Il Cuore spezzato di Rachel nel Monologo di Glee

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A volte, il venerdì sera, Amélie va al cinema.


~NARRATORE

QUINDICI!

Cari amici e amiche del palcoscenico virtuale, oggi vi porterò per mano nelle pieghe di un discorso che ha fatto vibrare il cuore di molti. Parleremo di Rachel Berry, un personaggio che, con la sua intensità e la sua passione, ha saputo regalarci momenti di pura emozione nella serie "Glee".

Attraverso le sue parole, scopriremo insieme come l'amore possa essere allo stesso tempo fonte di ispirazione e di dolore. Oggi, miei cari spettatori invisibili, condivido con voi una storia che ha il sapore delle stelle cadenti, di quelle promesse che si fanno sotto il cielo di mezzanotte e che portano con sé la dolcezza e l'amarezza di un addio. Perché questo monologo è un viaggio nelle profondità dell'amore giovanile.

IL MONOLOGO DI RACHEL


STAGIONE 4 EP 4

MINUTAGGIO: 35:52-38:52

RUOLO: Rachel

ATTRICE: Lea Michele

DOVE: Disney +


INGLESE


This is where you proposed to me. When you did, you reminded me it was here where we had our first date. It’s also where we first met. Do you remember that? This place is kind of like our Jerusalem. All roads seems to just lead us back there. I went to your house, and to the tire shop… I should have known you would’ve just been here though. Well, I would have just come here first if you would have picked up your phone or answered my text messages. Instead, i had to get on a plane and drive around town looking for you like an idiot. You had four months. I hated you for what you did to me at that train station. I hated you! But then when I got to New York, I thought how much you love me… and how hard that must have been for you. And I thought this… this is what a man looks like. This is how a man loves. But you not telling me where you were for four months, and sneaking out before sunrise, in the middle of the night, without saying goodbye, that is not being a man, Finn. I’ don’t need you to give me my freedom. I am a grown woman. I don’t need you to hide from me, to keep me from doing what is right to me. I didn’t do Brody, okay? And don’t you think that I would have rather have been with you? Don’t you get it? No matter how rich or famous or successful I become. When it comes to you, I’m… I’m always gonna be that moon-eyed girl who freaked you out at our first Glee rehearsal. You were the first boy who made me feel loved, and sexy, and visible. You are my first love. And I want, more than anything, for you to be my last. But I can’t do this anymore. A least not now. We’re done.


ITALIANO


Qui mi hai chiesto di sposarti. Quel giorno mi hai ricordato che è il luogo del nostro primo appuntamento. Ci siamo anche conosciuti qui. Alle prove, ricordi? Questo posto è un po’ la nostra Gerusalemme. Tutte le strade sembrano riportarci qui. Ti ho cercato a casa tua, poi in officina. Avrei dovuto immaginare che eri qui. Beh, io sarei venuta qui direttamente, se avessi risposto al telefono o almeno a uno dei miei messaggi. Invece ho dovuto prendere un aereo e mettermi a cercarti per tutta la città come un’idiota. Hai avuto quattro mesi. Ti ho odiato il giorno in cui mi hai messa su quel treno. Io ti ho odiato. Ma quando sono arrivata a New York ho capito quanto mi amavi e quanto sarà stato difficile per te. E mi sono detta: “È così, è così che si comporta un vero uomo. È così che ama un vero uomo”. Ma sparire, senza nemmeno dirmi dov’eri per quattro mesi e svignartela dal mio letto prima dell’alba, senza neanche salutare, non è il comportamento di un uomo Finn. Non serve che me la dia tu la libertà. Io sono una donna adulta ed è inutile che scappi da me per impedirmi di fare ciò che è giusto per me. Non sono stata con Brody, ok? Dovresti sapere che avrei preferito trovarmi con te. Non te ne rendi conto? Per quanto possa diventare ricca o famosa, per quanto successo possa mai avere, quando si tratta di te, sarò sempre quella piccoletta che sbavava per te e che ti spaventò a morte alla prima prova del Glee. Tu sei stato il primo che mi abbia mai fatto sentire amata e sexy e visibile. Tu sei il primo amore della mia vita. E vorrei tanto, più di ogni altra cosa, che fossi anche l’ultimo per me. Ma così non può più andare avanti. Almeno per ora, è finita.

LA RAGAZZA COL BICCHIERE D'ACQUA...

Immaginate, cari interpreti dell'anima e del palcoscenico, di trovarvi sul confine tra la luce e l'ombra, dove ogni gesto e parola si carica di mille significati. Qui, Rachel Berry si svela non solo come personaggio, ma come emblema di un viaggio emotivo che ognuno di voi conosce bene. È il momento in cui il sipario si alza sul proprio cuore, lasciando che la luce acuta della verità metta a nudo ogni vulnerabilità.


In questo monologo, tratto dal palcoscenico vivace di "Glee", Rachel si confronta con il suo passato, con un amore che è stato il copione della sua giovinezza. Lei, come voi, ha interpretato il ruolo dell'innamorata, della sognatrice, della ragazza che si affaccia sul mondo con occhi pieni di stelle. Ma ora, davanti a voi, si presenta una Rachel che ha imparato il suo testo più difficile: quello della maturazione e dell'addio.


Ogni parola che Rachel pronuncia è un passo di danza, un movimento coreografato nella complessa arte dell'amore e del lasciar andare. Per voi, attori e attrici, che ogni giorno date vita a storie sulle scene del mondo, questo monologo è un invito a esplorare le profondità del cuore umano, a riconoscere la forza che risiede nel mostrare le proprie fragilità. Il suo addio a Finn non è solo la fine di un atto, ma l'inizio di un altro, dove lei diventa autrice e protagonista della propria storia.


In "Glee", una serie che ha tessuto le note della crescita personale con le melodie del canto, il monologo di Rachel diventa un duetto tra l'attrice e il suo ruolo, tra la realtà e la finzione. E voi, cari artisti, siete invitati a cantare con lei, a far vibrare le corde della vostra esperienza per dare nuova vita a ogni battuta, a ogni silenzio.

FORSE E' SOLO DIVERSA DAGLI ALTRI.

Con questo monologo, Rachel vi passa il testimone, affinché possiate correre con esso attraverso i riflettori della vostra arte. Vi incoraggia a riconoscere che ogni fine di una rappresentazione è solo l'apertura di un nuovo atto, ricco di possibilità. E così, miei coraggiosi viaggiatori del cuore, abbiamo esplorato insieme le profondità di un'anima innamorata, abbiamo camminato nei corridoi della memoria e abbiamo toccato con mano la forza di un addio.


Rachel ci ha insegnato che a volte l'amore più grande è quello che sappiamo lasciare andare, perché in quel gesto c'è la verità di chi siamo e di ciò che desideriamo diventare. Vi lascio con un pensiero: ogni fine è un nuovo inizio, e ogni addio nasconde l'alba di un domani ricco di promesse. Alla prossima, con altri monologhi e altre storie da svelare.


Vostra,

Amélie.

Amélie Poulain, voce e anima di "Monologhi con Amélie", vi invita a esplorare il quotidiano attraverso il suo sguardo incantato. Residente nel cuore pulsante di Montmartre, ogni suo pensiero è un viaggio che trasfigura il comune in un caleidoscopio di meraviglie. Con delicatezza e una malinconica allegria, Amélie tesse racconti che celebrano la poesia nascosta nelle piccole cose, spingendo i lettori a riscoprire l'incanto spesso dimenticato della vita di ogni giorno. Accompagnatela in questo percorso di scoperta, dove ogni monologo è una finestra aperta sull'eccezionale che risiede nell'ordinario.

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