Venti di guerra in Libia

Le milizie del generale Khalifa Haftar, leader militare della Cirenaica, avanzano verso Tripoli. A rischio la Conferenza nazionale di Gadames, dal 14 al 16 aprile

Venti di guerra soffiano sulla Libia. Le milizie del generale Khalifa Haftar, leader militare della Cirenaica, avanzano verso Tripoli: le truppe sono entrate senza combattere a Garian, a circa 80 chilometri, e, nell’ambito dell’Operazione per la liberazione di Tripoli, stringono il cerchio attorno alla Capitale libica dove è insediato il premier Fayez al-Sarraj, riconosciuto dalle Nazioni Unite e appoggiato da diversi Paesi, tra cui l’Italia.

Un invito a cessare le ostilità è arrivato congiuntamente da Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Italia e Emirati Arabi Uniti. Nella serata di ieri, 4 aprile, il premier italiano Giuseppe Conte ha detto di seguire «con attenzione e preoccupazione l’evoluzione della situazione libica», affermando in una nota che «la via degli scontri armati rischia di alimentare una escalation di violenza destinata ad allontanare anziché ad avvicinare un percorso di pace e stabilità a cui ha pieno diritto il popolo libico».

Lavorare a questo percorso dovrebbe essere l’obiettivo della Conferenza nazionale di Gadames, in programma dal 14 al 16 aprile, ma ora a rischio. Per la preparazione di questo appuntamento ieri era a Tripoli anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. «Non c’è una soluzione militare ai problemi della Libia», ha affermato, aggiungendo che «nessuno ora può sostenere che la Libia sia un porto sicuro per lo sbarco di migranti». Intanto della complicata situazione libica si parlerà oggi, 5 aprile, in un incontro del Consiglio di sicurezza Onu convocato su richiesta della Gran Bretagna, con l’intervento dell’inviato speciale Ghassan Salamè.

5 aprile 2019