Capitalismo alle corde: pochi super-ricchi in un mare di povertà

Roberto Panzarani, docente di Innovation Management presso il Crie (Centro de Referência em Inteligência Empresarial Universidade Federal) di Rio de Janeiro individua nel suo ultimo lavoro: “Costruire Communities. Come cambierà il futuro del capitalismo, dell’economia, della società e del lavoro” (ed. Lupetti, pagg.121, E. 23) un “estremo spazio relazionale del possibile”, un ultimo approdo insomma per il modello capitalistico, che in Occidente ha mostrato la corda in questi anni di crisi. “Se il 2008 – spiega l’autore – ha segnato l’inizio della crisi economica e ha mostrato che il neoliberismo è attualmente un modello saturo perché non più in grado di gestire le richieste di un mercato globale sempre più mutevole e incontrollabile e di una classe politica allo sbando, ciò che bisogna fare è cambiare il paradigma, ora e non domani. Le vecchie regole non risultano più valide, questo è il momento in cui dobbiamo inventarne di nuove”.

Il vecchio capitalismo fondato sull’avidità e l’ignoranza ha determinato la concentrazione della ricchezza in particelle infinetesimali, impedendo lo sviluppo e la crescita di un’economia, che soprattutto in Italia, è storicamente fondata sulla piccola e media impresa. Per rispondere alla crisi occorrerà adottare un modello basato sulla condivisione delle esperienze e delle competenze, sul rispetto dell’ecosistema. Insomma la direzione che bisognerà imboccare è quella della rinuncia alla cieca economia del consumo, per giungere a privilegiare lo scambio sostenibile.

Basta fare parlare i numeri. Nel mondo otto uomini, da soli, posseggono 426 miliardi di dollari, la stessa ricchezza della metà più povera del pianeta, ossia 3,6 miliardi di persone. Ed è dal 2015 che l’1 per cento più ricco dell’umanità possiede più del restante 99 per cento. L’attuale sistema economico favorisce l’accumulo di risorse nelle mani di un’élite super privilegiata ai danni dei più poveri (in maggioranza donne).

Ma quando parliamo di “Communities”, come fa Panzarani, a cosa ci riferiamo esattamente? Per trovare esempi validi dobbiamo spostare il nostro sguardo molto lontano. Per secoli i coltivatori della Colombia avevano concepito il loro lavoro in una dimensione individuale. La Nespresso con la collaborazione di Rainforest Alliance, ha avviato il Programma AAA, che oltre a garantire la massima qualità del caffè, supporta il sostentamento dei coltivatori e delle loro comunità, contribuendo a salvaguardare l’ambiente.

Un altro esempio, si trova geograficamente collocato vicino a Phoenix e riguarda la comunità di Arcosanti, fondata nel 1970 dall’architetto Paolo Soleri, ex allievo di Frank Lloyd Wright. Si tratta di un villaggio ecosostenibile che sta attuando il progetto di un ritorno a una vita più sostenibile e collettiva. Ad Arcosanti oggi vivono circa cento persone stabilmente ed è visitato annualmente da almeno 50mila fra turisti, studenti e ricercatori. Evidentemente il futuro passa dall’Arizona, dove esiste un  interesse verso il concetto di comunità come testimonia il sogno ipertecnologico di Bill Gates che si chiama Belmont, una smart city sostenibile e digitale. In quel contesto il numero uno di Microsoft ha finanziato con 80 milioni di dollari la realizzazione di una smart city nel bel mezzo del deserto, dove sorgerà un hub ipertecnologico, un agglomerato avveniristico che rivoluzionerà l’idea di città.

Il nuovo corso del capitalismo è dunque tracciato. Ma alle nostre latitudini cosa succede? L’Italia sembra aver curiosamente scelto di “negare” l’innovazione. Un atteggiamento miope che non piace per nulla all’autore. Un indice di grave superficialità emerge dagli investimenti nella formazione, che appaiono in netto calo. Dal 2009 al 2015, secondo la ricerca Cranet 2015, le giornate medie dedicate alla formazione erano passate da tre a cinque. Dopo quest’impennata, che faceva ben sperare le imprese hanno scelto di disinvestire, con il risultato che nel 2016 le aziende che si sono servite di formazione sono scese al 20,8 per cento, significa che le persone che hanno partecipato ad almeno un corso di formazione o aggiornamento professionale sono state 240mila in meno rispetto al 2015.

A queste condizioni sarà impossibile adottare il nuovo modello di sharing economy, che impone preparazione, competenza, e soprattutto conoscenza delle nuove regole che mettono in primo piano l’accesso, la condivisione, la promozione dei talenti più che il possesso, la chiusura e il cieco sfruttamento delle risorse. Per attuare questo salto di prospettiva che altri paesi stanno già sperimentando le organizzazioni aziendali dovranno dimostrarsi all’altezza. “L’errore più grande – precisa l’autore – sarebbe quello di “burocratizzare l’innovazione”. Occorre maturare la consapevolezza che in questo nuovo orizzonte economico non varrà più la distinzione tra produttori e consumatori, perché si va definendo un sistema aperto in cui soggetti di pari dignità si scambiano beni e servizi sulla base di reciproche promesse che, se non adeguatamente supportate da un alto livello di professionalità, non potranno dare quella spinta verso la crescita di cui il nostro sistema ha particolarmente bisogno.

Ultime notizie
Lavoro

La “mobilità circolare” dei giovani nell’area mediterranea

I giovani protagonisti del cambiamento Lo spazio Mediterraneo è un bene comune (“common good”) che appartiene a tutti gli Stati della UE ed...
di Avv. Angelo Caliendo*
Osservatorio sulla PA

Equo compenso o tariffazione?

Se solo il Codice dei Contratti fosse stato promulgato il 1° luglio 2023 (data della sua entrata in vigore) oggi non dovremmo affrontare questa spinosa questione, circa la portata e le modalità applicative della legge n. 49 del 21 aprile 2023 che ha introdotto “l’equo compenso” per i professionisti. Disposizione che di fatto modifica i criteri di aggiudicazione previsti nel Codice degli Appalti, vincolando il prezzo dei servizi professionali, o almeno così sembrerebbe.
di redazione
Intervista

Insularità, PNRR, fondi europei: il caso Sicilia

A più di un anno dall’introduzione nella nostra Costituzioni del principio di Insularità sono corrisposte politiche di sostegno e finanziamento delle attività necessarie a realizzare tale principio? Qual è l’incidenza dei fondi europei sulle attuali politiche di rigenerazione urbana e di sviluppo delle isole? Ne abbiamo parlato con chi ogni giorno deve confrontarsi con la gestione di una realtà complessa come quella della città di Catania: l’ingegner Biagio Bisignani, Direttore URB@MET.
di redazione
corse
Intervista

L’insularità possibile: il caso Corsica. Intervista a Marie-Antoinette Maupertuis, Presidente dell’Assemblea corsa

La Corsica è uno dei modelli europei in merito all’insularità e alle iniziative intraprese per favorire la coesione territoriale e l’autonomia fiscale necessaria per l’economia corsa, dinamica ma gravata da una “crescita depauperante”. Ne parliamo con l’Onorevole Marie-Antoinette Maupertuis, economista e Presidente dell’Assemblea della Corsica.
di Daniela Pappadà
corse
corse
Osservatori

Insularité possible: le cas de la Corse. Entretien avec Marie-Antoinette Maupertuis, Présidente de l’Assemblée de Corse

Insularité possible: entretien avec l’Honorable Marie-Antoniette Maupertuis, Presidente de l’Assemblee de Corse.
di Daniela Pappadà
corse
intelligenza
Intervista

Intelligenza artificiale e regole: serve un impegno dell’Unione sui diritti sostanziali

Intelligenza artificiale e diritto, ne parliamo con Giusella Finocchiaro, Professoressa ordinaria di diritto privato e diritto di Internet all’Università di Bologna. Per non cadere in un rischioso processo di “burocratizzazione digitale” bisogna partire da elementi culturali prima che giuridici, senza perdere di vista i princìpi.
di Massimiliano Cannata
intelligenza
Sicurezza

Tecnologia, sicurezza e istruzione: intervista a Nunzia Ciardi, Vice Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale

La tecnologia è entrata di forza nella scuola grazie alla DAD, che in pandemia ha permesso a milioni di studenti di seguire le lezioni da casa. Bisogna continuare su questa strada e sfruttare le potenzialità offerte dalla tecnologia in àmbito scolastico e formativo secondo la dott.ssa Nunzia Ciardi, Vice Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
di Massimiliano Cannata
scuole italiane
Immigrazione

Scuola e cittadini italiani di domani

La questione della presenza degli stranieri nelle scuole implica un’ambivalenza di obiettivi: migliorare la qualità dell’istruzione a prescindere dalla discendenza, oppure comprimere il diritto costituzionale all’apprendimento. La scuola deve avere una funzione di istruzione e integrazione sociale.
di Angelo Perrone*
scuole italiane
insularità
Intervista

Insularità e perifericità: costi e correttivi nell’intervista al Prof. Francesco Pigliaru

L’insularità si lega spesso all’idea di una compensazione economica, ma bisogna distinguere tra condizioni di prima e seconda natura legate all’insularità, come spiega il Prof. Francesco Pigliaru nell’intervista dedicata al tema delle isole e della continuità territoriale.
di redazione
insularità
insularità
Intervista

Il diritto costituzionale all’insularità: intervista al Prof. Tommaso Edoardo Frosini

Il professor Tommaso Edoardo Frosini, Ordinario di diritto pubblico comparato nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, evidenzia le attinenze tra diritto costituzionale all'insularità e uguaglianza, così come sancito dalla nostra Costituzione, e individua trasporti e digitale come i settori nei quali investire per le isole.
di redazione
insularità