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Terza guerra punica

La seconda guerra punica terminò nel 202 a.C. con la sconfitta di Cartagine,poichè quest’ultima era debole avendo perso la flotta e avendo dichiarato guerra alla Spagna senza l’approvazione di Roma dovette pagare un’indennità. Per riprendersi sia dal punto di vista politico che economico organizzarono una terza guerra sul fronte orientale,dove era impegnata Roma.
Il popolo romano erano diviso in due partiti diversi:quello progressista di Scipione e quello conservatore di Marco Porcio Catone il Censore.
Il primo era a favore della guerra per l’espansione dei territori verso oriente come Cartagine mentre il secondo invece no poiché pensavano che le guerre avrebbero provocato un capovolgimento dell’agricoltura provocato dal fatto che i contadini sarebbero stati impegnati nella guerra e i compi non lavorati.

Il partito conservatore era composto dalle famiglie che si dedicavano all’aristocrazia romana e dai latifondisti che seguivano un costume patriotico.
Inoltre Marco sottolineo anche il fatto che Roma con questa spedizione si sarebbe avvicinata verso la cultura orientale greca ed entrambi i partiti erano d’accordo sulla ripresa di Cartagine e sul fatto che quest’ultima andasse distrutta.

Così il pretesto per un terzo conflitto contro Cartagine fu quello di dichiarare guerra nel 149 a.C. al Re Numida Massimissa poiché era proibito conquistare territori senza il consenso di Roma e questi stava conquistando i territori di Cartagine.
Nel 149 a.C. si avviò un’attività militare verso Cartagine avviata da Scipione Emiliano il quale riuscì a distruggere Cartagine ne 146 a.C. e a renderla provincia romana. Secondo la tradizione,gli abitanti di Cartagine furono venduti come schiavi e i terreni di Cartagine furono cosparsi di sale,segno di maledizione poiché in questo modo non potevano dare frutti.
Così i territori conquistati da Roma erano tutto il territorio italico,macedone,illirico,gallico,dell’asia minore e della Spagna.