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Il terremoto più forte al mondo


Il 22 Maggio 1960 un'enorme area del Sud America fu interessata da un evento sismico di inaudita violenza, talmente forte da lacerare il terreno in lunghe fratture e da essere ricordato ancora oggi come il "grande terremoto Cileno" o con l'espressione "terremoto di Valdivia" dal nome della città cilena che più fra tutte ne subì i danni.


il terremoto più forte della storia
Buonasera, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons


Dalle testimonianze dell'epoca sappiamo che alle 15.11 (ora locale) del 22 Maggio del 1960, a circa 900 km a sud di Santiago del Cile, la terra tremò per oltre 13 minuti raggiungendo una magnitudo 9.5° e diventando di fatto il terremoto più forte e lungo mai registrato nella storia dell'umanità.

A partire dalla città di Valdivia le onde sismiche si propagarono nel resto del mondo dove addirittura furono avvertite distintamente anche in nazioni situate a migliaia di chilometri dall'area dell'epicentro, dove si concentrarono i principali danni.
Nella città da cui il terremoto prende il nome, il sisma distrusse oltre il 40% degli edifici e lungo la cordigliera della Ande interi versanti montuosi crollarono nelle valli, generando mastodontiche frane che fortunatamente travolsero aree disabitate.
Vasti territori sprofondarono di oltre 2 metri e complessivamente l'evento sismico danneggiò oltre 150mila edifici provocando tra le 3000 e 6000 vittime, in un bilancio però che sarebbe potuto essere ben più grave se ad essere colpiti dal sisma fossero stati territori con una maggiore densità abitativa.

A dire il vero il magnitudo 9.5 avvenuto il 22 Maggio rappresenta però solo il culmine di un assurda sequenza sismica che ebbe inizio il giorno precedente e della quale sono in molti a non esserne a conoscenza.
Lo sciame sismico incominciò il 21 Maggio del 1960 quando un terrificante terremoto di magnitudo 8.1 colpì la città di Curanilahue, tagliando le telecomunicazioni locali e di fatto isolando il Cile meridionale dal resto della nazione.
Nelle ore successive fu registrata una nuova intensa replica (di magnitudo 7.8) che provocò ulteriori danni e solo 24 ore dopo, più a sud, ebbe luogo il terremoto più forte della storia !


terremoto più forte al mondo


Come potrete immaginare in breve tempo centinaia di migliaia di persone vissero un crisi sismica senza precedenti, caratterizzata da movimenti tellurici incredibilmente intensi e distribuiti su un'area molto estesa.
Eppure gli abitanti di Valdivia e del Cile meridionale mai avrebbero potuto immaginare cosa si sarebbe scatenato dopo quei 13 interminabili minuti di terrore e distruzione...


allerta tsunami


Il terremoto di magnitudo 9.5 fu scatenato da una faglia lunga 800 km e larga 300 che in pochi minuti liberò un'energia pari a 32mila volte quanta ne fu prodotta durante il sisma che colpì Norcia nel 2016.
L'epicentro fu localizzato in prossimità del mare lungo la fossa Atacama ovvero una depressione presente sul fondale marino lunga 6000 chilometri, larga 60 km e profonda ben 8000 metri !
Le fosse oceaniche si originano quando due placche tettoniche convergono l'una contro l'altra ad un ritmo tale da determinare lo sprofondamento di una delle due zolle creando cosi una zona di subduzione.
In questo particolare caso, la fossa atacama testimonia la subduzione della placca di Nazca che ogni anno, muovendosi verso nord-est ad un ritmo 7.5 centimetri, scivola al di sotto della placca Sudamericana determinando un'incredibile accumulo di energia lungo l'intero piano di subdzione (ovvero l'area di contatto fra le due placche).


fossa oceanica Atacama


Nel 1960 il rapido movimento di un immenso volume di roccia crearono le condizioni perfette per la formazione di gigantesche onde anomale che da li a poco, senza eccezione alcuna, avrebbero portato morte e distruzione nelle aree costiere dell'intero Oceano Pacifico.
Volta per volta ogni singola nazione bagnata delle acque del Pacifico fu colpita da un violento tsunami che a seconda dei casi impattò la terraferma con intensità diversa ma pur sempre catastrofica.
Nei pressi di Valdivia dopo un repentino e nefasto ritiro del mare, onde alte fino a 10 metri si abbatterono ripetutamente lungo la costa, penetrando per alcuni chilometri verso l'interno e travolgendo persone e abitazioni in una furia impetuosa.
A quasi 400 chilometri da Valdivia l'impatto fu addirittura peggiore tant'è che sull'isola di Chiloè furono registrate onde anomale alte persino 20 metri !

Una differenza di effetti che va ricercata nella diversa conformazione del fondale marino e della linea costiera, capaci a seconda della morfologia di amplificare o smorzare l'energia dello tsunami.
Nulla fu però in grado di fermare l'avanzata del maremoto verso l'interno dell'Oceano Pacifico, diretto, ad oltre 700 chilometri orari, verso altre Nazioni ignare o meno dell'imminente e ineluttabile pericolo.


tsuanami terremoto valdivia
tsunami-terremoto-valdivia
Pierre St. Amand, Public domain, via Wikimedia Commons



Come le tessere di un domino le prime a cadere furono le isole di Juan Fernandez e Rapa Nui dove su quest'ultima onde alte 6 metri arrecarono danni ai Moai, le misteriose statue ricavate da un unico blocco di tufo che hanno reso l'isola di Pasqua famosa nel mondo.
Nelle ore successive ad essere travolta dalla forza del mare fu la Polinesia dove i danni furono minimi grazie alla presenza di barriera corallina a protezione delle numerosissime isole disseminate nella regione.
Proprio come la capitale Tahiti che stando alle cronache fu colpita da onde alte meno di un metro.

Ciò purtroppo illuse parte degli abitanti delle Hawaii che lo tsunami in atto non rappresentasse una minaccia reale, a tal punto che in pochi cercarono riparo preferendo assistere al "ritiro del mare" (fenomeno che in genere anticipa l'arrivo di uno tsunami).
Ma dopo 14 ore di attesa e 10500 chilometri percorsi in mare aperto, l'Oceano travolse l'intero arcipelago (famoso per i suoi vulcani a scudo come il Kilauea) uccidendo oltre 60 persone e facendo registrare, in alcuni luoghi, onde alte 10 metri.
Un bollettino di morte che paradossalmente non risparmiò neanche il Giappone, una paese da sempre tormentato da terremoti e onde anomale.
Nonostante la distanza (17mila km dal Cile), l’allarme e la conoscenza millenaria dei pericoli del mare, centinaia di Giapponesi persero la vita per via di onde alte fino a 5 metri.
Se il terremoto sconvolse principalmente il Sudamerica, l'immenso tsunami che ne derivò fu addirittura peggio, riuscendo a coinvolgere decine di nazioni e mietendo vittime in una grande area del pianeta.


grande terremoto cileno tsunami


Ma come nei migliori "disaster movie" di Hollywood, in questa tragica trama vi furono colpi di scena e aneddoti poco conosciuti che meritano assolutamente menzione...
Ad esempio lo tsunami fu così distruttivo da essere riuscito ad incrinare il ghiaccio del Polo Nord e addirittura il terremoto fu talmente violento da aver destabilizzato i parametri orbitali dell'intero Pianeta, inclinando l'asse terrestre di oltre 30 centimetri !

Il magnitudo 9.5 e le successive repliche provocarono inoltre il risveglio del vulcano Puyehue che dopo un lungo sonno durato 26 anni tornò nuovamente ad eruttare !


eruzione vulcano Puyehue 1960
Reporter Free Lance from Santa Catarina, Brasil, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons


Alla luce di quanto successo è un miracolo che il bilancio non abbia superato, secondo le peggiori stime, le 6000 vittime.
Per ora quello di Valdivia rimane il terremoto più forte al mondo (e della Storia) ma purtroppo prima o poi il pianeta potrà essere interessato da un evento sismico altrettanto violento.
Ci chiediamo solo cosa possa mai succedere se la prossima volta, ad essere colpita da un megaterremoto non saranno territori semidisabitati ma una grande area metropolitana.

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