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Tim, duello fra Kkr e Cdp-Macquarie per la rete con rilanci entro il 18 aprile

Dal Cda dell’ex monopolista via a un processo competitivo su Netco con la richiesta di offerte migliorative. Per Tim 2022 chiuso con una perdita di 2,9 miliardi di euro

di Andrea Biondi

(REUTERS)

4' di lettura

Sarà testa a testa fra le offerte di Kkr da una parte e di Cdp-Macquarie dall’altra. Per la Netco (rete più Sparkle), come prevedibile e previsto alla vigilia Tim ha deciso di tenere in vita entrambe le proposte arrivate in Cda, chiedendo però miglioramenti. Che dovranno arrivare entro il 18 aprile.

Tim, si legge in una nota, ha esaminato l’offerta di Cdp e Macquarie e ha valutato che «al pari di quella di Kkr non riflette il valore dell’asset e le aspettative di Tim» e apre a una gara tra i due pretendenti. Il cda, si legge ancora «ha dato mandato all’Amministratore Delegato, Pietro Labriola, affinché avvii un processo regolato, trasmettendo a entrambi gli offerenti, per il tramite dei propri advisor, una process letter che indichi i termini a cui verrà dato loro accesso a ulteriori specifici elementi informativi, uguali per entrambi gli offerenti; le forme attraverso le quali ciascuno di essi potrà presentare entro il termine del 18 aprile un’offerta migliorativa non vincolante».

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Questo insomma, specifica la nota Tim, è l’esito dell’esame che si è svolto «anche con l’ausilio delle analisi e degli approfondimenti svolti dal management con il supporto degli advisor». Il Consiglio «ha molto apprezzato l’interesse espresso pur considerando che la stessa - al pari della proposta non vincolante di KKR - non riflette il valore dell’asset e le aspettative di Tim». Come per Kkr anche a Cdp e Macquarie saranno quindi messi a disposizione alcuni specifici elementi informativi e richieste ulteriori indicazioni necessarie per comprendere a pieno gli assunti e gli economics della proposta. Sarà infine il Comitato Parti Correlate che espleterà le proprie funzioni istruttorie in relazione a entrambe le offerte.

Cosa che il Comitato ha fatto venerdì scorso in relazione all’offerta di Cdp e Macquarie presentata a Tim la domenica precedente, visto che la Cassa Depositi e prestiti è azionista al 9,8% della compagnia telefonica. Dai nodi antitrust ai problemi di valutazioni ci sono ancora varie questioni da mettere a punto. Il primo tema, quello delle problematiche che potrebbero arrivare dalla lente di Bruxelles, è quello che avrebbe portato Kkr a far saltare il banco della possibile unione di intenti fra le due cordate di offerenti cui Palazzo Chigi puntava. Il naufragio di quel tentativo – che comunque, secondo alcune indiscrezioni, il Governo starebbe tentando di riproporre – ha avuto come reazione quasi immediata poi la presentazione dell'offerta da parte di Cdp e Macquarie.

Va detto che sulla questione Antitrust Cdp e Macquarie considerano risolutiva, dal canto loro, la pianificata disponibilità a prenotificare a Bruxelles l’offerta presentata a Tim per rilevare la Rete. Una mossa strategica e funzionale a definire un pacchetto “completo” su cui avviare le negoziazioni con il gruppo Tlc, fornendo in partenza visibilità su eventuali dismissioni richieste dall’Antitrust europeo, insieme all'individuazione di potenziali compratori fra i quali potrebbe esserci, come anticipato sul Sole 24 Ore dell'8 marzo, F2i.

Quanto al tema dei valori in campo, l'offerta di Cdp arrivava all'esame del consiglio con il pregresso di una Kkr che è stata invitata da Tim a una offerta migliorativa rispetto ai suoi 20 miliardi comprensivi dei 2 di earn out per il matrimonio con Open Fiber. C’è ora da capire quanto Cdp e Macquarie parteciperanno a quella che è evidentemente una gara al rialzo, che a quanto trapelato nei giorni scorsi rappresenta un’opzione che veniva scartata all’interno della cordata ritenendo di aver già fatto una proposta migliorativa rispetto a quella di Kkr.

In questo quadro il calcolo di Cdp e Macquarie parte dalla sottrazione dei 2,6 miliardi per le minorities di Fibercop (Kkr e Fastweb) con componente in cash e debito a 15,4 miliardi, incorporando il valore di Sparkle di 600 milioni e non 1,2 miliardi come per la proposta Kkr. Dall’altra parte la cordata nel suo dossier inviato alla telco ritiene di confrontarsi con un’offerta cash e debito per Tim di 13,4 miliardi, che discendono dai 20 miliardi di cui si parla sottraendo i 2 miliardi di sinergie per l’unione con Open Fiber oltre a 3,9 miliardi di valore delle minorities per Fibercop e il valore di Sparkle.

Chiaro che tutto questo si scontra con il malcontento espresso apertis verbis dal ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, durante la presentazione dei conti. E la media company francese che ha svalutato al fair value di 21 centesimi la sua partecipazione non intenderebbe fare sconti soprattutto sulla strategia che la vede contraria e preferire un'operazione di take private.

Intanto il responso arrivato dalla riunione del Consiglio d’amministrazione di Tim, anche a valle del lavoro degli advisor lato Tim (Mediobanca, Goldman Sachs, Vitale &co.) e lato Cda Tim (Equita e Liontree), ha nei fatti buttato la palla in avanti, fino al 18 aprile: due giorni prima della prossima assemblea convocata ieri dal Cda che, a valle di una riunione fiume di 10 ore, ha anche dato il via libera definitivo ai conti del Gruppo Tim, nei fatti confermando il preconsuntivo. Il tutto per un 2022 che si è chiuso con una perdita di 2.925 milioni di euro (-8.652 milioni nel 2021) scontando l’effetto negativo di oneri netti non ricorrenti per 2.431 milioni di euro.

Il Cda ha deciso di avvalersi ancora delle modalità “emergenza Covid” stabilendo che l’intervento dei soci si svolgerà esclusivamente tramite il rappresentante designato, e con il voto elettronico. All’ordine del giorno, oltre al bilancio e alla politica di remunerazione, ci sarà anche la conferma dei consiglieri Giulio Gallazzi e Massimo Sarmi. Quanto alla sostituzione del terzo consigliere, dopo l’uscita di Arnaud de Puyfontaine, «avendo il Cda ritenuto di non esprimere alcuna proposta – si legge nel comunicato Tim – gli azionisti sono invitati a formulare delle candidature».

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