5 cose che forse non avevate capito del finale di Lost (e ancora vi perseguitano)
Dopo sei stagioni che hanno tenuto con il fiato sospeso i fan di tutto il mondo e, soprattutto, dopo aver creato dei bel mal di testa a forza di ipotesi e misteri, Lost giunse a conclusione il 23 maggio 2010. A distanza di 10 anni, restano in tanti quelli che si fanno domande su domande rispetto a com’è finita la serie e ciò che ha significato. Di sicuro, la produzione che ha lanciato J. J. Abrams e una nuova generazione di sceneggiatori è stata per molti versi rivoluzionaria nell’ambito della televisione degli** anni Duemila**, e la confusione che ancora oggi genera per via del cast numeroso e delle vicende caotiche è uno dei risvolti più significativi della sua rilevanza. Proviamo a rispondere con ordine ad alcuni quesiti.
Come il resto della stagione finale, anche l’epilogo si svolge alternando i fatti accaduti sull’isola e i cosiddetti flashsideways, ovvero scene che – al posto dei flashback e flashforward visti in precedenza – mostrano come sarebbero state le vite dei naufraghi se il volo della Oceanic non fosse mai precipitato. Proprio in queste scene, pian piano i personaggi si riuniscono nella chiesa che avrebbe dovuto ospitare il funerale del padre di Jack, Christian. Mentre tutti rivivono le memorie della loro esistenza passata e accolgono la nuova dimensione, Jack è ancora scettico ad accettare la verità, nonostante le parole di Locke e il nuovo incontro con Kate; sarà proprio la bara vuota del padre e la comparsa di quest’ultimo a illuminarlo: sono tutti morti e in qualche modo hanno creato le esistenze parallele dei flashsideways per potersi riunire, accettare l’accaduto e finalmente “andare avanti”, procedere verso qualsiasi cosa li aspetti nell’aldilà.
Sull’isola nel frattempo, o per meglio dire prima di tutto ciò, avviene lo scontro finale fra i naufraghi e l’enigmatico Uomo in nero, l’entità fatta di fumo che ora ha preso le fattezze di Locke. La sua intenzione è di distruggere l’isola, perché è l’unico modo per fuggire. Allora, convince Desmond a togliere il tappo collocato nel cuore dell’isola stessa, azione che finisce per prosciugare **la luce elettromagnetica **attorno e che scatena la devastazione. Ucciso con l’aiuto di Kate l’Uomo in nero (divenuto mortale dopo la rimozione del tappo), Jack convince la donna e Claire a mettersi in salvo con l’aereo della compagnia Ajira, mentre lui torna da Desmond e rimette il tappo. Ci riesce prima di morire nell’esatta posizione in cui l’avevamo visto la prima volta nell’episodio iniziale, e non prima di aver convinto Hugo a divenire il nuovo protettore dell’isola, aiutato da Ben. Si capisce così che l’isola è una specie di grande regolatore del bene e del male del pianeta, senza cui si incorrerebbe in un enorme caos.
Prima di sacrificarsi per il bene di tutti, Desmond dice a Jack che non deve preoccuparsi di ciò che sta accadendo sull’isola, perché esiste un’altra realtà in cui sono tutti felici (più o meno). Si riferisce ovviamente ai flashsideways, anche se bisogna fare una precisazione importante: ciò che è accaduto sull’isola, è accaduto veramente (ovvero chi è morto sull’isola è morto proprio lì, mentre gli altri che sono tornati sulla terraferma sono probabilmente scomparsi successivamente in altro modo); i flashsideways sono, invece, una dimensione ulteriore, non una realtà alternativa bensì uno scenario aggiuntivo (una specie di purgatorio), che i naufraghi hanno “creato” per potersi reincontrare prima del passaggio definitivo. C’è, dunque, una cosa importante da ribadire: i passeggeri del volo Oceanic 815 non sono morti al momento del disastro aereo, tutto ciò che hanno vissuto sull’isola (e anche prima e dopo, quello che vediamo cioè nei flashback e flashforward) faceva parte della loro esistenza.
C’è stato un grande dibattito intorno alle interpretazioni e al significato ultimo di questo finale. Ovviamente, le discussioni più accese si sono concentrate sullo stabilire se l’epilogo fosse degno oppure no di una serie così enigmatica e rivoluzionaria: per molti, par di capire, la risposta è negativa, però non mancano le opinioni favorevoli. In generale, c’è chi sostiene che il finale non può avere un significato di per sé, perché i continui intrighi e misteri architettati nel corso delle stagioni erano uno sfoggio di abilità narrative più che degli espedienti per arrivare a un punto risolutivo. Delusione dei fan a parte, è vero che la soluzione dei flashsideways può apparire come l’ennesima furbizia di sceneggiatura, eppure è anche un mezzo potente per tirare le fila e alcune conclusioni: l’isola ha rappresentato per i personaggi che l’hanno attraversata un grande catalizzatore di bene e di male, di contrappassi e redenzioni, di scontro fra natura e cultura (o scienza); il fatto che ognuno di loro (tranne quelli rimasti intrappolati lì o che già si erano pacificati) sia riuscito a trovare una conclusione, fa pensare a un messaggio in fondo chiaro. Quello, cioè, che più delle risposte a tutte le domande, è importante saper giungere a una risoluzione, a una pacificazione.
D’accordo, non bisogna rispondere a tutte le domande. Però, è anche vero che il finale di Lost ha lasciato moltissimi rompicapi ancora aperti, sui quali i fan più sfegatati si sono spremuti le meningi per stagioni e stagioni. Che cosa significano, per esempio, 4-8-15-16-23-42, i numeri che ricorrono ossessivamente in vari ambiti della storia? Perché il piccolo Walt aveva poteri così speciali da essere agognato dagli Altri, ma poi se ne perdono le tracce del tutto? Come mai Desmond è immune al potere elettromagnetico dell’isola e dimostra una coscienza che sembra valicare i limiti del tempo e dello spazio in cui si trova? Quali sono, di preciso, le famose regole dell’isola così tanto citate? Ancora, a voler essere pignoli: in che modo Ben, nella quarta stagione, riesce a controllare la creatura di fumo per vendicarsi dei mercenari che gli avevano ucciso la figlia, quando in realtà non ha nessun potere sull’Uomo in nero? E perché Jacob**,** attraverso Richard che manipola Ben, consente il massacro dell’iniziativa Dharma? Qual è stato l’effetto della bomba detonata alla fine della quinta stagione se non ha – come si ipotizzava all’inizio – creato una linea temporale parallela? Tutte domande che non avranno mai risposta... ma, in fondo, è anche per questo che ricordiamo Lost.