LA STORIA DEI GRATTACIELI

I grattacieli, dal termine americano sky-scraper, rappresentano una fase basilare dell’architettura, sia a causa delle moderne tecniche costruttive adoperate, sia per le differenti forme stilistiche utilizzate nel corso degli anni. E’ dagli Stati Uniti, che arriva il modello dell’edificio alto con “la testa fra le nuvole”, all’inizio del XX secolo. New York, fu infatti lo scenario di una convulsa corsa per innalzare l’edificio più alto del mondo. Dall’epoca, i grattacieli hanno costituito il mito della grande metropoli del nostro tempo.

Nel 1855, l’inventore e industriale inglese Henry Bessemer, brevettò il suo processo per convertire la ghisa nel tipo di acciaio che, con l’ascensore di Otis, avrebbe rivoluzionato l’ingegneria strutturale e l’architettura del pianeta. Il vetro in lastre, prodotto su larga scala a cominciare dagli anni Cinquanta dell’Ottocento, e l’illuminazione elettrica, fruibile dagli anni Ottanta, furono gli altri fattori essenziali per l’edificazione di quei grattacieli che avrebbero determinato il profilo della New York del XX secolo.

Ma in realtà, lo sviluppo della nuova forma architettonica verticale nasce alla fine del XIX secolo prima a Chicago, dopo il grande incendio divampato nel 1871, infatti il centro di questa città venne completamente raso al suolo. La ricostruzione di Chicago rappresenta perciò la prima opportunità storica che dà vita alla concezione dei grattacieli. In tre giorni, dal 8 al 10 ottobre, il fuoco si propagò in 6 km quadrati, annullando oltre 17500 edifici, un terzo del valore della città fu cancellato. Rimase immutato e alto il valore economico dei terreni che, dopo poco tempo,furono rivenduti per la ricostruzione. Per bilanciare le spese e agglomerare gli abitanti crescenti per la rilevanza commerciale della città, i nuovi edifici cominciarono a svilupparsi in verticale. La necessità di concentrare le grandi strutture, rivolte in special modo ad attività commerciali e uffici, su aree di superficie limitata, portò inevitabilmente alla creazione di questa nuova tipologia edilizia. Il sistema di aumentare il numero dei piani degli edifici fu realizzabile mediante le recenti invenzioni tecnologiche, prime fra tutte l’ascensore elettrico, e dall’inserimento nella struttura di travi e pilastri d’acciaio in sostituzione, parziale o totale, della muratura portante e della struttura a balloon frame. Proprio l’ascensore, in realtà, avrebbe, a poca distanza di tempo, rivoluzionato l’utilizzo e il carattere di tutta l’edilizia urbana.

Nasce, in questo modo, la Scuola di Chicago.

Il primo grattacielo della storia, l’Home Insurance Building, è progettato da William Le Baron Jenney, architetto diplomatosi all’Ecole Polytechnique di Parigi, già attivo nel Genio militare durante la Guerra di Secessione, membro appunto della famosa e rivoluzionaria scuola, originata dalla collaborazione di vari architetti americani con il fine di mettere a disposizione la propria esperienza e competenza per la ricostruzione della città. Viene terminato nel 1885, e con i suoi 42 metri di altezza, niente in rapporto alle vertiginose altezze di quelli contemporanei, ma straordinario per il suo periodo, porta in sé una grande innovazione: la struttura per la prima volta realizzata in acciaio, anche se non ancora visibile all’esterno perché inserita nella muratura. L’impianto architettonico principale è innovativo, infatti è costituito da un telaio metallico di sostegno alla struttura muraria. Il progetto iniziale prevedeva un edificio di 10 piani, annettendo poi 2 piani ulteriori dopo la fine della costruzione, sino ad arrivare ad una altezza di 42 metri, enorme per l’epoca.

La maggior parte dei palazzi edificati dalla Scuola di Chicago, avevano le stesse caratteristiche: il basamento forte che dava stabilità all’edificio, il corpo centrale che si sviluppava ritmicamente in altezza e la cornice che faceva da corona alla struttura. Gli architetti più innovativi effettuarono una radicale semplificazione delle facciate, escludendo il ricorso agli stili.

In tale ambito, fa la sua esperienza Luis Henry Sullivan, testimone della Scuola di Chicago che nel suo saggio: “The Tall Building Artistically Considered, 1896, illustra la costituzione funzionale del grattacielo.

Gli imprenditori newyorchesi continuarono l’opera, ma su scala molto più estesa, in virtù di una condizione molto favorevole sotto il profilo geologico. Mentre Chicago si ergeva su terreni argillosi, non molto idonei alla tecnologia propria di quegli anni per realizzare edifici alti, Manhattan poggiava su un robusto strato di granito.

Nel 1902, viene ultimato il Fuller Buiding, conosciuto come Flatiron Building, che con i suoi 86,9 metri di altezza è stato uno fra i più alti complessi della metropoli.

Fra il 1910 e il 1940, vengono costruiti i grattacieli idiomi della Grande Mela.

Il Chrysler Building, ispirato allo stile art decò di provenienza francese, è celebre per la sua cuspide a raggiera le cui aperture triangolari, nelle ore notturne, splendidamente illuminate, ci rammentano la forma dei radiatori delle automobili.

A pochi mesi dal crollo borsistico del 1929, invece, iniziano i lavori per l’edificazione dell’Empire State Building. Lo studio Lamb&Harmon, elabora in solamente due settimane il progetto definitivo dell’edificio, anche questo in stile art decò e ideato per ospitare i moltissimi uffici della città. Grazie alla funzionale organizzazione e all’avanguardia delle tecniche costruttive usate, i cantieri possono concludere la realizzazione della struttura in meno di due anni. L’Empire State Building, è ricordato dalla storia come il grattacielo dei primati: per più di trent’anni fu il grattacielo più alto del mondo e quello più alto di New York, quello edificato più velocemente e il primo ad essere costituito da più di 100 piani. Il maestoso complesso, però ebbe molti problemi iniziali. Negli anni della grande depressione infatti gli uffici rimarranno per la maggior parte sfitti, mettendo in crisi la società di gestione. Ma quello che all’epoca stava crollando, era l’economia statunitense. La crisi di Wall Street, nell’ottobre del 1929, si ebbe appunto nel momento in cui la costruzione dell’edificio procedeva a grande velocità.

Nonostante il rallentamento del processo a causa della crisi, nei decenni precedenti, New York si era resa protagonista di una trasformazione urbana senza eguali. Il paesaggio delle enormi torri dell’isola di Manhattan, ammaliò scrittori, artisti, cineasti ed architetti.

Nella seconda metà del Novecento, la lezione della scuola di Chicago, sarà reinterpretata dalle nuove generazioni di architetti rivolti a riprogettare il volto delle città.

E’ soprattutto Mies van der Rohe, 1886-1969, a Chicago già nel 1937, a svolgere una totale semplificazione della forma e dello stile del grattacielo, presentando in facciata solamente gli elementi della struttura portante. L’ossatura in acciaio è totalmente rivestita da grandi pannelli di vetro, che vengono in questo modo, a formare una specie di “pelle” dell’edificio: questa levigata superficie vitrea viene denominata curtain wall, letteralmente “muro-tenda”, a causa del suo limitato spessore, ma alcuni critici chiameranno ironicamente “pelle e ossa” tali palazzi.

Nei Lake Shore Drive Apartaments, nel 1951, Mies utilizza il rivestimento in curtain wall, due grattacieli gemelli, che danno su Lake Shore Drive, il lungolago di Chicago che, in quegli anni, stava divenendo il luogo residenziale più importante della città.

Ricordiamo ancora la costruzione della Sears Tower, edificata a Chicago nel 1974 dallo studio Skidmore, Owings & Merrill. Questo grattacielo di 442 metri, il più alto di Chicago e, per un quarto di secolo di tutto il globo, ha una pianta quadrata ed è completamente realizzato con curtain walls.

Nella seconda metà del Novecento, appunto, una nuova generazione di architetti riproporrà queste composizioni di fine Ottocento per dare impulso alla crescita della città verticale con il concepimento degli edifici dalle altezze sempre più vertiginose, la cui egemonia, all’inizio del III millennio, si sposta dagli Stati Uniti d’America alle nazioni dell’Estremo Oriente.

Attualmente, le moderne miscele di calcestruzzo sono rinforzate con fibre di acciaio e polimeri idrofobi che prevengono le crepe. Il cemento armato del Burj Khalifa di Dubai, ad esempio, può sopportare una pressione da circa mezzo milione di tonnellate per metro quadrato. Contro la forza del vento, invece, i grattacieli devono utilizzare componenti diverse. Le correnti a 100 metri di altezza, infatti, possono arrivare normalmente a pressioni di oltre 7,5 chili per metro quadrato. Per resistere a tali forze orizzontali è essenziale l’utilizzo di controventamenti all’interno o all’esterno della struttura, ma può supplire a ciò anche una forma aerodinamica della torre: complessi come quello affusolato della Shanghai Tower possono ridurre la pressione del vento addirittura di un quarto.

Oggi, New York ha ben 809 grattacieli, la seconda città al mondo con più edifici di tale tipologia, superata da Hong Kong. Tra i grattacieli residenziali, ai primi tre posti abbiamo tre edifici newyorkesi: il Central Park Tower, con i suoi 472 metri e 98 piani, il 111 West 57th Street, 435 metri e 84 piani, e il 432 Park Avenue, 425 metri e 85 piani.

Trasferendoci negli Emirati Arabi Uniti, a Dubai, abbiamo il Princess Tower, 413 metri e 88 piani.

Nella classifica dei primi dieci grattacieli, è presente uno solo europeo: il grattacielo Neva Towers 2, ubicato nel Moscow International Business Center, MIBC, della capitale russa con 345 metri e 79 piani.

La realizzazione di tali strutture a livello internazionale, ha registrato un aumento del 30% rispetto al 2020, un anno che ha creato un arresto determinato dalla pandemia.

Nel mondo si segnalano 1883 grattacieli, più del 180% rispetto al 2010, di cui 47 in Italia.

Milano è la città italiana con il più grande numero di edifici alti, sei in totale sui dieci nazionali, con una media di 26 piani ciascuno per poco più di 100 metri d’altezza. Ma al suo interno, circa 70 ulteriori architetture, di altezza media di 40 metri: Torre Solaria, in zona Porta Nuova, è la più alta. Seguono la Torre EuroSky a Roma che si ferma a 120 metri con 31 piani, il Grattacielo di Cesenatico a 118 metri con 35 piani, e la Torre 1 del Bosco Verticale a 116 metri con 27 piani. L’edificio moderno più alto d’Italia, concluso nel 2015, è la Torre Isozaki di Milano, alta 209 metri, mentre il più alto in modo assoluto, in virtù di una guglia di 85 metri, è la Torre Unicredit, con i suoi 231 metri, posta sempre a Milano ed inaugurata nel 2012.

E’ invece del 1889 la Mole Antonelliana di Torino, che arriva a 167,5 metri. La Torre Isozaki, appunto citata, edificata all’interno dell’ampio progetto di riqualificazione dell’ex area fiere di Milano CityLife, oltrepassa i 161 metri del Palazzo Lombardia, che nel 2010 aveva superato la Torre Telecom Italia, situata nel Centro Direzionale di Napoli, finita nel 1994, alta 129 metri per 33 piani e sede distaccata dell’omonima impresa. Il Grattacielo Pirelli di Milano, con i suoi 32 piani, dislocati nei 127 metri di una raffinata struttura lamellare in calcestruzzo, ideata dall’architetto Gio Ponti, nel periodo della sua costruzione è il grattacielo in calcestruzzo armato più alto d’Europa e il terzo del mondo.

Nella città di Milano, nella zona Porta Nuova, sono in progetto varie torri, due delle quali già presentate: la Torre UnipolSai e Torre Gioia 20. E’ ancora prevista la costruzione della nuova sede di A2A che sarà di un’altezza di 145 metri, i lavori di demolizione delle strutture preesistenti sul sito, sono odiernamente in corso. Nel 2021, sono cominciati anche i lavori per la creazione di un nuovo grattacielo chiamato Skydrop, ubicato nell’area sud della città.

A Bergamo, si sta progettando la realizzazione di due grattacieli, nel vecchio scalo ferroviario della stazione. A Torino è in progetto già dal 2013 il secondo grattacielo di Porta Susa, a Palermo è stato approvato il progetto del nuovo Centro Direzionale regionale. A Napoli, invece, il governatore della Campania Vincenzo De Luca, a settembre 2021, ha annunciato un progetto di riqualificazione urbana nella zona orientale del capoluogo, in cui si eleverà la nuova sede della Regione.

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