Livorno, 25 luglio 2023 – Nell’arco di una stessa stagione riproduttiva, una femmina di tartaruga marina Caretta Caretta può deporre in 4 nidi, scavando una buca a forma di fiasco sulla spiaggia. Un nido può contenere anche più di 100 uova, ma la media dei nidi fatti nelle estati precedenti all’Elba è più bassa, anche se la prima deposizione, quella di Marina di Campo del 2017 è stata record: 107 uova.
L’intervallo tra deposizioni successive è denominato internesting e in Caretta caretta ha una durata di 12-16 giorni circa. Quindi, la tartaruga che, nella notte tra il 15 e il 16 luglio ha depositato le sue uova nella “impossibile” spiaggia portuale del Capitanino a Marciana Marina potrebbe ritornare per una seconda nidificazione tra il 27/28 luglio e il 4/5 agosto e i volontari di Legambiente sono già mobilitati e invitano tutti a non infastidire la tartaruga come purtroppo successo con il primo tentativo di nidificazione fallito alla spiaggia de La Marina.
Come spiega il Life Turtlenest, «
Le tartarughine escono dalla sabbia tra 45 e 65 giorni dopo la deposizione e le nascite si protraggono per una settimana circa. Ma la schiusa è influenzata dalla temperatura del suolo che determina anche il sesso dei nascituri: le temperature più alte (che interessano gli strati più superficiali) fanno sì che nascano femmine, le temperature più basse (negli strati più profondi) maschi».Per i nidi dell’Elba il 45esimo giorno della deposizione scatta il 30 luglio per il nido di Galenzana; il 19 agosto per Lacona; il 23 agosto per Fetovaia; il 28 agosto per La Foce a Marina di Campo; il 30 agosto per Marciana Marina. Dopo, ogni giorno potrebbe essere quello giusto perché nella sabbia si formi il piccolo “imbuto” che annuncia la nascita delle tartarughine.
Legambiente e Parco Nazionale Arcipelago Toscano cerca volontari per tenere, con turni di 6 ore, sotto controllo i nidi 24 ore su 24 durante la schiusa.
Le regole da osservare
1. Dare la disponibilità a fare i turni chiamando Isa al 340 7113722 oppure scrivendo una email a legambientearcipelago@gmail.com 2. Non danneggiare il corridoio di protezione, non scavalcare, non intralciare il passaggio verso il mare, e soprattutto non toccare assolutamente nessuna tartaruga, anche se sperduta… 3. Nel caso di schiusa notturna limitare al minimo indispensabile l’uso di luci artificiali, sono vietati i flash perché disorientano le tartarughine. 4. Quando le tartarughine usciranno dal nido bisogna contarle e annotare data e ora 5. I volontari e le forze dell’ordine garantiranno che i bagnanti non intralcino il percorso delle tartarughine e non si comportino scorrettamente e forniranno a tutti informazioni accurate su quanto sta accadendo 6. I maggiori pericoli naturali per le tartarughine sono i gabbiani e i marangoni e grossi pesci come barracuda. Quello antropico sono le luci artificiali che attirano nuovamente sulla spiaggia o nelle aree portuali.
7. Alla fine, quando la schiusa verrà ritenuta conclusa, i nidi saranno scavati dai ricercatori autorizzati di Arpat e università di Pisa coadiuvati dall’Istituto Zooprofilattico per contare i gusci, le uova non schiuse, i piccoli ancora c vivi a volte rimasti nel nido e quelli purtroppo morti.
Chi vuole far parte di questa magnifica avventura scientifica e ambientale e dare una mano alle tartarughine può dare la sua disponibilità al 340 7113722 oppure scrivendo una ema