignacio (Tony Plana) non vivrà più con le sue amate figlie e questo per lui è più di una sfida. Marc (Michael Urie) trova il coraggio di affrontare le sue paure e forse per la prima volta nella sua vita di restrizioni e bugie, si rende conto che c’è tutto un mondo intorno a lui, basta solo mettere una parola dopo l’altra e ammettere quello che si prova nel profondo del cuore. Amanda (Becki Newton) ha perso il suo cane, ma ha ritrovato un padre. Mentre il giovane Justin (Mark Indelicato), sostenuto dalla sua incredibile famiglia, esprime la propria vera identità, e questo per lui è un grande salto verso quel traguardo illusorio che è la felicità eterna. Perché alla fine della fiera, e di momenti di svago Betty ce ne ha regalati molti, comprendi che essere e ben più importante di apparire. E il fatto che l’intera storia ruotasse attorno a una rivista di moda, era solo un pretesto ben chiaro fin dall’inizio.

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