Il Gusto

Pier Giorgio Parini a Forlì, ecco il nuovo progetto (in attesa del suo ristorante)

Pier Giorgio Parini a Forlì, ecco il nuovo progetto (in attesa del suo ristorante)
Il talento della cucina dell'Emilia Romagna parla dei suoi piani a lungo termine. Intanto si gode il presente, sia nel privato che nel lavoro. Seguici anche su Facebook
2 minuti di lettura
L'importanza del fattore tempo… Pier Giorgio Parini, chef che ha portato in 11 anni ai fasti L’Osteria del Povero Diavolo a Torriana e che da qualche mese ha lasciato il paese in provincia di Rimini per il bisogno di fare una pausa, ha sempre avuto un rapporto particolare col tempo.
Da giovanissimo – oggi ha 39 anni – non ha mai avuto fretta, mai sentito la spinta a bruciare le tappe. E anche adesso il riccioluto chef nato a San Mauro Pascoli pensa che stare in pausa non voglia dire “perdere tempo” bensì usarlo al meglio.

“Quando ho lasciato il ristorante mi sono accorto che per anni non avevo avuto una vita normale… Non fraintendetemi. Amo con tutto me stesso questo lavoro, l’adrenalina del servizio, ogni momento della creazione dei piatti, della scelta degli ingredienti, della messa a punto del menu. Ho vissuto con entusiasmo gli orari sballati, lo stare continuamente in piedi, mangiare quando capita. Ma a un certo punto mi sono accorto che la vita era monotematica. Solo cucina. La mente concentrata solo in una direzione. Anche quando si è in viaggio non ci si gode il Paese che si visita, si vedono solo aeroporti e le cucine che ti ospitano. Si leggono solo cose di cibo. Insomma, ora sto riscoprendo piccole gioie come leggere un libro che non sia a tema gastronomico, andare al cinema.”

Parla in modo spontaneo e sereno, felice perché, dopo le tante soddisfazioni, la stella Michelin nel 2011, il titolo di miglior giovane chef d'Italia per la Guida dell'Espresso 2012, anche riappropriarsi del proprio tempo era ed è un premio.
In particolare adesso che sto per diventare padre”. La sua compagna Katia tra tre settimane darà alla luce la loro prima figlia, Zoe, e Parini non sta più nella pelle: “Non so ancora come, ma so che cambierà tutto e allora dedicarmi alla mia famiglia mi sta assorbendo molto. Avere modo di stare con loro è un lusso”.
Un ritratto di Pier Giorgio Parini firmato da Max Barbot
Un ritratto di Pier Giorgio Parini firmato da Max Barbot 
Ma i lussi per definizione vanno mantenuti. Fuori da una cucina non vuol dire non lavorare.
“Certo. E infatti sto portando avanti diversi progetti, più in veste di consulente che di cuoco”.

Uno è un locale a Forlì, giusto?
“Sì, il Benso. Si tratta di una formula molto interessante in cui mi hanno coinvolto tre ragazzi già del settore e molto appassionati. Simone Zoli, Jacopo Valli e Michael Ravaioli sono soci e titolari di altri tre locali, il Big Bar e il Don Abbondio sempre a Forlì e la Locanda Appennino a Predappio. Avevano il desiderio di un posto nuovo e lo hanno creato. Ai Giardini Orselli a un passo del polo museale San Domenico”.

Quale sarà il menu, quale il target e in che orari di apertura?
“In realtà il menu ancora non esiste, è tutto da definire, ma poiché ci rivolgiamo a un pubblico vasto, giovane, informale, saranno proposte popolari. L’idea è di un punto di ritrovo in cui potersi permettere di mangiare anche tutti i giorni, magari i ragazzi potranno venire a comprare qualcosa da mangiare al parco. Ecco quindi che sarà aperto dalla mattina per colazione fino alla cena passando per l’aperitivo. In particolare anzi sarà molto curato il bar perché Michael è un grande esperto di mixology”.

Ma i gourmet di tutta Italia che sentono la mancanza di Parini potranno trovarlo qui?
“In realtà questo è un progetto che sto abbracciando ma non è il mio ristorante. Sarò qui di sicuro per un paio di mesi per mettere a punto piatti e servizio e aiutare la formazione dei ragazzi che ci lavoreranno, per poi lasciarli camminare con le loro gambe”.

Ma poi ci sarà un ristorante by Parini?
“Sicuramente si. Ma non ho fretta di aprire il ristorante che chiamerò “mio”. Intanto mi guardo intorno e  mi tengo allenato con le consulenze e con le mille cose interessanti che di giorno in giorno mi si prospettano”.

Una riguarda anche la tua conoscenza direi scientifica, dovuta alle sperimentazioni su consistenze dei vegetali e sui cereali?
“In effetti è così. Ma al momento siamo in fase di ricerca e sviluppo quindi non posso dire altro. Se non che si tratta della collaborazione con un’azienda molto quotata nel settore biologico per i prodotti da forno”.