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comunicato stampa

Mons. Gerardo Rocconi: il Vangelo di domenica 17 marzo

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da Mons. Gerardo Rocconi
Vescovo di Jesi - dongerardorocconi@alice.it

Dal Vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. Parola del Signore.

GESU’ SEMPRE OBBEDIENTE AL PADRE SUO
Domenica scorsa abbiamo seguito Gesù nel deserto, dove, guidato dallo Spirito, era chiamato a compiere la sua scelta di fedeltà al Padre. E Gesù non accettò le insinuazioni del maligno che cercava di distoglierlo dall’obbedienza, ma scelse di compiere tutto ciò che il Padre voleva e pertanto scelse di offrire la vita per la salvezza degli uomini.
E per questo, in più occasioni, nel parlare con i suoi discepoli, Gesù non ha avuto difficoltà a preannunciare la sua passione. Non solo, ma aveva anche detto che seguire Lui voleva dire percorrere la stessa strada, una strada di fedeltà a Dio che significava morire al proprio egoismo, ai propri capricci, ai propri peccati. Una strada impegnativa! E per questo Gesù vide assottigliarsi il numero delle persone che lo seguivano.

LA TRASFIGURAZIONE PREANNUNCIO DI RISURREZIONE
L’abbandono di tanti avrà sicuramente messo in difficoltà Gesù. Dove trovare una risposta, una chiarezza? Ancora nella Preghiera! Il vangelo di questa domenica ci dice che Gesù salì su un monte, lontano da tutti, in disparte e pregava. Ma in quel momento accadde qualcosa di meraviglioso. Dice l’evanglista Luca: “Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante”.. Insomma accadde quell’episodio che noi chiamiamo “la trasfigurazione”. Il suo volto si illuminò, cambiò di aspetto. Nella preghiera Gesù comprese e aiutò a comprendere la sua missione. Quella luce di cui si era rivestito significava la resurrezione. E’ chiaro allora il messaggio soprattutto per gli apostoli: Il Padre, Dio, chiedeva a Gesù di passare attraverso la sconfitta per arrivare alla vittoria, di passare attraverso la morte per arrivare alla resurrezione. La trasfigurazione fu ed è un messaggio di speranza: l’ultima parola è la resurrezione.

LA CROCE DELLA FEDELTA’: NON E’ DA EVITARE
Pietro, Giacomo e Giovanni non compresero la portata del messaggio. Certo, gioirono al vedere Gesù nella luce, gioirono in quel momento di paradiso: per questo chiesero di fermare il tempo. Ma ci pensò Gesù a scuoterli. E partendo da quell’episodio Gesù educò i suoi ad accettare la fatica, la croce nella certezza di una vita meravigliosa con Dio.
Quel Gesù che proponeva la sua via di dono e di fedeltà piena a Dio non era un illuso, un fanatico: perciò andava seguito. Ecco il senso della voce del Padre che si sentì al termine della visione: Questi è il mio figlio, è l’agnello destinato al sacrificio: ascoltatelo, prendetelo sul serio, seguitelo, imitatelo!
Con tristezza, vediamo tanti fratelli che vivono lontano da questo messaggio. Vivono immersi nel peccato, facendo a meno di Dio. Quanto è vero quello che dice San Paolo: “Molti, con le lacrime agli occhi ve lo ripeto, si comportano da nemici della croce di Cristo”. Questa quaresima sia tempo di grazia per accogliere Gesù e per dare una svolta alla vita. E’ ancora così importante quello che aggiunge San Paolo: “La nostra patria è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso”.
E’ un messaggio di vita, di speranza, di resurrezione, di gioia quello di oggi. Per comprenderlo è, però, sempre necessario il silenzio, la preghiera, l’ascolto della parola di Dio.



Questo è un comunicato stampa pubblicato il 17-03-2019 alle 10:45 sul giornale del 18 marzo 2019 - 608 letture