Nel complesso della Basilica di San Lorenzo, situata nella piazza omonima a Firenze, si trova uno dei capolavori del Rinascimento: la Sagrestia Vecchia realizzata da Brunelleschi, su commissione della famiglia dei Medici che qui voleva realizzare il suo mausoleo.

La Sagrestia Vecchia è una delle poche opere che Brunelleschi riuscì personalmente a portare a compimento, e riflette perfettamente il genio del suo ideatore per quanto riguarda la concezione architettonica e dello spazio, diventando un punto di riferimento imprescindibile per i progetti architettonici futuri.

Storia della Sagrestia Vecchia

Fu il ricco banchiere Giovanni di Bicci de’ Medici a commissionare a Filippo Brunelleschi, intorno al 1420, il progetto e la realizzazione della Sagrestia, che venne in seguito denominata Sagrestia Vecchia dopo che nel 1520 Michelangelo costruì la Sagrestia Nuova, nel transetto opposto. La scelta di realizzare un mausoleo presso la Chiesa di san Lorenzo è dovuta al fatto che la chiesa era uno degli edifici religiosi più importanti nella zona, nonché la chiesa più antica della città di Firenze, e situata a breve distanza da Via Larga, luogo di residenza dei Medici. I lavori durarono circa otto anni e la stessa data di conclusione dei lavori è attestata da una pergamena ritrovata nella cupola. L’anno successivo al completamento della chiesa, nel 1429 si svolsero i (ricchissimi) funerali di Giovanni di Bicci, il quale, presumibilmente prima di morire, aveva chiesto a Donatello di realizzare le decorazioni.

Fu infatti Donatello a realizzare personalmente gli stucchi dipinti e dorati, tra cui spiccano le Storie di San Giovanni Evangelista e i Quattro Evangelisti, la serie di Cherubini e Serafini nella trabeazione. Lo stesso Donatello realizzò anche i due pulpiti bronzei che possono oggi essere ammirati nella cattedrale e che furono il suo ultimo lavoro, così come il disegno della tomba di Giovanni di Bicci, sebbene la realizzazione venne affidata ad Andrea di Lazzaro Cavalcanti detto il Buggiano.

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Massimo Borchi/Atlantide Phototravel//Getty Images

Cosa vedere nella Sagrestia Vecchia

La Sagrestia Vecchia è uno degli ambienti meglio conservati del primo Rinascimento fiorentino: concepita da Brunelleschi come un ambiente a sé stante, vi si accede dal transetto sinistro della Chiesa di San Lorenzo. La stessa Sacrestia, a pianta quadrangolare, è suddivisa in quattro vani, sebbene ad attirare maggiormente l’attenzione sia il vano principale che ospita la tomba di Giovanni di Bicci e della moglie Piccarda. Il vano principale, dalla forma cubica dove ogni lato è pari circa a 11 metri, presenta una cupola semisferica a ombrello, suddivisa in dodici spicchi. Il contrasto tra la semplicità della pietra e i colori vivi degli affreschi di Donatello è particolarmente suggestivo, sebbene questo fu causa di grande dissidio tra i due artisti.

Entrambi protetti dalla famiglia dei Medici, Brunelleschi accusò Donatello di voler distogliere l’attenzione, attraverso l’uso quasi violento del colore, dalle proporzioni architettoniche della cappella, così minutamente studiate dal Brunelleschi.

Il dissidio tra i due artisti terminò infine con l’allontanamento di Donatello dalle decorazioni di altre opere di stampo brunelleschiano, come ad esempio la Cappella dei Pazzi.

Il mistero del cielo stellato

Fu forse a conclusione dei lavori di Donatello che venne realizzato il dipinto della cupola dove viene raffigurato un emisfero celeste con l’esatta rappresentazione del cielo sopra Firenze la notte del 4 luglio 1442.

Si tratta di un incredibile quanto suggestivo dipinto, con le costellazioni e le stelle realizzate in oro, mentre l’azzurrite venne utilizzata per dipingere il cielo. L’opera è attribuita a Giuliano d’Arrigo detto il Pesello, che replicò la medesima composizione anche nella Cappella de’ Pazzi; molto probabilmente il dipinto venne realizzato seguendo le indicazioni di Paolo dal Pozzo Toscanelli, astronomo amico di Brunelleschi.

Ma perché si scelse di riprodurre proprio questa data? Una risposta ufficiale non esiste, cosa che ha contribuito ad alimentare il mistero circa la decorazione della cupola. Il dipinto potrebbe ricordare l’arrivo a Firenze di Renato d’Angiò, giunto proprio quel giorno a cercare aiuti militari per riconquistare il regno di Napoli usurpato da Alfonso d’Aragona, ipotesi che sembra essere la più condivisa dagli storici.

Tuttavia, ad accrescere il mistero, vi è il fatto che Pesello riprodusse esattamente lo stesso dipinto anche nella Cappella de Pazzi, pur trattandosi di commissioni per due famiglie diverse, la famiglia dei Medici e quella dei Pazzi. Secondo alcune ipotesi, i Medici scelsero di rappresentare l’arrivo del re perché volevano implicitamente suggerire che erano allo stesso livello degli Angiò, e quindi, di fatto, una famiglia reale.

Diverso è invece il discorso per la famiglia Pazzi, che era legata agli Angiò da un rapporto di profonda e duratura amicizia. Per questo motivo si è ipotizzato che la scelta dei Pazzi di riprodurre lo stesso cielo stellato, fosse una sorta di guanto di sfida verso la famiglia dei Medici a voler sottolineare il rapporto privilegiato con la famiglia degli Angiò, e, ugualmente, porsi come vera famiglia regnante di Firenze. L’astio tra le due famiglie, esploderà nel 1478 nella celebre congiura dei Pazzi, realizzata ai danni della famiglia dei Medici.

Quale che sia la storia dietro il dipinto, si tratta di uno dei primi esempi di raffigurazioni realistiche del cielo stellato: le posizioni del sole, della luna e delle diverse costellazioni hanno infatti permesso di individuare il giorno e l’ora esatta cui il dipinto faceva riferimento.

Sagrestia Vecchia, orari, ingressi e modalità di visita

Il biglietto d'ingresso al Complesso della Basilica ha un costo di € 9 e permette l’accesso alla Basilica di San Lorenzo, la Sagrestia Vecchia, i Chiostri, il Museo del Tesoro, la cripta e i sotterranei monumentali.

L’accesso alla Basilica è consentito dal lunedì al sabato dalle 9:30 alle 17:30, primo accesso alle 10:00 e ultimo accesso alle 16.30.