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In questo appunto di storia si descrive dettagliatamente la guerra dell'oppio, con attenzione ai suoi aspetti principali, le cause che la determinarono e gli eventi storici ad essa connessi.

Le guerre dell'oppio

“Non abbiamo bisogno di niente, abbiamo già tutto.”

Così l’imperatore cinese Chien Lung respinse con disprezzo le offerte di collaborazione commerciale di Lord Macartney, portavoce di re Giorgio III d’Inghilterra. Nel 1793 la Cina viveva isolata e aveva raggiunto il massimo dell’autorità sui paesi che la circondavano; tuttavia già dalla fine del secolo avevano cominciato a manifestarsi i primi segni di crisi che possono ricondursi a tre ragioni:

  1. un incremento della popolazione troppo elevato da poter controllare, i costi del controllo di un impero che aveva annesso regioni sempre più lontane e inaccessibili e il peggioramento della qualità della burocrazia. Gli europei inizialmente non costituivano un problema;
  2. ad essi era consentito intrattenere limitati rapporti commerciali con la Cina, nella base di Macao e nel porto di Canton.
  3. Il commercio con la Cina era invece un problema per gli europei in quanto, seppure i prodotti cinesi si vendessero bene in Occidente, da essi proveniva anche un deficit organico, perché la Cina comprava poco e niente dall’Europa. Questa situazione spinse i mercanti inglesi a servirsi di un prodotto ufficialmente proibito in Cina: l’oppio. La Cina usava da molto tempo l’oppio come medicinale, ma la produzione era in quantità limitate. Dopo alcuni decenni di lenta crescita conobbe un enorme sviluppo tra il 1820 e il 1838.

Altri aspetti legati alla guerra dell'oppio

Si diffuse il vizio di fumare l’oppio, e ciò divenne il simbolo di una decadenza sociale; la Cina non seppe fermare l’importazione della droga nonostante diversi editti con cui la proibiva.
La richiesta crebbe; l’incremento delle vendite dell’oppio aveva diminuito la presenza di argento sul territorio portando così ad uno squilibrio nel sistema monetario cinese fondato sul rapporto fra il rame, usato per la coniazione di monete. La compagnia delle Indie, avendo una certa autonomia nei confronti di Londra, svolse i propri traffici a Canton. Questo fatto spinse la Gran Bretagna a voler controllare in maniera più diretta la Compagnia. Nel 1834 Lord Napier, inviato inglese, decise di sostituire a Canton i funzionari della compagnia con uomini del governo di Sua Maestà. La Cina non voleva concedere i diritti prima riconosciuti ad una compagnia di commercio ad uno stato straniero.

Caratteristiche determinanti della guerra dell'oppio

Tra i funzionari cinesi emersero tre tendenze:
  1. la prima era favorevole alla legalizzazione del commercio sotto il monopolio statale così da mantenere l’equilibrio tra le importazioni e le esportazioni.
  2. la seconda tendenza fu quella dello status quo, il divieto formale, accompagnato da una certa elasticità nell’applicazione della legge. L’ultima tendenza riguardava la proposta di un intervento per eliminare i traffici dell’oppio, attraverso l’arresto degli spacciatori cinesi e il taglio di rifornimenti esteri;
  3. Prevalse la terza; nel 1839 Lin Zexu, commissario imperiale, avviò una serie di interventi dalla punizione degli oppiomani all’assistenza medica, dalla confisca delle riserve degli importatori stranieri con l’obbiettivo di ottenere da parte loro un impegno a non praticare più il commercio dell’Oppio.
Cercando di porre fine a questo commercio i cinesi imposero nel 1839 agli inglesi di consegnargli tutto l’oppio presente nei loro magazzini e nelle loro navi. Gli inglesi lo fecero ma rifiutarono di firmare un documento con cui si sarebbero dovuti impegnare a non importare più l’oppio. A ciò seguirono dal 1839 al 1842 alcuni episodi di scontro armato per mare e per terra che vennero battezzati “guerra dell’oppio”. Infine il governo cinese fu costretto a cedere, a Nanchino venne stipulato un trattato che prevedeva la cessione all’Inghilterra dell’isola di Hong Kong e l’apertura al commercio straniero di quattro porti oltre a Canton, ed inoltre la possibilità per gli inglesi di vivere in questi porti godendo del privilegio di extraterritorialità.

“Non conosco guerra più ingiusta di questa; finirà per colpire di vergogna senza fine il nostro paese” questo affermò Tory William Gladstone durante una riunione in Parlamento nel 1841. Poco importa che il commercio in questione fosse dell’oppio, una droga che aveva ridotto allo stremo milioni di asiatici, ma che per più di sessant’anni fu la principale fonte di reddito dell’Impero britannico. Certo è che con le guerre dell’oppio per la Cina si aprì un periodo strano.
Il giornale China afferma:
“gli affari erano insoddisfacenti in quanto il commissario imperiale aveva iniziato la sua campagna contro l’oppio. Pena di morte per chi non l’avesse rispettata. Le navi straniere dovevano tornare a Canton e lasciare il paese entro 5 giorni. Trecento casse erano portate quotidianamente e il loro contenuto veniva gettato e calpestato sotto i piedi per i coolies. Erano regole emesse dai missionari per invitare i cinesi ad astenersi da questo veleno.”