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Allarme nuove povertà: oltre la metà degli aiuti Caritas sono per i senigalliesi

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di Giulia Mancinelli
senigallia@vivere.it


Sono sempre di più pensionati, italiani, anziani rimasti soli, sono vedove, uomini di mezza età che hanno perso il lavoro, giovani extracomunitari da poco arrivati in Italia. Sono i tanti volti che ogni giorni si rivolgono alle strutture di accoglienza della Caritas di Senigallia.

Hanno gli occhi di un cinquantenne messo in ginocchio dalla crisi economica, che gli ha portato via il lavoro. Hanno lo sguardo del pensionato che, rimasto vedovo, non riesce a procurarsi un pasto caldo ogni giorno. E' il volto dell'anziana rimasta sola che con la pensione non riesce coprire le spese minime per la sopravvivenza. E' lo sguardo spaesato di un ventenne arrivato dall'Africa con un permesso di soggiorno di sei mesi. Ma è anche la famiglia con padre, madre e due figli piccoli, rimasti senza casa e accolti sotto un tetto. Sono le nuove povertà che colpiscono sempre di più anche i senigalliesi.

“Oltre il 50% delle persone che si rivolgono a noi sono italiane -racconta il vice direttore Caritas Giovanni Bomprezzi- le richieste che arrivano ai nostri centri di ascolto non sono solo quelli di un pasto caldo o di pacchi viveri ma anche aiuti per pagare gli affitti, le bollette e le medicine. Necessità che dieci anni fa sembravano calate ora sono tornate alla ribalta. Le famiglie monoreddito non riescono ad arrivare a fine mese, gli over 50 che hanno perso il lavoro non hanno più entrate e molti anziani rimasti soli non riescono a provvedere alle necessità quotidiane”. Ogni giorno la mensa Caritas serve pasti caldi richiesti soprattutto da extracomunitari di giovane età o da uomini e donne over 50. Dovendo provvedere alla sopravvivenza quotidiana a restare indietro è la salute. In molti non possono permettersi cure e tanto meno fare prevenzione.

Per questo sabato è stato presentato al teatro La Fenice il primo ambulatorio solidale “Maundodé” dedicato a Paolo Simone, il medico pediatra morto tragicamente a 53 anni la scorsa estate durante un volo in parapendio. 28 medici e 16 infermieri hanno deciso di mettersi a disposizione dei più poveri prestando volontariato e alternernandosi per garantire una copertura continuativa dell'ambulatorio. Ad indirizzare all'ambulatorio chi non può permettersi cure mediche a pagamento saranno i medici di famiglia o il centro di ascolto della Caritas. L'ambulatorio sarà inaugurato a marzo nei locali del centro solidarietà “Palazzolo” di piazza della Vittoria.



Questo è un articolo pubblicato il 15-01-2018 alle 09:02 sul giornale del 16 gennaio 2018 - 4838 letture