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Spettacoli

Giorgio Mastrota: "Con Natalia Estada fu una vampata. Sono l’uomo delle pentole e dei materassi"

Giorgio Mastrota: Con Natalia Estada fu una vampata. Sono l’uomo delle pentole e dei materassi

“Sono l’uomo delle pentole e dei materassi”. Giorgio Mastrota si riconosce ancora così. La sua fama è legata sicuramente alle televendite, tant’è che ancora adesso è facile che il suo volto sia riconosciuto per strada in virtù di questo suo ruolo televisivo, nonostante siano vent’anni che non conduce un programma suo. Ma prima di essere l’uomo delle televendite, Mastrota fu "l’uomo ideale”. Era il 1988 e venne così incoronato in quell’edizione di “Il più bello d’Italia”. In una lunga intervista al Corriere della sera confessa che in realtà era raccomandato.

Tutto pilotato. Gianfranco Funari, che era presidente della giuria del concorso che si teneva a Loano, mi chiamò a partecipare con la garanzia che avrei vinto. Il problema è che oltre a me, che ero il raccomandato della parte della giuria che veniva dalla televisione, c’era un altro raccomandato dal mondo del cinema. Si chiamava Caveri, non so che fine abbia fatto. Ne vennero fuori moltiplicando i premi. Caveri ‘il più bello d’Italia, Mastrota ‘l’uomo ideale’”

Il rapporto con Funari nacque grazie a un intermediario: la moglie di Alberto Tagliati, all’epoca direttore di Grand Hotel, la rivista che ospitava i fotoromanzi, per i quali aveva prestato il suo volto. Qualche anno più tardi avrebbe condotto “Improvvisando”, per la Rai.

"Il programma si faceva a Saint-Vincent e io alloggiavo all’hotel Billia, quello col casino. Convinto che il trattamento fosse tutto compreso iniziai a concedermi ciascuno di quelli che, fino a quel momento, avevo considerato lussi inarrivabili. Provai il salmone affumicato, mai assaggiato prima, e fu salmone affumicato a tutte le ore. Una macchia impercettibile sulla maglietta? Pronti via, chiamavo il servizio lavanderia del grand hotel e dopo un’ora arrivava la maglietta pulita. Al momento di andarmene, in reception mi porgono un conto da 4 milioni. E visto che i sei milioni e passa del cachet della Rai sarebbero arrivati dopo qualche settimana, mio padre fu costretto a correre a Saint-Vincent da Milano per staccare un assegno e farmi venir via"

Lavorò per la Rai, poi si stabilì su Mediaset. Avrebbe assistito in quegli anni alla discesa in campo di Silvio Berlusconi.

Io venivo da una tradizione familiare democristiana. Quindi, da moderato che guardava più al centrodestra, sì, l’ho votato. Però sono sempre stato un pragmatico, anche come elettore. Guardo molto alla persona, infatti a Milano ho votato per Beppe Sala. Mio papà, invece, era diventato un berlusconiano accanito, il berlusconismo in tutte le sue forme per lui era quasi una vocazione. E che cosa succede? Tre anni dopo la fine del matrimonio con me, Natalia si mette insieme a Paolo Berlusconi e quindi capitava che ci si ritrovasse con lui in qualche occasione, tipo alle feste comandate. Ecco, papà era contentissimo di quei momenti, di vedere un Berlusconi in famiglia, anche accanto alla sua ex nuora”

La sua storia con Natalia Estrada fu tanto rapida, quanto chiacchierata. Cominciò in estate, a dicembre erano già sposati e nel 1995 nacque la loro figlia Natalia junior.

La separazione fu difficile. Difficile. Piaciuti, voluti, amati, sposati: tutto in una sequenza rapidissima, come una vampata che brucia una cosa dopo l’altra. La fine del matrimonio fu un evento così clamoroso che finì nei titoli del Tg5. Ma fu accelerata anche la sofferenza del post. Sai, quando una cosa la sanno tutti, esci di casa e ti arrivano parole di conforto da chiunque: il passante, l’edicolante, il macellaio. E passa prima”

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