Giulietta

Capuleti

Protagonista di «Giulietta e Romeo»

1290-1303

Giulietta Capuleti nasce a Verona nel 1290, nell’epoca di Bartolomeo della Scala. Figlia unica della ricca famiglia Capuleti, Giulietta s’innamora perdutamente di Romeo Montecchi, figlio della famiglia rivale. I suoi genitori vorrebbero darla in sposa a Paride, un nobile altolocato, ma la ragazza si rifiuta e, dopo alcune peripezie per consolidare il suo amore per Romeo, pensando che sia morto, giunge al suicidio. Muore nel 1303, a soli dodici anni.

La storia dei due sfortunati amanti ha spinto a cercare i luoghi che l’hanno vista protagonista. Ancora oggi a Giulietta sono inviate lettere d’amore da tutto il mondo e il cinema l’ha per sempre immortalata.

Anno 1303. Mancano quindici giorni al suo compleanno.Il vento tiepido muove le tende che lente schiudono l’esterno.

Giulietta si leva dal letto e si guarda allo specchio. Ha dodici anni e non sa che quello sarà un giorno speciale.

Si terrà una grande festa in suo onore. È ora di prendere marito,come fu per sua madre ancor prima della sua tenera età.

Giulietta non è pronta, è ancora una bambina.

La tragedia di Giulietta e Romeo nasce come una riscrittura di una leggenda veronese. Siamo a Vicenza, tra il 1512 e il 1524, quando il capitano vicentino, Luigi Da Porto (1485-1529), scrive la novella Istoria nuovamente ritrovata di due nobili amanti con la loro pietosa morte, racconto orale del veronese Pellegrino, suo arciere, di due famiglie rivali Montecchi e Capelletti, ghibellina l’una e guelfa l’altra. Le due famiglie sono nominate anche da Dante nel Purgatorio (cfr. Purg., VI 106). La novella probabilmente autobiografica è dedicata alla cugina Lucina Savorgnan e al loro sfortunato amore.

La fortuna di questa triste storia si fa notare già dalle numerose versioni cinquecentesche come quella di Matteo Bandello in prosa (1554), di Gheraldo Boldieri in ottava rima (1553); di Luigi Groto 1578 in dramma teatrale (1578).

William Shakespeare (1564 -1616) viene a conoscenza della novella portesca grazie alle innumerevoli traduzioni europee, una fra tante quella di Arthur Brooke The tragical Historye of Romeus and Juliet (1562), e tra il 1597-1598 adatta il poema nella tragedia teatrale Romeo and Juliet. Sarà proprio la tragica versione shakespeariana a fare il giro del mondo diventando patrimonio dell’immaginario collettivo.


LUIGI DA PORTO, Historia nuovamente ritrovata di due nobili amanti […], Venezia: Giovan. Griffio, 1553

Il dramma di Giulietta e Romeo è ambientato a Verona, ma, oltre alla città scaligera e ai luoghi presenti nei racconti, ci sono altri scorci e dimore che accendono le luci della scena e ci immergono ancor di più in questa tragica novella.

Verona

Fin dal XIX secolo la Tomba di Giulietta è inserita negli itinerari storici di Verona. Situata nell’ex convento di San Francesco del Corso, esistente già nel medioevo, appena fuori dalle mura cittadine. La tomba in realtà è un sarcofago in marmo rosso, forse di età romana. Divenne meta dei più illustri letterati romantici come George Byron e Madame de Staёl che ne hanno fatto un vero e proprio culto.

Passeggiando per Verona verso Piazza delle Erbe, ci si dirige verso via Cappello ed eccola là sulla sinistra la Casa di Giulietta, vecchia casa-torre costruita tra la fine del Duecento e inizio Trecento, chiamata Stallo del Cappello. Qui risiedeva la famiglia Dal Cappello, come testimonia lo stemma (un cappello da pellegrino) scolpito in rilievo sulla chiave di volta dell’arco interno del cortile dell’edificio.

A partire dagli anni ‘30 e grazie all’opera del direttore dei Musei Civici, Antonio Avena, che fece installare come balcone di Giulietta una lastra gotica in pietra recuperata a Castelvecchio, si assiste a un vero e proprio pellegrinaggio che ha come fulcro questo luogo.
Tutti i giorni il cortile accumula i pensieri degli innamorati sulle pareti dell’ingresso, veri e propri “ex-voto” e la statua di Giulietta, opera di Nereo Costantini del 1972, è venerata e toccata come augurio di buona fortuna.

 

la casa di giulietta capuleti con il suggestivo balcone

Nel cortile della casa di Giulietta si accumulano sulle pareti dell’ingresso i pensieri degli innamorati.

Montecchio Maggiore

Una leggenda ottocentesca narra che Luigi da Porto, uomo d’armi e letterato vicentino del cinquecento, si rifugiò presso la sua villa a Montorso Vicentino in seguito ad un infortunio di guerra. Durante la sua permanenza, Luigi era solito passare il tempo di fronte a una finestra, dove scorgeva due castelli delle vicine alture di Montecchio Maggiore.

Sono i Castelli della Villa e Castello della Bellaguardia: due piccoli manieri che sorgono sopra la collina di Montecchio che, si dice, abbiano ispirato Da Porto a scrivere la sua Historia novellamente ritrovata.

La loro posizione contrapposta, l’accostamento tra il nome di Montecchio con quello della famiglia dei Montecchi, le sue pene d’amore e la lettura di antichi poemi trecenteschi, posero i presupposti che determinarono l’ideazione e l’ambientazione della storia arrivata fino a noi grazie a William Shakespeare.

Oggi questi due manieri sono popolarmente conosciuti come Castello di Romeo e Castello di Giulietta a testimonianza del forte folclore che il clima romantico di metà Ottocento ha lasciato sulle rovine medievali, scenografie perfette per ambientare vicende suggestive ed affascinanti.

 

Castelli della Villa e Castello della Bellaguardia a Montecchio Maggiore

Cara Giulietta ti scrivo…

Questo è l’incipit di migliaia di lettere che giungono a Verona da tutto il mondo, scritte a mano da molte donne che cercano conforto in Giulietta. Lettere indirizzate a “Giulietta-Verona” o lasciate nella cassetta della posta rossa, collocata in un angolo del cortile della Casa di Giulietta, meta di pellegrinaggio amoroso. Un fenomeno che ha consacrato Verona come città dell’Amore.

Il primo a dare voce a Giulietta è Ettore Solimani, il custode della Tomba, che a partire dal 1930 inizia a raccogliere le prime lettere lasciate dagli innamorati a Giulietta e a rispondere ad ognuna di esse diventando di fatto il segretario di Giulietta.

Nel 1972 nasce il Club di Giulietta, un’associazione culturale, presieduta da Giulio Tamassia, formata da un gruppo di appassionati ed intellettuali che raccolgono, leggono, traducono, rispondono e conservano ogni lettera. Si fanno chiamare le Segretarie di Giulietta.

Ogni anno organizzano un concorso intitolato “Cara Giulietta”, che premia le lettere d’amore più belle in onore del giorno del Compleanno di Giulietta, celebrato il 14 febbraio. Un fenomeno che si è sviluppato e diffuso in un modo così capillare e profondo per chiunque abbia amato tanto.

 

Nel cortile della casa di Giulietta si accumulano sulle pareti dell’ingresso i pensieri degli innamorati.

Dal cinema muto al sonoro, sono molte le produzioni che hanno scelto di raccontare il dramma Shakespeariano. Ad Hollywood nel 1936 esce Giulietta e Romeo, capolavoro di George Cukor, film sonoro più costoso fino ad allora realizzato. L’anno successivo, sull’onda entusiastica del colossal, il direttore dei musei veronesi Antonio Avena ebbe la geniale intuizione di ricreare in città i luoghi della tragedia, garantendo alla città di Verona il turismo eterno di cui ancora oggi gode.

Nel 1949 viene prodotto Gli amanti di Verona, pellicola di successo condiviso tra il regista André Cayatte e lo sceneggiatore Jacques Prévert, che lascia segni inequivocabili della sua poetica nella stesura dei dialoghi. Il film ci regala inoltre la fotografia di una Verona segnata dalle ferite di una guerra terminata da poco.

Solo cinque anni dopo Renato Castellani realizza Giulietta e Romeo, racconto cinematografico questa volta fedele all’originaria sceneggiatura di Luigi Da Porto, ma attinente alla trama di William Shakespeare con uno stile neorealista che portò ad una semplificazione dei dialoghi e ad una minor caratterizzazione dei personaggi.

Ispirato alla tragedia Shakespeariana anche West Side Story, un musical in replica teatrale da quattro anni. Nel 1961 Jerome Robbins e Robert Wise realizzano la versione cinematografica ambientata a Manhattan dei primi anni 60’. La difficile convivenza tra bande rivali ha un lieto fine, Giulietta portoricana non muore ma anzi diventa emblema della riconciliazione tra le fazioni in lotta.

Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli del 1968 è probabilmente la trasposizione cinematografica più celebre della tragedia omonima, indimenticabile pellicola passata alla storia anche per i due bellissimi ma soprattutto giovanissimi protagonisti Olivia Hussey e Leonard Whiting.

Tra le innumerevoli produzioni ispirate al mito shakespeariano abbiamo scelto di concludere con Romeo + Juliet del 1996 di Baz Luhrmann, che strappa la tragedia dalla sua città natale per proiettarla questa volta in un contesto estremamente moderno: Verona Beach. Immaginaria metropoli postmoderna, è teatro di scontri tra potenti imperi d’affari, tra folli sparatorie in automobili e uccisioni di stampo mafioso.

 

Olivia Hussey interpreta Giulietta nel film “Romeo e Giulietta” di Franco Zeffirelli (1968)

BIBLIOGRAFIA

DA PORTO, Luigi, Historia nuovamente ritrovata di due nobili amanti, con la loro pietosa morte: intervenuta già nella città di Verona, Venezia: Giovan Griffio 1553.

SHAKESPEARE, William, Romeo e Giulietta, traduzione di Salvatore QUASIMODO, Milano: Mondadori 2006.

ROMANO, Angelo, Le storie di Giulietta e Romeo, Roma: Salerno Editrice 1993.

TESEI, Francesca, «La Storia», Assocazione Giulietta e Romeo in Friuli.

DELLA RAGIONE, Achille, DELLA RAGIONE, Marina, «L’amore tragico di Romeo e Giulietta», La Bibbia dell’amore.

«La Verona di Shakespeare», Il Blog di turismoletterario.