Padre Dall’Oglio in mano all’Isis, riserbo dal ministero degli Esteri

Diffusa dal Times la notizia secondo cui il gesuita romano rapito in Siria sarebbe prigioniero e oggetto di una trattativa. Il sottosegretario Picchi: «L’Italia non ha mai lasciato indietro nessuno»

La notizia è rimbalzata in poche ore su tutte le agenzie di stampa: padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita romano rapito in Siria nel 2013 e di cui da allora non si hanno più notizie, sarebbe ancora vivo e oggetto di una trattativa dello Stato islamico per sfuggire all’annientamento in una delle ultime sacche di territorio sotto il suo controllo. A riferirlo al Times, fonti curde: oggetto dei negoziati, oltre a padre Paolo, sarebbero anche il giornalista britannico John Cantlie e un’infermiera della Croce Rossa dalla Nuova Zelanda. Stando alle fonti citate dal quotidiano, l’Isis starebbe cercando un accordo con le forze curdo-arabe sostenute dagli Stati Uniti che li circondano, chiedendo un passaggio sicuro in cambio della liberazione degli ostaggi.

Cauta la reazione del sottosegretario italiano agli Esteri Guglielmo Picchi, raggiunto dai microfoni di InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei. «Manteniamo il riserbo – commenta – ma posso dire che l’Italia non ha mai lasciato indietro nessuno e ha sempre seguito ogni caso con il massimo scrupolo e la massima attenzione». Anche la vicenda di padre Dall’Oglio, aggiunge, «vogliamo che si concluda con certezze e risposte chiare. Lo dobbiamo a ogni cittadino italiano che opera all’estero in qualsiasi forma, sia che faccia il missionario come padre Dall’Oglio sia che faccia qualsiasi altro mestiere. Ribadisco il massimo impegno per ogni cittadino italiano all’estero».

7 febbraio 2019