5 modi in cui Csi ha cambiato la tv (e non solo)
Il 27 settembre 2015 andava in onda sulla rete americana Cbs Immortality, il doppio episodio che metteva la parola fine a una delle serie più significative di sempre Csi: Crime Scene Investigation. Inaugurata nel 2000, era durata per 15 stagioni, 337 puntate e aveva originato tre spin-off di varia fortuna (Csi: Miami, Csi: New York e Csi: Cyber). Ma al di là del successo, che per anni l’ha piazzata fra le produzioni più viste dal pubblico americano per poi essere esportata in tutto il mondo (da noi ancora oggi le repliche sono estenuanti), Csi ha avuto il merito di introdurre sul piccolo schermo una rivoluzione che, sulle note di Who are you dei The Who, ha modificato parecchi canoni e le cui conseguenze si sentono ancora oggi.
Nel 2000 la televisione era radicalmente diversa da quella di oggi. Negli Stati Uniti, soprattutto, i reality come Big Brother e Survivor iniziavano la loro corsa inarrestabile e sul fronte delle serie resistevano (ancora per poco) colossi come Friends, Frasier o E.R. - Medici in prima linea. A difendere il genere crime, oggi invece così pervasivo, era rimasto solo Law & Order. Csi, sparigliando le carte grazie alle intuizioni del creatore Anthony E. Zuiker, impose un filone che riportava appunto le indagini al centro della scena televisiva: concentrandosi in particolare sulla polizia forense di Las Vegas, dava una veste completamente nuova al genere rinnovandolo sotto diversi aspetti. Da lì fu un profluvio di imitazioni che giocavano sugli stessi ingredienti (casi intricati, metodi innovativi di indagini, sezioni di polizia specializzate, cast corali...): dallo stesso produttore Jerry Bruckheimer (quello dei Pirati dei Caraibi) arrivano Cold Case, Senza Traccia, e poi ancora Ncis (anch’esso diventato un franchise notevole), Criminal Minds... Se oggi va così tanto il true crime, lo si deve a un prodotto di rottura come Csi.
Campioni di dna, luminol come se piovesse, entomologia for dummies, psicopatologie spiegate facile, database che farebbero impallidire i complottisti dello stato di sicurezza: Csi non solo riportò le indagini in televisioni, ma ne cambiò il volto per sempre raccontandoci che cosa faceva la polizia scientifica e quali metodi sconvolgenti utilizzava. “Ecco che arrivano i nerd”, dicono dei poliziotti quando vedono arrivare Gil Grissom (William Petersen) e la sua squadra nel primo episodio. Perché la serie fondeva crimine e scienza come mai prima, portando le indagini dentro i laboratori, legandole ad analisi e supposizioni. Abbandonando il mito degli investigatori che lavorano d’istinto e spesso di violenza, Csi proponeva un modello poliziesco che era anche in qualche modo la rivincita di geek un po’secchioni e smanettoni. Dopo Csi più di qualcuno accarezzò l’idea di diventare anatomopatologo, molti riscoprirono il fascino sopito delle materie scientifiche. E anche lì la televisione seguì un trend piuttosto prospero, in un fil rouge che da Bones, Body of Proof, Fringe fino – al lato opposto fra dramma e commedia – a The Big Bang Theory.
Pur lontana dai budget delle serie via cavo, o comunque di quelle a cui siamo abituati oggi, Csi non badava a spese quando si trattava di mettere in campo una fotografia distintiva e soprattutto effetti visivi che rendessero le modalità di racconto estremamente innovative. Montaggi serrati, flashback sfumati, grafiche che si sovrapponevano alle immagini, riprese di pallottole che entrano nei corpi delle vittime, zoom microscopici, rallenty e ricostruzioni varie: ogni episodio interrompeva la sua linearità per dare movimento al metodo deduttivo utilizzato dagli agenti, ma soprattutto per mostrare la concretezza degli elementi scientifici presi in considerazione. Lontana dal realismo cupo di predecessori come Law & Order appunto, Csi passava dai neon blu dei laboratori allo scintillio decadente di Las Vegas, in un’estetica che anche qui trovava pochi termini di confronto. Non è un caso che questo stile visivo così peculiare abbia attirato l’attenzione di molti nomi illustri, fra cui Quentin Tarantino che diresse il doppio finale della quinta stagione, Grave Danger, quasi fosse un film asfissiante e ossessivo. In seguito, molti altri titoli televisivi si allontanarono dalle consuetudini realistiche per mettere in campo montaggi più sperimentali (pensiamo per esempio a Chuck o Sherlock).
La povera poliziotta Holly Gribbs, interpretata da Chandra West, ebbe la possibilità di partecipare solo ai primi due episodi della serie, uccisa tragicamente subito dopo e sostituita idealmente da Sara Sidle (Jorja Fox), forse più gradita ai focus group. Fu solo il primo indizio di un cast che, sebbene si riconosca in alcune figure chiave come quelle di Grissom o di Willows (Marg Helgenberger), ha cambiato spessissimo attori. La stessa Fox e il suo collega George Eads (che interpretava Stokes) erano stati licenziati e poi riassunti dopo una disputa contrattuale, mentre il Warrick Brown di Gary Dourdan è sparito per via dei comportamenti sul set del suo protagonista. Anche Petersen ha lasciato, stanco del suo Grissom, alla fine della nona stagione venendo sostituito prima da Lawrence Fishburne e poi da Ted Danson (in seguito finito anche in Csi: Cyber). Pur costruendo personaggi complessi e con backstory non banali, Csi ha imposto un modello di casting in cui la struttura delle varie indagini è quasi più importante dei protagonisti stessi, permettendo così un facile turnover degli attori, la cui dipartita è sì traumatica per gli spettatori ma forse alla lunga più digeribile.
Una delle ultime preoccupazioni di una serie così (se vogliamo di un po’ tutto il crime in generale, ma di questa in particolare) è il realismo. Le primissime critiche a Csi vennero proprio dai rappresentanti delle forze dell’ordine, che sostenevano producesse un’idea falsata di come si conducano le indagini: risultati dei test ottenuti in 20 minuti, database estesi ed efficienti, precisione millimetrica di ogni rilevazione sono eccessi che non contano delle complicazioni – spesso anche burocratiche – della vita vera. Per non parlare delle innumerevoli precisioni funzionali con la creazione di una mitologia avvincente (è rarissimo che un rappresentante della scientifica si occupi direttamente delle indagini su cui ha raccolto ed esaminato prove, per esempio). Ma nonostante ciò è indubbio che una serie come questa abbia avuto una ricaduta effettiva sul mondo delle indagini e della giustizia: il cosiddetto Csi effect è un termine usato dai ricercatori per definire il cambio di passo nella mentalità di avvocati, giurie e investigatori anche in conseguenza della serie e di altre simili; in generale, si è notato una richiesta maggiore di test del dna e altre prove scientifiche su cui si fa sempre maggior affidamento per determinare le sentenze. Insomma, Csi non ha cambiato solo la tv, ma anche – in parte – il sistema giudiziario.