Le 10 meteoriti più curiose ritrovate sulla Terra
Alla fine del ‘700, nei pressi della cittadina russa di Krasnoyarsk, il naturalista prussiano Peter Simon Pallas rinvenì una grossa roccia piuttosto strana. Pesava circa 600 chilogrammi ed era molto ricca in ferro. Fu pochi anni dopo, nel 1794, che il fisico tedesco Ernst Chladni ebbe l’intuizione che avrebbe cambiato la storia delle scienze planetarie. Chladni fu il primo a proporre che tali rocce ferrose non si fossero originate sulla Terra ma potessero venire dallo spazio. Fu, in un certo senso, il primo a riconoscere l’esistenza delle meteoriti. Da allora abbiamo ritrovato decine di migliaia di questi frammenti di corpi di planetari, asteroidi o pianeti, finiti sulla superficie del nostro pianeta dopo aver vagato nello spazio interplanetario. Qui sono raccolti alcuni casi particolarmente affascinanti.
Nasa – Jsc, Wikimedia commons01Allan Hills 84001
Correva l’anno 1984 sul pianeta Terra quando venne rinvenuta, sulle colline antartiche di Allan Hills, una meteorite. Ne vennero scoperte molte in realtà, ma Allan Hills 84001 aveva qualcosa di particolare. Nel 1996 un gruppo di ricercatori ha annunciato, in uno studio su Science, che la meteorite potrebbe avere delle tracce di microscopici fossili di origine batterica. Allan Hills 84001 viene da Marte, è in effetti una delle più antiche meteoriti marziane che abbiamo, e quindi, se questo fosse confermato, indicherebbe che il pianeta rosso, un tempo, ospitava la vita. Oggi la comunità scientifica è di altro avviso, perché quelle potenziali tracce fossili sono riconoscibili solo per via morfologica, ossia per via della loro forma: una prova un po’ debole per una questione di tale importanza astrobiologica.
Nasa, WikiMedia Commons02Elephant Moraine 79001
Elephant Morain 79001 è un’altra meteorite marziana, anch’essa trovata in Antartide (come del resto la maggior parte delle meteoriti), nella spedizione del 1979 presso la morena di Elephant Moraine. Ma Elephant Morain 79001 è stata una meteorite chiave nella storia, perché è la prima meteorite della quale sia stata provata l’origine marziana. Al suo interno infatti custodiva delle bolle di aria dalla composizione molto particolare: quella dell’atmosfera marziana. In particolare fu la composizione isotopica dell’azoto a tradirne l’origine, perché era proprio la stessa misurata pochi anni prima dai lander delle Viking su Marte.
Alabama museum of natural history03Sylacauga
Il 30 novembre 1954, Ann Hodges era sdraiata sul divano del proprio salotto a Sylacauga, in Alabama, per una siesta pomeridiana. All’improvviso fu svegliata da un botto: pensò subito alla stufa a gas, ma poi si rese conto del forte dolore all’anca e al braccio sinistro. A terra era comparsa una roccia dove prima non c’era. Oggi la conosciamo come meteorite di Sylacauga ed è custodita al museo di storia naturale dell’Alabama. La meteorite aveva bucato il tetto e la aveva colpita al fianco dopo aver rimbalzato sulla radio. Quello di Ann Hodges resta, a oggi, l’unico episodio di persona colpita da una meteorite che sia stato ben documentato dal punto di vista storico.
04Allan Hills A81005
Di nuovo dall’Antartide, di nuovo dalle Allan Hills, è la meteorite Allan Hills A81005, rinvenuta nel gennaio del 1982. La meteorite è molto particolare per una semplice ragione: è la prima meteorite lunare che abbiamo scoperto. A permettere la scoperta della sua origine fu il confronto con le rocce lunari riportate dalle missioni Apollo, rocce a cui Allan Hills A81005 somigliava moltissimo, fatta eccezione per le tipiche caratteristiche che accomunano le meteoriti, dovute all’ingresso in atmosfera e alla contaminazione dell’ambiente terrestre.
Eunostos, WikiMedia Commons05Orgueil
La meteorite di Orgueil cadde in Francia, in Occitania, nel 1864 e aveva un aspetto simile al carbone. Il chimico francese François Stanislaus Clöez studiò questa roccia, scoprendo che era ricca di materiale organico, e somigliava alle rocce bituminose che sulla Terra presentano tracce fossili di forme di vita dal passato. A quel tempo era opinione comune che le molecole organiche potessero formarsi unicamente per processi biologici, con la vita insomma. Oggi sappiamo che in realtà esistono anche processi non biologici che portano alla formazione di molecole organiche sulle meteoriti, ma ancora più eclatante fu la vicenda che avvenne negli anni ’60 del XX secolo. Su un frammento della meteorite di Orgueil fu trovato un seme di una pianta, incastonato nel materiale della meteorite. Era stata scoperta la vita extraterrestre? La storia si rivelò purtroppo una bufala: il seme apparteneva a una pianta erbacea tipica del sud della Francia e qualcuno, ai tempi del rinvenimento, doveva averlo incollato nella roccia, magari per prendere in giro Clöez che sosteneva di aver trovato la vita extraterrestre.
H. Raab, WikiMedia Commons06Allende
La meteorite Allende è la più grande meteorite carbonacea mai ritrovata, e probabilmente una delle rocce spaziali più studiate nella storia. Cadde nel febbraio del 1969, in Messico, dove vennero rinvenute quasi due tonnellate di materiale sparso su una superficie di trecento chilometri quadrati. La meteorite di Allende è molto ricca di inclusioni di calcio e alluminio (CAI) e di condrule, alcuni corpuscoli formati all’inizio della storia del sistema solare che ci permettono di studiare il suo ambiente primordiale, oltre quattro miliardi e mezzo di anni fa.
Lumaca, WikiMedia Commons07Chelyabinsk
Nel febbraio 2013, nei pressi della cittadina russa di Chelyabinsk, ci fu una vera e propria pioggia di meteore. Nessuna persona morì durante l’evento, ma ci furono oltre 1500 feriti a causa delle esplosioni. Erano i frammenti di un asteroide near-Earth di circa 20 metri di diametro che, entrando in atmosfera, si era frammentato in quella che oggi chiamiamo meteorite di Chelyabinsk. Fu uno di quegli eventi su scala locale che sottolineano l’importanza della difesa planetaria, quell’insieme di strategie da adottare per difendersi dagli impatti asteroidali, piccoli o grandi che siano.
Sergio Conti, WikiMedia Commons08Hoba
La meteorite di Hoba si trova in Namibia e detiene un bel record. Con le sue 64 tonnellate di ferro e nichel, è infatti la meteorite più pesante che conosciamo. Si trova nei pressi di Grootfontein, in Namibia, dove cadde circa 80mila anni fa e dove è rimasta proprio per via del suo enorme peso. Oggi la meteorite è considerata un’attrazione turistica, con tanto di gradinata circolare a omaggiarla come monumento.
Marco Langbroek, WikiMedia Commons09Meteoriti HED
Le HED, acronimo che sta per Howarditi, Eucriti e Diogeniti, sono una classe di meteoriti molto particolare. Si pensa infatti che abbiano un’origine comune: sarebbero frammenti dell’asteroide Vesta. Vesta è un asteroide particolare, perché a differenza della maggior parte dei suoi compagni, è abbastanza grande da aver innescato un fenomeno che gli scienziati planetari chiamano differenziazione. Ossia quando si stava formando, i materiali più pesanti e ferrosi si sono concentrati verso il nucleo, quelli più leggeri verso l’esterno. Le HED sarebbero quindi rocce provenienti dai tre strati di Vesta: nucleo, mantello, e crosta.
Basilicofresco, WikiMedia Commons10Murchison
La meteorite di Murchison cadde in Australia nel settembre 1969, nei pressi del paesini di Murchison a 160 chilometri da Melbourne. Ne furono rinvenuti circa 100 chilogrammi, con il più grande frammento di appena 7 chili, e ancora oggi, a mezzo secolo di distanza, continuiamo a studiare questa meteorite. Murchison è infatti una meteorite ricchissima di composti organici, tra i quali molti amminoacidi. Parliamo comunque di composti quasi certamente di origine inorganica, ma particolarmente interessanti per l’evoluzione degli asteroidi nel sistema planetario.
.jpg){kind=link}
.jpg){kind=link}
