Tsunami, l'onda infernale del 26 dicembre 2004. Le immagini
La spiaggia all'improvviso si scopre. I pesci boccheggiano a riva. C'è una calma insolita, di quelle che i residente del luogo riconoscono e di cui non si fidano. È la mattina del 26 dicembre 2004, il Sud Est Asiatico è stato colpito da un terremoto fortissimo: 9.3 della scala Richter, il più forte degli ultimi 40 anni. Avvenne in mare aperto, al largo della costa nord-occidentale dell’Indonesia. Quella potenza sta per trasformarsi in un inferno ancora peggiore: lo tsunami.
Duecentotrentamila vittime, di cui quaranta italiane, migliaia di dispersi, spiagge, vite, interi paesi completamente distrutti e portati via, nel nulla. E le onde, mai viste così alte, alcune fino ai quattordici metri. I Paesi più colpiti furono la Thailandia, l'Indonesia, lo Sri Lanka, l'India, la Birmania, il Bangladesh e le Maldive. I paradisi naturali scelti da migliaia di turisti per le vacanze natalizie. Interi resort vennero rasi al suolo, migliaia di turisti di tutte le nazionalità persero una persona cara, un figlio, un genitore. Chi si è salvato convive, ancora oggi, 17 anni dopo, con il ricordo indelebile dell'inferno vissuto. Di quello che è considerato il più grave disastro naturale dell'era moderna.
Per giorni vennero trasmesse le immagini di vacanzieri che camminavano tra le macerie, il volto distrutto dalla paura e dal dolore. Accanto a loro i residenti che avevano perso tutto, in pochi secondi. Poi le foto appese ovunque dei dispersi: di ogni età e nazionalità. Oltre alle vittime ci furono almeno 1,5 milioni di sfollati in Sri Lanka, più di 100mila in India, quasi 30mila in Thailandia e altre centinaia di migliaia di persone in Indonesia.
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