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Lega e Fratelli d'Italia: "Ecco come stanno le cose sull'avviso di garanzia ai dipendenti comunali"

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da Fratelli d'Italia e Lega - Senigallia


fratelli d'italia

Lega e Fratelli d’Italia di Senigallia desiderano portare all’attenzione dei cittadini una questione riportata sia dalla stampa che in Consiglio comunale dal Sindaco Mangialardi, dove sono state dette e scritte cose non corrispondenti alla verità. Partiamo quindi dall’ultimo atto, che è l’avviso di garanzia (Allegato 1) che la Procura ha mandato all’Ing. Roccato e all’Arch. Priori, ora in pensione.

Il tutto riguarda una “battaglia” legale dell’Arch. Paolo Giuliani, iniziata nel 2008 e conclusasi nel 2014 con piena Sua soddisfazione e conseguente condanna della nostra Amministrazione. Purtroppo sia la stampa locale che lo stesso Sindaco Mangialardi, hanno tentato di rovesciare le responsabilità con messaggi subliminali che mettono in cattiva luce la “vittima” ed ammantano di “santità” chi invece ha operato, come il Tribunale ha sentenziato, in maniera persecutoria verso un cittadino. Dalla lunga querelle giudiziaria è emerso che non si trattava affatto di "costruzione di una villa in campagna" come riportato dalla stampa e neppure come riferito dal Sindaco in Consiglio comunale, di una "richiesta di condono" non concessa da parte dei due tecnici comunali. All'origine della vicenda c’è il rifiuto di un cittadino a non sottostare a decisioni del S.U.S. (Sviluppo Urbano Sostenibile) ritenute arbitrarie. Il Sindaco Mangialardi ha utilizzato il termine "condono" per alludere preliminarmente ad una violazione urbanistica, come se i due tecnici indagati fossero incorsi in un infausto incidente nel tentativo di una corretta applicazione delle normative.

La verità è ben diversa. Si è trattato del respingimento di una semplice “manutenzione di un prospetto di accessorio agricolo” dapprima con processo alle intenzioni e motivazioni pseudo culturali, poi con scuse ogni volta diverse. Mangialardi, in comunione con l’Ing. Roccato, ha avuto un ruolo attivo nei fatti che ora travisa o mostra di non conoscere, avendo abusato del suo ruolo (art. 20 Testo Unico Edilizia ed art. 107 D. Lgs. 267/2000) per influenzare decisioni di competenza esclusiva dell'UTC (Ufficio Tributi e Canoni). La vicenda inoltre non è arrivata "…al primo step" come il Sindaco ha dichiarato nell’ultimo Consiglio comunale, ma è arrivata “all’ultimo Step” di una serie di smentite inflitte all'operato dell’Amministrazione comunale da parte del TAR e del Tribunale che hanno dato pienamente torto all’Amministrazione, e quindi all’operato dei due tecnici. Lo “gnorri” del Sindaco è ancor meno tollerabile in quanto oltre a lui anche il Segretario comunale, Dr. Stefano Morganti, e l'Assessore di riferimento, Maurizio Memè, sono stati costantemente informati, per tutti i trascorsi “dieci anni”, con relazioni, avvisi e richieste di intervento rimasti costantemente senza riscontro.

In particolare, in un incontro col il Vicesindaco Maurizio Memè, appena insediato (2015), l’Arch. Giuliani gli ha ampiamente esposto il caso lasciandogli documentazione a riguardo e chiedendo un suo intervento per chiudere pacificamente l’intollerabile gestione amministrativa. Anche in questo caso alcun riscontro è seguito. Addirittura in una interrogazione del Consigliere Davide Da Ros (Lega) nel dicembre 2017, il Vicesindaco Memè ha risposto asserendo di non sapere nulla della vicenda e della condanna del TAR (Sic…!) . Risposta assolutamente non veritiera anche perché il 24 agosto del 2015, l’Arch. Giuliani mandò una Email molto “particolare” all’intero Consiglio comunale (di questa email ne parleremo in maniera dettagliata, a puntate, in altri Comunicati stampa che seguiranno a questo), partendo dal Sindaco per finire con l’ultimo Consigliere di Opposizione. Tale email fu ignorata da tutti, tranne che dal Consigliere della Lega che contattò l’Architetto per meglio capire cosa stava accadendo. Questo dà una idea della consapevolezza e del controllo che viene esercitato sul buon funzionamento degli uffici. La vicenda iniziò nel 2008 quando nel corso di un sopralluogo, l'Arch. Ciacci negò il “Nulla Osta” ad una DIA che, per evitare il ripetersi di furti in una costruzione seminterrata destinata a deposito, prevedeva il rifacimento “del solo prospetto dove erano collocati gli accessi”.

Il tecnico comunale giustificava l'opposizione con la necessità di impedire una eventuale variazione d'uso in residenziale, variazione peraltro esclusa nella stessa relazione di accompagno alla DIA. Costretto, l’Architetto Giuliani, a ripresentare l'istanza in forma di “Permesso di Costruzione”, la richiesta fu approvata dalla Commissione Edilizia Integrata con il parere positivo sia dell'esperto in materia di beni culturali che di quello in materia paesaggistica, gli unici voti contrari furono quelli dell’Ing. Roccato e del Sindaco Mangialardi (Allegato 2). Nonostante tale parere l'Arch. Ciacci, con il pedissequo avvallo di Roccato e Mangialardi, insisteva nel negare l'autorizzazione all'intervento in spregio all'intera Commissione Edilizia. Forse che la motivazione sia stata il non ammettere errori tanto grossolani da poter compromettere l'immagine di "alta specializzazione", e quindi il “rinnovo” del suo contratto e quello dell’Ing. Roccato? Comunque, al di là di quelle che erano le ragioni dell'Arch. Ciacci, la successiva sentenza del TAR ha definito tali ragioni "illegittime" e configuranti un "eccesso di potere" con la condanna dell'Amministrazione al pagamento delle spese processuali, anche quelle sostenute dal ricorrente. L'UTC, che aveva comunicato in Provincia l'ipotetica violazione si è "dimenticato" di trasmettere anche la sentenza amministrativa assolutoria per cui l’Arch. Giuliani ha dovuto subire un processo penale per addebiti che il TAR aveva già sentenziato inesistenti. Assolto ovviamente, "perché il fatto non sussiste", ma ha dovuto patire ingiustamente due anni di tormenti e spese legali che qualcuno dovrà pur risarcire, e sicuramente risarcirà, anche se tutto questo, purtroppo, andrà a ricadere sull’intera collettività. A seguito della clamorosa e totale condanna dell’Amministrazione comunale, è stato chiesto al Segretario comunale, Stefano Morganti, di non far gravare tali spese sui contribuenti, ma sulla assicurazione professionale dei responsabili. Il Segretario si è dichiarato in disaccordo e quindi il costo della mala gestione è confluito nella TASI pagata dai senigalliesi.

L’UTC, invece che adeguarsi alla sentenza del TAR, pur di non ammettere gli errori compiuti e le conseguenti valutazioni sulla competenza dei responsabili (e di chi li ha "selezionati"), ha continuato a proporre scuse ed addebiti sempre diversi ogni volta che le motivazioni precedenti si dimostravano infondate, costringendo l’Arch. Giuliani alla querela per falso ideologico ed omissione di atti d'ufficio, querela oggi sfociata negli avvisi di garanzia all’Ing. Roccato e all’Arch. Priori. Sembra che nell'avviso di garanzia, il principale addebito riferito all'Ing. Roccato sia l'aver avvallato le decisioni dell'arch. Ciacci senza esercitare il controllo dovuto. Se pure il dirigente non si fosse reso pienamente conto delle conseguenze da limitarsi a fotocopiare le decisioni dell'Arch. Ciacci, è forse ancora piu grave il non essere stato capace di valutare, in oltre 10 anni, l’affidabilità del proprio collaboratore. Per meglio capire il perché di quanto accaduto e la componente "politica" dell'intera vicenda, occorre tener presente il contesto amministrativo locale e risalire alla gestione “ante Mangialardi”. Nel secondo mandato, l’allora Sindaco Angeloni, cooptò l’Ing. Roccato da Perugia e l'Arch. Ciacci da Fermignano. Il primo sostanzialmente caratterizzato dall'aver servito una Amministrazione dello stesso colore politico come Dirigente del parcheggio comunale, il secondo invece costituiva un fattore di “imbarazzo” interno all’Amministrazione della Sindachessa Topi, amica e collega di partito della Angeloni, in un piccolo Comune del pesarese.

Considerato il curriculum dei due, è piuttosto difficile sostenere che il motivo della loro assunzione sia stata la "speciale competenza" invece dichiarata nelle delibere di primo incarico e di successiva conferma. In particolare nella delibera di primo incarico dell’Ing. Roccato (Allegato 3) si evidenzia che la sua esperienza in urbanistica consisteva nel saltuario ruolo di supplenza quando l’Arch. De Paulis era in ferie...! Di fatto l'Arch. Ciacci ha cercato di dimostrare a tutti i costi di meritare la ipotizzata "alta specializzazione", requisito essenziale per ottenere il reincarico, innalzando il vessillo della battaglia culturale per il paesaggio agrario e storico. Obbiettivo condivisibile, ma che avrebbe richiesto una competenza che non si improvvisa, come ampiamente dimostrato dal caso in esame, dal monumentale fallimento della variante al Regolamento Edilizio e la scorretta pretesa di applicare alla generalità dell’edilizia storica i criteri del restauro monumentale. Tra parentesi l’Arch. Paolo Giuliani ha “qualche” competenza a riguardo essendo stato Docente Universitario in materia di restauro, Tutor Unesco con una specializzazione biennale post universitaria nel settore e pubblicazioni anche all’estero. Insomma, anche un “bambino” avrebbe dovuto capire che si stava andando “contro un Tir” di dimensioni notevoli, ma come sempre a vincere è l’arroganza e la prosopopea, non l’intelligenza e il buon senso. In quanto all'Ing. Roccato, questi ha trovato utile delegare ogni iniziativa urbanistica al S.U.S. avvallandone ogni iniziativa, in una materia forse neppure confacente alla sua preparazione accademica, per potersi meglio dedicare ad altro.

L’intera vicenda è la combinazione di radicalismo ideologico ed inadeguata competenza professionale. Il “regime intimidatorio” e “sopraffattorio” instaurato dal S.U.S. e sottoscritto pedissequamente da chi aveva l'onere della sorveglianza e controllo, ha determinato una pluralità di diffuse sopraffazioni. I tecnici locali le hanno sempre tacitamente subite per il timore delle ritorsioni del S.U.S. (il caso in esame ne è un esempio) ed i loro committenti hanno in genere rinunciato a ricorrere al TAR per i tempi ed i costi dei processi amministrativi, cosa che invece non ha fatto l’Arch. Giuliani avendo poi piena soddisfazione dai Tribunali. Dietro l'ostentato paravento della "tutela del paesaggio" si è praticata una avversione generalizzata per ogni adeguamento del patrimonio edilizio scambiando per valore culturale la complicazione burocratica e l’incapacità ad orientare il cambiamento. L'urbanistica è materia tecnica che si presta particolarmente a manipolazioni "politiche". Non è casuale che il consenso elettorale di Mangialardi sia derivato dalle sezioni urbane mentre è particolarmente crollato nel 2010 in quelle di campagna. La risposta politica è stata una sedicente "tutela del Paesaggio" a vantaggio dei gitanti domenicali ed a scapito di chi non lo ha votato. E' paradossale peraltro che ci si possa illudere che un incaricato per ipotetica "alta specializzazione in sviluppo urbano", che non riesce a distinguere un accessorio all'abitazione da una Tettoia o da un Fienile, possa contribuire a trasformare un’edilizia rurale storicamente di bassa qualità in un paesaggio da favola. Il caso più clamoroso è la "Revisione del Regolamento Edilizio", scandaloso esempio di scarsa competenza tecnica e radicalismo culturale.

La stessa Amministrazione ha rinunciato ad adottarlo nella sua interezza nonostante le migliaia di ore per la sua redazione, ore pagate dai contribuenti, senza che nessuno dei responsabili istituzionali abbia chiesto una resa dei conti. Tale situazione è stata favorita, se non determinata, dalla scelta del sindaco Mangialardi, al primo mandato, di assumere in toto l'eredità della Amministrazione Angeloni, anche relativamente al “caso” Topi. Più che la prospettiva di coperture culturali è probabilmente intervenuta la convenienza di non turbare equilibri all'interno del partito locale, il PD, e non alienarsi i necessari appoggi nel pesarese. Qualcuno ha notato che si tratta della circoscrizione del compagno Matteo Ricci, Responsabile di partito che assegna gli incarichi sovra comunali, ed è forse un caso che il Sindaco Mangialardi ne abbia accumulati finora almeno venti? Non solo, quindi, sono stati riconfermati Roccato e Ciacci nominando una commissione senza neppure un tecnico diplomato a valutare la loro "alta specializzazione", ma è stato messo a “libro paga” un Segretario comunale la cui sensibilità in materia di rispetto dei ruoli e delle funzioni non gli ha impedito di attribuirsi il ruolo di controllato e controllore, ruolo contestato anche dall'autorità Nazionale Anticorruzione. Queste sono le premesse che hanno generato una gestione amministrativa fortemente finalizzata ad una certa carriera politica e molto meno preoccupata di qualificare i servizi comunali ai contribuenti.

Lega e Fratelli d’Italia, tramite questa vicenda, così come tante altre, ancora una volta mettono in luce in primis il “sistema politico” senigalliese che appunto serve ai politici, ma non ai cittadini, e poi tutte le criticità amministrative che interessano, e danneggiano, sempre i cittadini. Al di là di quello che accadrà a livello giudiziario, che non è difficile capirlo leggendo le 8 pagine che la Procura della Repubblica di Ancona ha redatto nel formulare gli Avvisi di Garanzia all’Ing. Roccato e all’Arch. Priori, Lega e Fratelli d’Italia sono fermamente convinti che sia giunta l’ora di cancellare ed esautorare il “sistema politico” senigalliese che tanti danni ha fatto alla città e ai cittadini, e di conseguenza aspettiamo tranquillamente il 2020. E la storia non finisce qui…





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Questo è un comunicato stampa pubblicato il 09-01-2019 alle 15:13 sul giornale del 10 gennaio 2019 - 3070 letture