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Ma gli influencer ci servono davvero?

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Chi è l’influencer In questo mondo in cui le parole di origine anglosassona sono le protagoniste, conoscerne il significato è fondamentale per comprendere alcuni fenomeni e trarre vantaggio da essi. È il caso, ad esempio, del termine "influencer": se ne sente tanto parlare ultimamente ma, per la precisione, chi sono?

Un influencer non è altro che una persona. Esattamente, si tratta di un soggetto particolarmente attivo sui social network e che può contare su un’ampia cerchia di seguaci (i cosiddetti "follower") che è - come dice il termine stesso - in grado di influenzare con le sue opinioni o i suoi consigli. Più alto è il numero dei follower che un influencer possiede, più alta è considerata la sua autorevolezza in materia e quindi più le aziende se ne serviranno. Si tratta di soggetti che non hanno specifiche competenze in una particolare tematica: non posseggono (generalmente) una laurea, non hanno studiato quel particolare argomento e la loro preparazione non può essere certificata. Sono quindi persone la cui opinione è considerata autorevole da tutti i follower: in altre parole, sono gli utenti che li seguono a dar loro credito. È anche prassi che il numero dei follower sia composto sia di seguaci reali che acquistati: comprare follower Instagram è, infatti, una prassi. Ma attenzione a non esagerare: le aziende cercano followers reali, potenziali acquirenti e quindi acquistarli può andar bene solo per avere uno slancio in più all'inizio o in certi momenti. Dal punto di vista del puro marketing, l’influencer è una personalità che appartiene allo stesso gruppo di riferimento che l’azienda vuole raggiungere (target), anche se si trova in una posizione di spicco rispetto a tutti gli altri. Per fare un esempio pratico e riscontrabile in ogni social network, un influencer di cucina è probabilmente un appassionato di quest’argomento che, mediante le sue "sperimentazioni", detta tendenza e spinge tutti i seguaci a provare la stessa pietanza. Quanti influencer ci sono sul web? Non è possibile dare una risposta precisa a questa domanda: una stretta cerchia comprende gli influencer molto famosi, ma un gruppo molto più ampio comprende quelli che vengono definiti "micro-influencer", ovvero individui in grado di condizionare l’opinione della propria cerchia di amici.

Il solido rapporto tra influencer e imprese

Com’è nato il ruolo dell’influencer? In realtà, la nascita di questa figura è da imputare semplicemente alle dinamiche dei social network: come naturale conseguenza dell’incredibile diffusione delle piattaforme, alcune figure hanno ottenuto più consensi di altre e sono riuscite a entrare nella quotidianità di molti individui, condizionandone opinioni e pensieri. Il passaggio della personalità dell’influencer da semplice conseguenza delle dinamiche social a figura professionale vera e propria è stato, se possibile, ancor più naturale della loro nascita. Molte aziende, osservando la grande potenzialità di queste figure, hanno deciso di commissionare loro un ruolo molto importante: quello di promuovere l’azienda, i suoi servizi e i suoi prodotti. In questo modo hanno stabilito dei veri e propri rapporti contrattuali, fornendo omaggi o denaro, in cambio di un numero di post preciso, il cui contenuto e l’orario di pubblicazione sono opportunamente studiati da esperti del marketing. Non è di certo il primo tipo di rapporto che viene in mente quando si parla di imprese, ma la relazione che intercorre tra esse e l’influencer è molto più importante di quello che possa sembrare. In base alla situazione attuale, gli influencer servono davvero? La risposta a questa domanda non ammette dubbi, ed è assolutamente affermativa.

Gli utenti social

Il motivo per il quale gli influencer sono così importanti per le aziende è da ricercare principalmente nel pubblico dei social network e, di conseguenza, nei suoi comportamenti. Al contrario di quanto si possa pensare, ad esempio, gli utenti social rappresentano una fetta di consumatori estremamente eterogenea. Se si parla di social, ad esempio, si pensa a un luogo virtuale popolato da adolescenti o giovani adulti. Una descrizione di questo tipo, però, è piuttosto impropria: secondo gli ultimi dati (provenienti soprattutto da indagini demografiche statunitensi, ma che riflettono piuttosto bene la media generale di tutti gli Stati occidentali) sono in crescita gli adulti - e persino gli anziani - che popolano le piattaforme come Facebook, Instagram e molti altri. Questo significa che anche le imprese che commercializzano prodotti adatti agli adulti possono rivolgersi agli influencer, poiché riescono a raggiungere comunque una grande fetta di utenti. L’eterogeneità degli utenti social si riscontra non solo valutando le fasce d’età, ma anche i target di riferimento: praticamente ogni tipologia di consumatore frequenta i social (con qualche rara eccezione) e segue personalità nelle quali si immedesima o che tenta di emulare, anche se in alcuni casi inconsciamente. Ecco perché non ci sono aziende che non possono rivolgere il loro sguardo nei confronti dei social network e degli influencer.

Un vantaggio importante per le imprese

L’interesse che gli influencer suscitano nelle imprese è da ricercare nel tipo di messaggio che essi sono in grado di inviare agli utenti. Innumerevoli ricerche di marketing, infatti, dimostrano che la comunicazione più efficace del valore di un prodotto o servizio avviene mediante messaggi che prevedono l’interazione degli utenti. Fino a qualche anno fa, ad esempio, erano diffusi messaggi pubblicitari unidirezionali, in cui l’azienda rilasciava un contenuto grazie all’ausilio di un mezzo (la televisione, la radio o i giornali) e il consumatore era semplicemente chiamato a percepire passivamente tale messaggio. Oggi, con le dirette social, i commenti e i "like", gli utenti possono interagire con il messaggio che viene proposto, esprimendo la propria opinione e ottenendo un coinvolgimento maggiore. Grazie agli influencer e a questo modo innovativo di fare pubblicità, dunque, l’azienda riesce ad ottenere un engagement molto più elevato, a parità di fondi investiti. Senza investire in costose e lunghissime campagne pubblicitarie o nell’acquisto di spazi pubblicitari superflui, dunque, l’azienda riesce a conquistare l’attenzione di nuovi clienti, mentre l’influencer accresce la propria autorevolezza sul web.



Questo è un articolo pubblicato il 16-11-2018 alle 17:30 sul giornale del 16 novembre 2018 - 1028 letture