In un lungo post su Facebook, il giovane trentenne annuncia la sua candidatura alle Primarie del PD: «È necessario un azzeramento di ciò che il PD è stato fino ad oggi».
La sua candidatura è stata lanciata su Facebook, pubblicando un post e un suo selfie durante la marcia della Pace di domenica scorsa: «Quanto state per leggere qui sotto potrà sembrarvi uno scherzo, ma non lo è. Ve la faccio estremamente breve e arrivo subito al punto: mi candido alle primarie del Pd. Lo faccio per una serie di motivi abbastanza semplici e, allo stesso tempo, cruciali. Sono 6 mesi che aspettiamo che qualcuno si renda conto che abbiamo preso il 18%. È inutile dire “abbiamo capito” se poi ci prepariamo a celebrare congressi con gli stessi che hanno distrutto tutto. Prima di qualsiasi proposta e di qualsiasi slancio occorre dirci con chiarezza che è necessario un azzeramento di ciò che il Pd è stato fino a oggi».
Laureato in filosofia, figlio di un cronista parlamentare e componente della segreteria dei Giovani Democratici, il trentenne, che sarà probabilmente l’outsider assoluto al congresso del Pd, propone un’assoluta rottamazione della classe dirigente del partito ponendo i riflettori sul mancato ricambio dirigenziale promesso da Matteo Renzi: «La rottamazione ha fallito clamorosamente – ha detto Corallo – un disastro culturale e politico. Ora si riparte dai mercati rionali. Il Sud è la priorità assoluta e non si interviene con oboli e sussidi». Parole chiave della sua proposta sono, infatti, “rottamazione” e “rivoluzione”, che esprimono l’intenzione di un totale cambiamento all’interno della dirigenza del partito e la volontà di riportare il Pd a essere la voce dei ceti popolari. Sotto accusa, le scelte dei precedenti Governi di centro-sinistra: «Quando gli iscritti di un partito, che si definisce Democratico, hanno avuto voce in capitolo su temi fondamentali come il lavoro, il rapporto con l’Europa, l’inserimento nella Costituzione del pareggio di bilancio? Quando abbiamo deciso di assecondare l’attacco fascistoide alla democrazia tramite l’eliminazione del finanziamento pubblico? Quando abbiamo deciso che lo ius soli non fosse una priorità? Quali interessi rappresentiamo? Quelli del popolo sovrano o quelli di qualche finanziatore?». Corallo rincara la dose, denunciando quella che era stata la visione della coalizione democratica: «Il Pd in sé è una promessa mai mantenuta: avrebbe dovuto essere il luogo di coinvolgimento delle masse popolari e invece è diventato il luogo dell’esclusione».
Infine, Corallo propone di cambiare totalmente lo statuto del Pd e di riformare un programma di lunga prospettiva: «Noi pensiamo che il PD abbia bisogno di uno statuto totalmente nuovo dal primo all’ultimo articolo, e al suo fianco di un Programma fondamentale totalmente nuovo che tracci l’azione del principale partito della sinistra italiana non da qui alle Europee, ma da qui ai prossimi 30 o 50 anni». Dario Corallo è il quarto candidato alla segreteria del Pd, insieme a Francesco Boccia, molto vicino al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, e che propone l’apertura del dialogo con i 5 stelle; Nicola Zingaretti, Presidente della Regione Lazio visto come il favorito principale per la Segreteria del Partito, e Matteo Richetti, senatore semplice ed ex portavoce del Partito Democratico, che la settimana scorsa ha annunciato la sua candidatura.
Gianluca Merla
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