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“La maledizione di Glee” è vera? Una docuserie indaga su invidie, stress social e le morti di Monteith, Rivera e Salling

Cosa rende una serie cult? Diverse cose: la storia, l’unicità del format, le guest star che fanno a gara per un cameo e, oggi, anche la sua potenza virale. In aggiunta ci possono essere pure gli amori scoppiati sul set. Così come le tragedie che si abbattono sul cast. E sulla serie Glee – 2009/2015 – di Ryan Murphy ne sono arrivate parecchie. La maledizione di Glee – serie disponibile da oggi su Discovery+ – ne fa un elenco preciso. Con tutte le vicissitudini che hanno colpito alcuni tra i personaggi principali, in particolare la morte di Cory Monteith, Mark Salling e Naya Rivera.

La maledizione di Glee, la morte di Cory Monteith

La rivoluzione di Glee – titolo preso dal glee club, il gruppo di canto e ballo della William McKinley High School su cui ruota la serie – risiede in gran parte sulle tematiche. Una rivoluzione sul piano narrativo che ha aperto dibattiti importanti – oggi divenuti fondamentali – sulla disabilità e la sessualità, segnando la cultura pop.

Dietro la nobiltà del progetto, sono però presto emersi pettegolezzi circa i rapporti tra gli attori, presunte frizioni, comportamenti da star autocertificate, invidie. E sciagure, come la morte di Cory Monteith, avvenuta il 13 luglio 2013 per overdose di eroina e alcol.

 

L’attore, che nella serie interpretava Finn Hudson, combatteva contro la dipendenza da alcol e droghe sin dall’età di 13 anni. Dopo un’adolescenza turbolenta, a 19 anni arriva il primo ricovero in rehab. Quando viene scritturato per Glee è sobrio e vuole voltare pagina, anche in ragione del ruolo che interpreta: quello del bravo ragazzo.

Man mano che il successo aumenta e, di conseguenza, la sua popolarità, decide di parlare pubblicamente del suo passato. Lo fa in un’intervista, in cui spiega di voler essere sincero con il suo pubblico. Inoltre, per fungere da buon esempio per coloro i quali vivono la stessa situazione. Purtroppo, la storia ha avuto un finale diverso.

Cory Monteith. (Reuters)

La storia tra Lea Michele e Cory Monteith

Cos’è successo a Cory Monteith? A che punto nella produzione di Glee è sprofondato nel baratro? Che tipo di rapporto aveva con Lea Michele, collega che nella serie interpretava Rachel Berry? Storia d’amore che fu una sorpresa per i fan ma anche per gli addetti ai lavori.

Secondo il suo ex coinquilino Justin Neill, la pressione è arrivata dalla popolarità improvvisa. «C’è stato un momento in cui sembrava sempre più isolato», ha ricordato, «Era arrivato a un punto in cui odiava il successo. Era stanco. E ricordo che disse Non augurerei la fama neanche al mio peggior nemico».

Inoltre, sempre secondo Neill, a un certo punto Monteith si sentiva incastrato nei panni di Finn Hudson, anche perché era costretto a rifiutare altri ruoli. Infine i social. Erano gli anni dell’esplosione di Twitter e la gara al maggior numero di followers si è tramutata in una corsa folle. Secondo le testimonianze raccolte in La maledizione di Glee, la ricaduta di Cory nell’alcol è avvenuto a una festa. Aveva voglia di un drink e qualcuno lo ha spinto dritto nel baratro. 

Lea Michele e Cory Monteith. (Getty Images)

La morte di Naya Rivera

Sotto la lente d’ingrandimento della docuserie ci sono anche le morti di Naya Rivera e Mark Salling. Rispettivamente Santana Lopez e Noah Puckerman detto Puck. Naya scompare a 33 anni l’8 luglio 2020 nel lago Piru, in California. Il corpo viene ritrovato dopo alcune ricerche. Sulla barca che aveva noleggiato c’è solo il figlio Josey, all’epoca di 4 anni. Com’è morta?

La maledizione di Glee prova a fare luce sulla vicenda, dando voce al padre dell’attrice, George. Ricorda l’ultima volta in cui ha parlato con la figlia, pochi istanti prima che finisse in acqua. «Eravamo su FaceTime e le ho chiesto come mai fosse su un pontone e non su una barca. La prima cosa che le ho detto è stata: Non saltare giù, se hai un’ancora, usala. Poi la chiamata si è interrotta ed è stata l’ultima volta che l’ho sentita».

Naya Rivera. (Getty Images)

 

Sul dolore per la perdita della figlia dice che per lui è come se fosse accaduto ieri, e che Naya era consapevole di aver lavorato in una serie segnata da diverse tragedie. Tuttavia quella dell’attrice è una morte ancora avvolta nel mistero. Nella sua auto sono stati rinvenuti borsa e portafoglio, mentre l‘autopsia non ha rivelato la presenza di farmaci in quantità letali.

Il suicidio di Mark Salling

La fine di Mark Salling avviene in due momenti. In seguito alle accuse di violenza sessuale dall’ex fidanzata Roxanne Gorzela. È il 2013, e dopo aver depositato una querela per diffamazione, la denuncia viene in seguito ritirata grazie a un accordo di circa 3 milioni di dollari.

Nel 2015 Salling viene invece arrestato per possesso di materiale pedopornografico. Due anni dopo si dichiara colpevole e viene inserito nei registri di chi ha commesso reati sessuali. Gli viene vietato di intrattenere rapporti con minori di 18 anni.

Finisce a processo nel 2017, rischiando tra i 4 e i 7 anni di reclusione. La sentenza è prevista il 7 marzo, ma Mark si suicida il 30 gennaio 2018, all’età di 35 anni.

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