Francesco in Marocco, l’incontro con le suore di Temara

La visita privata del Papa in programma per il 31 marzo. Nel “Centre rural des service sociaux” le religiose, Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli, forniscono cure mediche e non solo

Le chiamano “rhibat”, in arabo “le sorelle di Dio”. Sono tre religiose della Congregazione Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli che domenica 31 marzo incontreranno Papa Francesco nel suo viaggio apostolico in Marocco. Sarà l’unica visita privata di Bergoglio durante la due giorni nel Paese nordafricano. L’incontro con le religiose, una catalana, una andalusa e una originaria delle Canarie, è in programma per le 9.30 a Temara, una cittadina di 300mila abitanti a venti chilometri a sud di Rabat, sull’oceano Atlantico. Una visita simbolica dal punto di vista del dialogo e della convivenza
pacifica tra cristiani e musulmani.

Le tre suore spagnole vivono in Marocco da anni, da quando il dispensario per i poveri fondato da padre Couturier , medico francese gesuita, passò nelle mani delle Figlie della Carità. Nel “Centre rural des service sociaux” curano le malattie e non solo. Sono specializzate nella medicazione delle ustioni che bambini e adulti si procurano accendendo fuochi per cucinare all’esterno di povere abitazioni e si occupano anche di pazienti con problemi psichiatrici e neurologici, il 70% dei quali sono minori. Dirigono un centro di sostegno scolastico dove offrono a 150 bambini dai 3 ai 15 anni anche la colazione, il pranzo e la merenda. Ancora, si occupano delle famiglie più bisognose e dei neonati, organizzano corsi di alfabetizzazione in arabo e laboratori di cucito per 70 donne. La loro missione, raccontata in preparazione al viaggio di Francesco dall’Agenzia Sir, rappresenta una esperienza cristiana in terra d’Islam, fondata sul più profondo rispetto reciproco. «Le condizioni di chi viveva in questa zona erano disumane – riferisce la superiora suor Gloria Carrilero, di Barcellona -. Tante persone si ustionavano gravemente e padre Couturier le curava con pomate e fasciature apposite. Noi abbiamo mantenuto la tradizione. Ancora oggi vengono ogni giorno una ventina di persone,
soprattutto donne e bambini».

La visita di Papa Francesco non prevede «discorsi ufficiali, né saranno presenti autorità – aggiunge la superiora -. Diremo ciò che sentiremo al momento». Al suo arrivo 150 bambini intoneranno in arabo, con traduzione in spagnolo, un canto di benvenuto. Il Papa incontrerà poi i pazienti psichiatrici, gli ustionati, le mamme. Per le religiose si preannuncia una giornata «indimenticabile. Ci sembra incredibile che Francesco possa venire nella nostra piccola comunità al servizio dei poveri, degli infermi, dei bambini – concludono – Lo aspettiamo con tantissima gioia».

22 marzo 2019