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In questo appunto di letteratura latina che descrive abbastanza dettagliatamente la biografia e le opere del celebre scrittore di epoca romana Publio Cornelio Tacito. Si riporta la vita dell'autore latino Publio Cornelio Tacito. Inoltre si analizzano per bene le sue opere principali, come per esempio il Dialogus de oratoribus, Germania, Agricolae, le Historiae e gli Annales. Dopo avere esaminato vita ed opere si descrivono le fonti e anche lo stile di Tacito.

Vita di Tacito

Tacito nacque intorno al 55 d.C.
forse a Terni. Studiò a Roma, iniziò il cursus honorum sotto Vespasiano e lo proseguì sotto Tito e Domiziano. Plinio il Giovane lo dice suo coetaneo. Negli ultimi anni del regno di Domiziano si ritirò a vita privata, ma riprese la vita politica e l'attività letteraria sotto Nerva. Domiziano era infatti un imperatore autoritario e sotto il suo regno vi sono problemi di espressione. Dopo la morte di Domiziano, come lo stesso Tacito scrive, fu possibile "pensare ciò che si vuole e scrivere quello che si pensa".

Dialogus de oratoribus

La sua paternità a Tacito è contestata soprattutto per ragioni di stile, infatti il periodare ricorda molto il modello ciceroniano e non l'asimmetria e la variatio tipiche di Tacito. Questa differenza di stile forse è dovuta al fatto che si potrebbe trattare di un'opera giovanile di un Tacito ancora legato alle predilezioni classicheggianti della scuola di Quintiliano. Il dialogo tratta anche le cause della decadenza dell'oratoria. Questo argomento Qunitiliano lo aveva trattato nel De causis corruptae eloquentiae. Mentre Quintiliano ritiene che ciò sia da imputare alla mancanza di una buona scuola e di buoni maestri, per Tacito la decadenza è dovuta alla perdita della libertà sotto l'imperatore.

Germania

Prima opera storica, monografica dedicata ad una popolazione barbarica: i germani. Può essere divisa in 2 parti: una più generale sulla regione, le origini dei Germani, i loro prodotti, usi e costumi; un'altra più particolare che passa in rassegna le singole popolazioni. E' un opera a carattere etnografico, perché per esempio si parla dei loro vizi (bevono molto) e dei loro pregi (sono più frugali dei Romani). Le fonti si pensa che derivino da esperienze personali, da Plinio il Vecchio, Sallustio, Cesare e Livio. Tacito dà prova di essersi documentato con precisione e le notizie riportate sono in genere confermate dalla critica posteriore. Intento dell'opera:
  1. per alcuni etico: esaltazione di una civiltà primordiale e ingenua che è stata corrotta dai vizi di una società decadente, come quella romana;
  2. per altri politico: mettendo in rilievo la pericolosità dei Germani e invitando alla prudenza Traiano, che voleva conquistare la Germania.

Agricola

Opuscolo storico che tramanda la memoria del suocero di Tacito, Giulio Agricola, principale artefice della conquista della Britannia. Le fonti sono principalmente i ricordi personali dell'autore, ma anche appunti di Agricola. Per la descrizione della Britannia le fonti sono probabilmente I Commentari di Cesare(questa parte è di carattere etnografico, come nel De bello Gallico). L'opera per la struttura ricorda le opere di Sallustio: troviamo infatti il proemio, le digressioni, i discorsi riportati direttamente e gli atteggiamenti da moralista. Tacito esalta la figura di Agricola, uomo saggio che, pago di passare incorrotto in mezzo alla corruzione altrui, muore silenziosamente, senza cercare la gloria di un ostentato martirio. Si sospetta che fu l'imperatore ad avvelenarlo a causa di uno scontro fra i due. La sua rientra tra le morti illustri, come quella di Seneca.

Historiae e Annales

Non si sa con certezza da quanti libri siano costituite, ma S. Girolamo ci dice che insieme erano 30 libri e visto che degli Annales possediamo 16 libri, Historiae doveva contenerne 14. Narra le vicende di Roma dalla morte di Nerone a quella di Domiziano(furono composte prima). Gli Annales invece parlano delle vicende dalla morte di Augusto a quella di Nerone. Ci sono rimasti degli Annales solo i libri I-IV, XI-XVI e frammenti del V e VI. Nel proemio de Historiae afferma di voler scrivere la sua opera "sine ira et studio", ovvero obiettivamente e senza lasciarsi condizionare o trasportare dai sentimenti; ma tuttavia abbiamo prove d'imparzialità dello storico:
  1. nonostante sia ostile a Nerone non gli attribuisce l'incendio di Roma;
  2. presenta Tiberio in modo negativo secondo tradizione.
  3. della società e del regno tende a sottolineare le accezioni negative, giudicandole "da moralista".

Quando Tacito si dedica alla storia, il potere è nelle mani di Nerva e con lui vi è una generazione felice, un "beatissimum saeculum" che può godere di ordine e di dignità. Tacito però giudica severamente il suo tempo e la società infiacchita dalla tirannide dei successori di Augusto. E' convinto che la Repubblica avesse dei pregi, ma che fosse degenerata perché il popolo non l'aveva saputa gestire; la monarchia dal canto suo ha il merito di aver assicurato pace e dato stabilità. Quindi la monarchia era un "male necessario" per riportare l'ordine a Roma. Tacito ha una visione politica nata dalla coscienza della missione imperiale di Roma e della sua supremazia. L'idea di fondo è dunque quella della grandezza di Roma (come nel Ab urbe condita di Livio).

Fonti

Ecco le principali fonti:
  1. Acta senatus: verbali delle sedute del senato;
  2. Acta diurna populi romani: atti del governo che raccolgono le notizie riguardanti il popolo romano; 3) raccolte di discorsi di imperatori, lettere della famiglia imperiale;
  3. fonti letterarie come Bella Germania di Plinio il Vecchio;
  4. testimonianze anonime e orali.

Stile

Tacito si interessa della psicologia dei personaggi di cui riporta i discorsi. A volte li presenta brevemente, altre volte il loro carattere emerge man mano che la narrazione procede. Lo stile è caratterizzato dalla variatio, dall'asimmetria, dalla concisione del periodare. Sinteticità, nervosismo, drammaticità fanno dello stile uno stile molto efficace.