La Caritas ricorda don Lorenzo Milani, «un prete scomodo»

Incontro dedicato al prete di Barbiana nell'ambito della rassegna "Parliamoci un film". Presentata la campagna "Mi accompagni a scuola?"

«Siamo stati contagiati dalle sue idee, abbiamo fatto nostre quelle che erano le sue istanze, per molti sacerdoti che si sono formati negli anni ’60 e ’70 la sua figura è stata determinante». Così monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma, ha ricordato don Lorenzo Milani a cinquant’anni dalla morte. Occasione è stato l’incontro “Don Lorenzo, un prete scomodo”, promosso dall’organismo diocesano nell’ambito della rassegna “Parliamoci un film”. Un nutrito gruppo di persone – almeno quattro le generazioni rappresentate – è intervenuto all’incontro che si è svolto ieri pomeriggio, mercoledì 4 ottobre, presso la Cittadella della Carità a Ponte Casilino.

Momento principale della manifestazione è stata la testimonianza dello scrittore Eraldo Affinati, autore del libro “L’uomo del futuro. Sulle strade di don Lorenzo Milani” (Mondadori, 2016). Ad introdurre Affinati è stato però il documentario “L’ultima lettera di don Milani”, prodotto dieci anni fa nel quarantennale della morte dalla Fondazione sorta in sua memoria. «La figura di Don Milani – ha detto Affinati – è ancora più attuale ai nostri giorni, quando la questione della cultura e della lingua è sempre più determinante per l’accoglienza delle nuove generazioni di immigrati». Per Affinati «gli immigrati di seconda generazione e i minori non accompagnati sono oggi i ragazzi di don Lorenzo; le periferie delle nostre città sono invece tante Barbiana dimenticate dalle politiche e abbandonate a se stesse».

Nel suo libro, Affinati ripercorre la biografia di don Milani con testimonianze di quanti lo hanno conosciuto. «Prima di conoscere il sacerdote attraverso i suoi scritti, in particolare “Lettera a una professoressa” – ha detto – ho conosciuto il suo metodo, quello che diceva. Nella scuola ho incontrato giovani con gli stessi bisogni». Per l’autore «Don Lorenzo è stato un ribelle ubbidientissimo, sempre alla ricerca ma mai fuori dal seminato».

L’incontro è stata l’occasione anche per presentare la nuova campagna di solidarietà internazionale “Mi accompagni a scuola?” promossa dall’Area di Educazione alla pace e alla mondialità della Caritas romana. Un’iniziativa per sostenere le attività educative per chi non ha accesso al sistema scolastico nella parrocchia di San Sebastiano a Solepura, in Sri Lanka, con una serie di interventi per migliorare le condizioni di vita dei bambini, delle loro famiglie e della comunità. La campagna ha inoltre l’obiettivo di sensibilizzare la diocesi di Roma «sui perché che si celano di fronte alle disuguaglianze». In particolare, ha spiegato Oliviero Bettinelli, responsabile dell’Area Caritas – gli interventi intendono sostenere una Scuola Mobile per una comunità che dista 125 chilometri dal centro urbano più vicino ed è lontana anche dalle strade principali di collegamento. Il parroco ha attivato un sistema per far arrivare la scuola dalla città». Un sistema che coinvolge 150 bambini organizzati in 12 classi offrendo insegnamento nelle tre lingue principali del paese, kit con attrezzatura di base per ogni studente e una biblioteca del villaggio che è anche punto di incontro.

5 aprile 2017